________________________________ Andy Carter
Cercò in tutti i modi di non guardare Andrew mentre con passo insicuro continuava la sua strada, ma lui la bloccò per il polso facendola voltare. La ragazza si senti ardere nel punto in cui lui l’ha toccata.
-Voglio parlarti.-
-E’ troppo tardi. Non mi sembra che ti sia mai interessato più di tanto.-
-No infatti.-
Quelle due parole furono inaspettate anche se sapeva che era la pura verità.
-E allora di cosa vorresti parlare?-
-Andy penso di aver sbagliato parecchie cose con te.-gli occhi castano con pagliuzze dorate di Andrew si spalancarono un po’ – Ma vorrei tanto poter riparare…Quindi se tu vuoi…-
Non fece in tempo a finire la frase. Andy gli si buttò tra le braccia, col torace che le faceva male da quanto il cuore le batteva, stampandogli un bacio disperato sulle labbra mentre le lacrime uscivano.
Gerard Way stava passando di lì Mentre andava davanti al locale dove aveva appuntamento con Andy.
Vide tutta la scena, mentre il sorriso gli moriva sulle labbra, sostituendo una smorfia sofferente.
Vedeva l’oggetto delle sofferenze più grandi di Andy che l’abbracciava come se volesse fagocitarla e lei che ne baciava le labbra come se potesse mantenerla in vita solo con quel contatto. Vedeva le lacrime perlacee di lei e il respiro tranquillo di lui.
Semplicemente si voltò e se ne andò. Incrociò nel suo cammino una ragazzina del secondo liceo che lo guardò ipnotizzata. Semplicemente la guardò distratto e tornò a casa.
Donna Way non fece caso al fatto che suo figlio era rientrato, perché stava discutendo col suo figlio minore al telefono, un caso molto fortunato, pensò Gerard mentre si chiudeva in camera.
Sarebbero state le nove tra cinque minuti e lui era certo che lei non ci sarebbe stata.
E si sbagliava. Andy era bruciante d’emozioni, tremante, con il numero di casa di Andrew stretto tra le mani come se fosse stato un diamante, ma davanti al locale c’era. Voleva raccontare tutto al suo amico, confidarsi, parlare anche di più di quanto fosse abituata. Ma non vedeva la giacca di pelle e i capelli nerissimi di Gerard arrivare. Un po’ attonita e preoccupata continuò ad aspettare per oltre mezz’ora. Poi decise di andare a casa sua, magari si era addormentato o che.
Citofonò davanti casa Way e le aprì la madre.
-Ciao Donna.-
-Oh,Andy ciao! Non dovevi vederti con mio figlio stasera? E’ di sopra in camera sua se vuoi.-
-Grazie mille. Ma tu dove vai?-
-Devo passare a prendere mia madre per accompagnarla da una amica. Non mi fido a lasciarla sola non è un bel quartiere questo.Tornerò verso mezzanotte. Non fate cose di cui io non vi permetterei mai di fare.-
La malizia velata di quell’ultimo commento fece arrossire Andy, ma Donna scherzava. Con un cenno la madre di Gerard camminò verso il marciapiede, i capelli biondi e il vestito nero in netto contrasto con l’ambiente urbano. Mentre stava per salire