I waited eight long months, she finally set him free, anybody loving lyn-z....out of here...

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chemical lady
view post Posted on 9/8/2008, 15:51




la trama di infittisce....
daradan!!!! scherzo ovviamente!! ^___^
 
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Angel Living On The Edge
view post Posted on 9/8/2008, 17:13




ahahah no kiki fa pure....tranquilla....tanto io domani parto....fatteli bastare fino al 23 agosto!!!!
un grazie anticipato a te jess che so che li leggi sempre volentieri....cioè...lo spero...!!!
 
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chemical lady
view post Posted on 9/8/2008, 19:59




si certo che li leggo volentieri... stai via fino al 23???
pensavo di più!!!!
che bella firma che hai fatto... commuovente...
 
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Angel Living On The Edge
view post Posted on 9/8/2008, 20:43




è la triste realtà purtroppo.....ecco perchè dicevo che sono 3 giorni che non vado più avanti...che sto male....

si per fortuna solo fino al 23, ma se ce la faccio tornerei anche prima....solo che con gli aerei....difficile....
beh....spero che vi piaccia...o meglio.....ti piacciano i capitoli seguenti...^.^
 
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chemical lady
view post Posted on 9/8/2008, 22:15




ne osno certa!!!
^___^
andare via per un pò ti aiuterà ad assimilare meglio tt questa situaione vedrai...
 
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kiki17
view post Posted on 11/8/2008, 10:09




Ok!!!!!Allora posto l'altro capitolo :D
Capitolo 5
Se ne tornò nella sua misera stanzetta del motel pensierosa su cosa mettere quella sera per il colloquio con la tipa dura. E pensando alla sua sfacciataggine, al suo modo di fare e a come era vestita optò per qualcosa di particolare.

Accese la tv e rimase a cazzeggiare fino alle 6 circa sul letto a mangiare gelato.

Poi, indossò un corpetto rosso con tanti lacci abbinandoci sopra un copri spalle e mise un paio di pantaloni neri piuttosto attillati stretti alle caviglie. Infilò stivali non molto alti, con il tacco alla cowboy, e chiamò un taxi, prima di truccarsi.

Si mise davanti allo specchio e rise da sola dopo che provò a imitare lo sguardo da dura di quella biondina alta un metro e una banana che l’aveva invitata al suo locale a lavorare.

Tracciò il contorno delle sue labbra con un rossetto rosso acceso, il contorno degli occhi con la matita nera e un ombretto scuro sopra, mentre sotto con il pennellino fece giusto una strisciolina viola.

Il taxi suonò il clacson due volte e lei prese la borsa, sistemò alla meglio i lunghi capelli scuri e mossi e uscì saltando in macchina.

“Buonasera!” disse e porse al taxista il biglietto da visita che le aveva dato la ragazza.

Le sembrava di avere una doppia personalità. E le veniva da ridere come una stupida per questi cambi di identità e d’abito.

Il tassista la scaricò davanti al locale, lei le diede i soldi mentre lui guardava da tutt’altra parte, come se fosse disgustato da quel quartiere.

Lei scese senza nemmeno salutarlo e attraversò la strada quasi deserta andando incontro a quel locale dall’insegna spenta, e con le saracinesche ancora abbassate.

Sembrava molto una specie di birreria o club di spogliarelliste, ed ebbe un forte impulso di tornare indietro, ma portata dalla sua abitudine di non giudicare prima di conoscere decise di affrontare la cosa.

Bussò un paio di volte alla porta attraverso la saracinesca.

“Hey!! vieni dietro il locale e sali…” sentì una voce da sopra la sua testa e si accorse della bionda che stava fumando una sigaretta in terrazzo al piano di sopra.

Amy la guardò innervosita, quella sarebbe anche stata capace di gettarle la sigaretta sui capelli.

Andò dietro e trovò una porta aperta, attraversò la soglia e salì le scale fino a giungere a quell’appartamento stile mansarda. Lei la aspettava seduta sul bancone della cucina, con una camicia che le arrivava fino alle ginocchia e le maniche rimboccate sopra i gomiti. Le sorrise.

“Bel completino ragazza, quanti anni hai?!” le chiese con quella voce bassa.

“Ne ho 25, tra poco 26…” disse Amy, innocente.

“Proprio l’età giusta…” la bionda saltò giù dal tavolo e passò in rassegna Amy, guardandola dalla testa ai piedi mentre le girava intorno, facendola rabbrividire, non sapendo che intenzioni e sorprese aveva quella per lei.

“Allora?!” chiese infine. “Che genere di locale hai?!” “Il mio locale è un locale particolare” a quel punto Amy si aspettava che le dicesse che fosse un locale da lap dance.

“Nel mio locale non si servono bevande analcoliche, tranne che per noi ragazze, e quindi ce le teniamo sotto il bancone, ci sono sia uomini che donne e almeno due volte alla settimana ci sono delle risse. Ma a quel punto ci sono più di 10 bodyguards che ci pensano a farle finire. È un locale normalissimo, non puttanate, una sorta di pub solo che pieno di gente e ogni volta che il juke box va sulla canzone che abbiamo scelto le nostre cameriere si fiondano sul bancone a ballarla con la danza tradizionale del “Bloody Mary”…il nome del pub.”

Amy era affascinata, forse un po’ la attirava questo posto.

“Se non sei una tipa veloce non puoi entrare, se non sopporti le parolacce nemmeno, se non bevi alcool neppure e se non ti vesti anche peggio di così puoi scordarti il posto; nel mio locale bisogna essere rapide perché è sempre pieno di gente, e poi sopportare di tutto ed essere molto alla mano….allora accetti?!”

“Beh, se potessi vedere il locale e fare magari una serata di prova…ok..” rispose Amy subito.

“Perfetto, stasera sei perfetta..” resta…apro tra un paio d’ore, ci mangiamo una pizza e andiamo giù!” disse la bionda sorridendo.

“Mi vado a cambiare, prendi due pizze surgelate dal freezer e mettile nel microonde, prepara la tavola!” Praticamente le aveva dato il via libera in casa sua. Amy fece tutto ciò che le era stato ordinato nel giro di 5 minuti, il tempo che la tipa impiegò per cambiarsi e truccarsi.

Indossava una canottierina nera, quelle classiche americane, un paio di jeans attillatissimi e delle infradito.

“Io non metto quasi mai le scarpe, devo solo stare dietro al bancone, allora ragazza, intanto piacere, io mi chiamo Sandra..”

“Piacere mio, sono Amy…” le rispose cercando di sembrare altrettanto dura.

“Ti ricordo che non si serve acqua, i clienti pagano e si portano via da bere, e alla fine vi pago io giorno per giorno a seconda di quanti soldi abbiamo preso. Tutto chiaro?! Spero solo tu sappia i nomi di tutti, o quasi gli alcoolici…”

“Certo, non sono una santarellina come tu credi, ho avuto un passato piuttosto buio e ho lavorato in un bar per 5 cazzo di anni per pagarmi l’università…”

La bionda fece una smorfia come per dire “ooh, ma brava, sono compiaciuta” ma il trillo del forno microonde la fece voltare e andò a prendere le pizze per metterle in tavola.

Amy si sedette e si versò un bicchiere d’acqua.

Sandra la raggiunse con le pizze, si sedette accanto a lei ed iniziarono a mangiare in silenzio.

“Ah, un’ultima cosa, non portare il tuo ragazzo nel mio locale, un po’ come nel film del Coyote Ugly hai presente?! Ecco, se non vuoi fare la fine della ragazza meglio che stai alle regole..”

Cominciava proprio a starle sul cazzo, ma non voleva dimostrare di essere una perdente, era una sfida contro la bionda, ma anche contro se stessa.

Verso le 8 scesero nel locale, era grande, con i tavolini che sembravano delineare solo un perimetro, nella sala davanti al bancone, mentre sopra un soppalco poco più alto c’era una saletta tutta piena di tavolini. Sembrava tutto lercio, ma era soltanto vissuto, Sandra le spiegò che pagava due signore delle pulizie perché le pulissero il locale alla mattina, difatti i tavolini non avevano la minima traccia di polvere, né di unto né altro.

Le mostrò dove teneva tutto, bicchieri, liquori, birre in bottiglia, cassetti per i soldi, ecc… Amy appoggiò la borsa nel camerino delle ragazze che arrivarono tutte e quattro insieme e la guardarono sorprese, ma per niente intimidite, anzi, simpaticissime.

“Hey, Sandra lei chi è?!”

“FORSE, la vostra nuova collega, dai ragazze ora su muovetevi, Bam sta per aprire le porte, diamo il benvenuto alle nostre bestie feroci..” sorrise, donando questa piacevole metafora ai suoi clienti che le portavano avanti il locale.

Amy e le ragazze si riunirono dietro il bancone, e loro la accerchiarono.

“Cazzo…è stupendo questo corpetto, ma togli il copri spalle, farà caldo qui dentro…” “Beh, che maleducate, noi siamo Mary, Alex, Grace e Deb!!^.^” Disse Alex per tutte, mentre erano intente a toccarle i capelli o ad osservare il suo stile, sembravano tutte molto spigliate, e davvero simpatiche.

“Ragazze!! Insomma, ancora qui a chiacchierare….stanno per entrare!!” disse Sandra uscendo dal camerino e dando un calcio nel sedere a Grace scherzosamente.

Dovevano essere davvero molto amiche, tutte quante, ed Amy si sentì per un momento una pecorella nera, ma che gliene fotteva, le bastavano un po’ di soldi finché non si sarebbe trovata un lavoro migliore.

Ad un tratto mentre guardava le 5 stiracchiarsi per scaldarsi i muscoli sentì un gran boato. Si voltò verso le porte e vide una folla interminabile di gente entrare nel locale.

Mary le gridò “Hey sei pronta?? Alle 10 questo posto sarà più pieno di un formicaio quando tutte le formiche hanno appena deposto le uova!!!!!” e cominciò a tirar fuori bicchieri e versare interminabilmente liquori e cocktail.

“Hey ragazza, fammi 2 tequile, 4 gin e 1 birra!!!” Amy si voltò, prese un bicchiere per la birra e mentre faceva quella versava con l’altra mano i quattro bicchierini di gin.

Non si preoccupava di versar fuori un po’ di roba, facevano tutte così e poi l’aveva visto anche nel “Coyote Ugly”, e la divertiva granché.

Diede in mano i 5 bicchieri a due tipi e finì velocemente con le due tequile ritirando i soldi e mettendoli nel cassetto. Si stava divertendo e ben due volte Sandra si complimentò con lei.

“Non è poi così dura, devo solo velocizzare i tempi rispetto a quello che facevo nel mio lavoro precedente!” e ne fu soddisfatta, le aveva dimostrato che ci sapeva fare.

Sperava solo che arrivassero presto le quattro del mattino per andarsene a casa, ma a quanto pare alle 2 e mezzo si verificò qualcosa di strano.

Si sentì un grido di una donna e poi quelli che erano al bancone si voltarono indietro e cominciarono a darsi pugni l’un l’altro.

“Ma porca puttana, ci risiamo….ragazze, avanti con la pompa!!!” gridò Sandra.

Grace e Alex salirono con una canna dell’acqua collegata ad un rubinetto sul bancone e allagarono mezzo locale per far calmare la gente, i bodyguards non ci stavano più dietro ormai, dieci soli per un locale come quello non bastavano più.

“Ci fosse qui Jersey che cantasse quella canzone ora!!!!” gridò Sandra mentre scavalcava il bancone per raggiungere l’ingresso.

“Non ti preoccupare, dice sempre così…” le gridò Mary dall’altro capo del bancone mentre si accendeva una sigaretta guardando la folla che si straziava.

A quel punto prendendo l’idea di Jersey dal film, Amy salì sul bancone con il microfono che trovò accanto al juke box.

“Heeeeey!!! Mamma mia che bella accoglienza che mi date…” improvvisamente calò un certo silenzio. “Beh, è la mia prima sera qui e già mi fate vedere che vi menate…hmm, non ho gradito molto, allora, adesso, o fate i bravi bambini o Sandra sarà costretta a farvi buttare fuori tutti….allora che ne dite, dai venite ad offrir da bere alle donne, animali da circo…fate qualche buona azione…cosa risolvete dandovi cazzotti in pieno stomaco??!! allora???! Vogliamo muoverci?!”

La gentaglia si tolse le mani di dosso e cominciò pian piano ad avanzare verso il bancone spintonandosi solo un poco.

Sandra tornò al bancone. “Sei una gran testa di cazzo ragazza, mi piaci…e te la cavi bene…stasera di do anche la mancia!!!” e le sorrise stringendole una spalla.

 
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chemical lady
view post Posted on 11/8/2008, 20:48




bello questo capitolo!!
davvero bello come gli altri!!!
 
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» Riot Girl «
view post Posted on 11/8/2008, 21:28




questa ff è bellissima *-*
 
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Frank Is Used
view post Posted on 13/8/2008, 21:52




*________* è fantastica questa storia!!!!!! Mi sto appassionando sempre di più!
Non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo cacchio ^_^
 
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chemical lady
view post Posted on 13/8/2008, 22:15




è davvero bellissima...
BRAVA LA MIA MONYYYY!!
spero di riuscire ad aggiornare anche la mia prima o poi... faccio casini con il pc cacchio...
scirvo e lui cancella accidenti...
 
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kiki17
view post Posted on 16/8/2008, 20:39




Nuovo capitolo.
Capitolo 6
Alle 4 e 20 era distesa sul bancone con tutti gli indumenti inzuppati di alcool e acqua, non vedeva solo l’ora di andarsene a dormire.

“Ecco qua, stasera ragazze, sono 300 a testa….” Sandra uscì dal camerino con i soldi in mano divisi in pacchetti.

Diede i soldi anche ad Amy, facendole l’occhiolino, le aveva sicuramente messo qualche dollaro in più.

“Siete libere….ci vediamo domani sera…” disse tornandosene a spostare casse di birra.

Amy si alzò in piedi, “Ciao ragazze, è stato un piacere…buonanotte..” Diede due baci a tutte, le quali la abbracciarono forte, complimentandosi per la sua performance.

“Amy!! Ti voglio puntuale qui domani sera…capito?!” Amy sorrise, e sentendosi in vena di tornare a casa in corsa gridò “Sissignora!!! Sarò qui puntualissima domani sera!! Buonanotte!” e uscì salterellando, dove il bodyguard di turno l’avrebbe accompagnata al motel.

Salì sull’auto con Toby, quello era il suo nome, di quell’omone pelato e dallo sguardo da duro, anche se sotto sotto era simpaticissimo e infatti durante tutto il tragitto non fece altro che scherzare con lei.

“Beh, quando ero lì sotto a quei due coglioni a prender botte mi è proprio piaciuto quando sei salita lì, cazzo sembrava davvero di stare al cojote ugly!” rise divertito ripensando alla scena del film.

“Toby dici che riesco a svegliarmi in tempo per mezzogiorno?!” rise lei vedendo in lontananza le luci bluastre dell’insegna del motel.

“Beh ragazza, a quanto pare hai qualcosa di importante, spero che tu dorma prima dell’ora di pranzo..XD” fermò l’auto davanti alla reception.

“Vuoi che ti porto fino alla tua stanza?!” le chiese gentilmente.

“No Toby, vado a piedi, mi faccio una cicca, grazie.. buonanotte!” gli sorrise e chiuse la portiera andandosene felice verso la sua stanza.

Chiuse la porta alle sue spalle, accese il cellulare che aveva spento prima di andare al lavoro e si spogliò per fare una doccia veloce.

Puzzava di alcool peggio che le mucche in un letamaio, e pensava a lui più di chiunque altro. Chissà se gliel’avrebbe mai detto, che razza di lavoretto aveva trovato. Forse, solo se gliel’avesse chiesto.

Si distese sul letto con i capelli umidi e con un sorriso ebete stampato in faccia. Era soddisfatta, di tutto ciò che aveva fatto e si chiese per più di una volta se non fosse stato tutto solo un sogno fantastico.

Vide lo screen esterno del suo telefonino illuminarsi più volte e con gli occhi che le bruciavano per la stanchezza lo aprì, trovandovi 5 sms.

Due erano da parte di sua sorella che le chiedeva come stava e come mai l’avesse chiamata e dove si trovava. Li cancellò direttamente senza preoccuparsi nemmeno di controllare se li avesse letti bene. Uno era di una chiamata persa, di suo padre.

Lei però si soffermò sugli ultimi due sms, entrambi dalla stessa persona.

Il primo: -Ciao, hem, volevo solo augurarti buona fortuna con quell’appuntamento….a domani..- Il secondo: -A quanto pare sei impegnata ora, beh, ti auguro una buona notte, ci vediamo domani, sempre se non hai cambiato idea..un bacio, Gerard- Sorrise Amy, sorrise contenta, sembrava innamorata, ma sapeva bene che non poteva spingersi più in là di un certo margine, non ancora almeno.

Chiuse gli occhi stringendosi il cellulare al petto e si addormentò tranquilla che quasi l’alba cominciava a prendere il suo posto sul trono in cima alle nuvole nel cielo cupo e infinito del primo mattino.

-truth be told, the truth be told…-

Una scomoda vibrazione sotto il suo sedere la fece dimenare nel letto, finché scocciata non cercò di scacciarla con una mano; sentì che era il telefono.

Senza nemmeno aprire gli occhi tentò di aprirlo e se lo portò all’orecchio, mentre ancora con la bocca impastata e la voce da malata terminale rispose.

“Hm..hm, grmm, pronto…?!” disse voltandosi dall’altra parte di nuovo come se riuscisse a comunicare al suo interlocutore che stava dormendo e aveva intenzione di tornarci.

“Amy, stai ancora dormendo?!” era la sua voce, allegra e perché no, sorpresa di sentire lei ancora assonnata.

Al sentire quelle parole, quel timbro di voce Amy aprì gli occhi, anzi, li sbarrò. Staccò il telefono dall’orecchio e vide sullo schermo che era Gerard. Si riportò velocemente il telefono all’orecchio e cercò di dare l’impressione di una un po’ meno assonnata.

“Hem, Gerard, scusa, credo di non aver sentito la sveglia..” che non aveva neppure messo convintissima di svegliarsi per mezzogiorno.

“Che faccio ti aspetto o rimandiamo?!” chiese impaziente.

“Entra, ti faccio entrare, hem..si...intanto mi vesto…scusami da morire Gerard!!!” Lo sentì ridacchiare dall’altra parte del telefono “Va bene, arrivo, che numero è?!” “Il 29, ti lascio la porta aperta..” disse lei mentre si stiracchiava; aveva pensato di farlo entrare mentre si vestiva, almeno l’attesa sarebbe stata meno snervante che stare lì a guardarsi intorno di fuori.

Corse in bagno e si infilò i jeans neri, una t-shirt viola col cappuccio e mise velocemente le all-star nere.

“E’ permesso?!” si sentì dall’entrata.

Amy afferrò un elastico per capelli e andò a ricevere il suo ospite.

“Dio Gerard, scusami un sacco, tu non immagini quanto mi dispiace…ma posso spiegarti..” Lui sorrideva, vedendola come una piccola ragazzina ingenua. Le si avvicinò posandole una mano sulla guancia. “Buongiorno intanto eh signorina!” Lei arrossì un poco e abbassò lo sguardo. “Buongiorno Gerard…” disse intimidita da lui, ma soprattutto dalla sua voce così sicura.

“Mi preparo in un secondo, devo solo truccarmi..” tornò verso la porta del bagno.

“No!” la fermò lui. “Non truccarti, il ristorante ci aspetta, e poi le occhiaie non sono così notevoli..” cercò di soffocare una risatina cattiva.

“Ahahaa…sei così simpatico…” gli rispose mentre si legava i capelli un po’ spettinati. “Scusa tanto se ho fatto tardi per guadagnarmi qualche verdone..”

Lui si mise a passeggiare per la stanza guardando di tanto in tanto fuori per la finestra, “Ah si? E dove ti sei cacciata?!” chiese simpaticamente.

“Hem, hai presente il coyote ugly?!” disse Amy con un mezzo sorrisino.

“Oddio….non mi dire….che…il Bloody Mary?!! Ma sei pazza?! Lo sai che lì l’anno scorso una delle cameriere è stata violentata da uno dei bodyguards?! Cavolo…stai bene attenta Amy, togliti da lì…”

Quelle parole la fecero rabbrividire, e rimase per qualche istante a guardarlo fisso negli occhi, sembrava seriamente preoccupato per lei, ai suoi occhi una ragazza ingenua e malleabile, anche se non sapeva se credergli sul serio.

“Beh, hem…io, sono pronta, andiamo?!” disse cercando di non dire una parola in più, a dirla tutta le era anche passata un po’ la voglia di andare a pranzo con lui..

Camminarono in silenzio fino alla sua macchina, simile ad una grande jeep nera con i vetri oscurati.

“Sali pure” le disse tornando all’espressione lieta di prima. “Mettiti comoda, andremo fuori città..” le sorrise, mentre accendeva l’aria condizionata.

“Gerard?!” chiese lei mentre partivano veloci per la strada che emanava calore a vista d’occhio. “Davvero è successa una cosa simile lì dentro?!”

“Beh, io..non vorrei spaventarti troppo ma, si…ecco…si.. era finito sul giornale il caso, e il pub ha riaperto 3 mesi fa dopo un bel po’ di tempo...ci devi andare anche stasera?!”

Lei annuì, sperando che lui non le chiedesse altro, mentre lei decideva che fare. “Chiamerò, dirò che sto male..” disse convinta e innocente.

“Hmm, Sandra non ci crederà..vacci per questa sera, e io verrò con te, e poi, le dici semplicemente che non ti interessa più!” suggerì Gerard, sicuro di sé. “Ci penserò...ho una giornata davanti…” ci avrebbe pensato su davvero seriamente, forse aveva davvero ragione lui.

Parlavano già come se si conoscessero da una vita e mezza, ma non si sapeva se il feeling tra loro fosse come tra fratelli o amici, o se fosse destinato a diventare altro, ciò che lei sperava solo in parte.

 
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***Revenge Heart ***
view post Posted on 17/8/2008, 17:31




perdonami mony, quando mi avevi chiesto il piacere di postare i capitoli non sapevo ancora se dovevo partire si o no.
ma visto che ogni promessa è debito, non volevo che andasse incontinuata questa ff e ho chiesto alla mia amica chiara di postarli al posto mio. La chiamavo ogni giorno per sapere come andava.
Volevo dirtelo, ma credevo che quando postavi qui in ff fossi già partita e stessi postando a un internet cafè e forse non avresti letto il mio mp quando non ti saresti più connessa.
Se ti ha dato fastidio ti chiedo scusa, ma non volevo che per causa mia la ff non andasse più avanti.
 
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chemical lady
view post Posted on 17/8/2008, 18:49




letto!!
cm è premuroso Gee...
*___* che carino....
bhè non ho altro da dire, tanto la mony lo sa già cosa penso della ff!!!
 
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MCRdipendent
view post Posted on 18/8/2008, 10:41




oddeo..mi sto appaxxionando trpp..è bellixximo!!!vi prego,continuate a postare i capitoli..nn potete lasciarmi sul più belloooo!!!XD
 
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kiki17
view post Posted on 18/8/2008, 17:49




Ecco un capitolo.
Capitolo 7
Giunsero al ristorante verso l’una del pomeriggio, dopo aver passato quasi un’ora in auto a chiacchierare di Università, fumetti e New York in confronto a Chicago e Newark.

Ma niente musica, come se l’argomento ferisse entrambi, ma soprattutto lui, che poteva benissimo essere offeso da una come Amy, fragile, ma non stupida. E da come si comportava doveva tenerci un bel po’, quel giorno in cui le capitò in casa fu come aver trovato un tesoro, come quando un fottuto barbone puzzolente trova un bel cagnolino. Una compagnia, un qualcuno che gli sta vicino proprio nei momenti in cui si sente solo. E così fu per Gerard proprio nei momenti in cui i suoi amici cercavano di star assieme alle proprie famiglie e compagne, e la sua tipa era in giro per il mondo a fare chissacché.

Entrarono nel ristorante, e Gerard si diresse verso un tavolo, nella veranda sul retro coperta da un portico in legno; come se tutto il posto fosse casa sua fece accomodare la ragazza, che si sedette composta sorridente.

“Grazie” gli disse un po’ timida.

Lui si sedette davanti a lei e le porse il menu.

“Che mangi?!” chiese lui come se stesse parlando con sua sorella, curioso di quel che avrebbe preso, diverso dal solito.

“Hmm…credo che prenderò…hmm, un’insalata mista…” disse tranquillamente, aveva ancora lo stomaco un po' sottosopra dalla nottata, e non le andava di mangiare pesante.

Una cameriera dai soffici capelli biondi abbastanza voluminosi a causa dei boccoli si avvicinò al loro tavolo. Poterono benissimo notare il rossore accendersi sulle sue gote magre, a chi non faceva effetto vedere quella star dopotutto?!

Ordinarono due piatti completamente diversi, Gerard optò per una bella porzione di carne e patate fritte, mentre lei una semplice insalata.

Sembravano uno carne e l’altra pesce insieme, uno vino rosso e l’altra vino bianco. Totalmente diversi ma così carini insieme, in certe occasioni sembravano fratello e sorella, oppure addirittura padre e figlia, lui così uomo e lei ancora un po’ bambina ma cresciutella.

In altre invece erano proprio in sintonia. Si conoscevano da un paio di giorni, ma lei già sapeva di desiderarlo, moltissimo. E forse non credeva di essere rifiutata totalmente dopotutto. Aveva solo bisogno di tempo, aveva bisogno di tanto fottutissimo tempo.

Non esitò a chiederle del suo passato, Gerard. Se lei l’avesse chiesto a lui forse sarebbe stato un po’ inutile, insensato, sapeva molto di lui, forse non tutto, ma perlomeno poteva dire di conoscerlo abbastanza bene.

“Come mai hai preso la decisione di tornare?!” parlava a voce bassa, provando a mantenere il rispetto per lei, non volendo violare troppo la sua privacy.

“Beh, credevo di poter ritrovare qui le mie amicizie, di poter farmi una vita, trovare un lavoro, farmi una famiglia…che sarebbe uno dei miei sogni più grandi…sai è difficile.. è come se dovessi ricominciare tutto da zero, come se non conoscessi più nessuno, come se non avessi mai fatto niente fino ad ora; mi ritrovo qui senza una casa, senza un lavoro, ridotta a stare ad uno stupido motel, e a lavorare in uno squallido posto solo per tirare avanti e mangiare almeno un frutto al giorno..” le servì come uno sfogo, lui era l’unico con cui aveva potuto parlare un po’, da quando era tornata e aveva trovato tutto quel cambiamento.

“Cavolo…non posso dire che ti capisco, sarebbe stupido, ma…so che posso darti una mano Amy..” Lei si sentì solo un peso in più, non voleva la sua commiserazione, lei era forte e voleva farcela da sola, lui poteva aiutarla coi soldi, ma come si metteva con l'aspetto morale?

“Gerard, no, non devi, io ti ringrazio già solo per il fatto di essermi stato vicino in questi giorni sebbene sia stata un po’ sgarbata nei tuoi confronti.. ma non voglio assolutamente intralciare il tuo destino..” disse abbassando lo sguardo.

Gerard stava per dire qualcosa di diretto e forte, ma la cameriera carina arrivò a portare i piatti.

Le sorrise ringraziandola e se ne andò via contenta, con le braccia dietro la schiena.

“Beh, buon appetito Gerard…” disse lei sollevando il bicchiere d’acqua e bevendo un sorso prima di iniziare a inforchettare la sua insalata mista.

“Buon appetito..Amy..” disse il suo nome con un tono di voce così malizioso, così caldo che a lei si raggelò un po’ il sangue. Mangiarono quasi in silenzio, fecero solo qualche misero commento riguardo il pranzo e il locale.

“Hey, ti va una sigaretta??!” le chiese lui, già porgendole il pacchetto aperto.

“Grazie, si..” lei ne prese una ed estrasse dalla sua borsa l’accendino che le aveva regalato la sua amica Marit, e si accese la sigaretta con lo sguardo basso.

Lui fece lo stesso e si alzò in piedi. Lei lo fissò un po’ spaventata, ma lui subito si risedette, solo che si sedette accanto a lei, così che potesse parlarle diritto negli occhi.

“Dicevi prima che non volevi intralciare il mio destino??!” eccolo che tornava diretto; lei stava cominciando a sudare, sentiva di essere impalata sulla sedia, come se improvvisamente una colla potentissima le avesse bloccato tutto il corpo, lingua compresa.

“Beh, sai che ti dico Amy?! Tu non mi hai affatto intralciato il destino, anzi, forse era proprio destino che noi due ci incontrassimo e cominciassimo a legare. Non credo mai a tante stronzate Amy, ma appena ti ho vista la memoria si è messa in moto, e forse…beh, non credo che tu mi sia del tutto indifferente..” fu molto diretto e lei si sentì ancor di più in soggezione, sembrava un abitante equatoriale al polo nord.

“Che….che vuoi dire?!” riuscì a balbettare.

“Beh, credo poco nel destino ragazza, ma se questa volta ti ha mandato lui da me, vuol dire che non devo farti scappare…non dobbiamo perderci di nuovo..” disse, anche se Amy riusciva a capire solo una minima parte di tutto quel discorso.

“Gerard, io…che razza di casino..non so che dire, ma..tua moglie?!” a quelle parole una smorfia sembrò disegnarsi sul suo viso così bello e solare. “Lei, puah, lasciamola perdere, non centra con noi due…” sputò fuori mentre aspirava dalla sigaretta.

Quelle parole, quel “noi due” per Amy potevano significare tutto e niente. Era un po’ spaventata, non voleva finire per nessun motivo al mondo nei casini per colpa sua, anche se era del tutto padrone di far quel che voleva, ma se doveva nascere qualcosa di forte tra loro preferiva che fosse dopo che la questione con Lyn-z si era sistemata.

La solita cameriera perfettina tornò a portare via i piatti e a chiedere se desideravano il dessert o il caffè. Amy stava per aprire bocca, ma Gerard la precedette. “No grazie, apposto così. Il conto per favore..” e tornò ad aspirare dalla sua sigaretta, facendo poi cadere la cenere sul posacenere accanto all'oliera.

“Scusa, ma avrei gradito un caffè..” confessò Amy spegnendo la sigaretta e premendola finché cessò di fumacchiare. Le sembrò davvero un gesto sgarbato quello, nei suoi confronti; solo perché aveva detto qualcosa che a lui non andava a genio non le sembrava il modo adatto per “vendicarsi”, il comportarsi male.

“Facciamo due passi, andiamo a prenderlo da Starbucks il caffè…” disse lui, lanciando la sigaretta con un gioco di dita fuori per la veranda che dava in una stradina secondaria deserta.

Si alzò non appena vide la cameriera arrivare con il libretto in pelle contenente il conto. Diede uno sguardo veloce ed estrasse due banconote da venti dollari.

“Tieni per te il resto, grazie sei stata molto gentile..” le sorrise e si voltò verso Amy, che con un unico suo sguardo capì che si doveva alzare e muoversi a seguirlo. Amy si sentì un po' in imbarazzo, lei avrebbe aspettato il resto, ma dopotutto, non era ricca come lui.

Dove l’avrebbe portata?? Avrebbe cambiato umore per solo due parole? Cominciava a dubitare che fosse quello che aveva sempre visto nei dvd e in filmati vari in tv o al pc. Tuttavia senza fiatare lo seguì, e continuava a ripetersi solamente “non fare passi falsi da sola…il resto è relativo..”

 
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276 replies since 3/8/2008, 15:18   2231 views
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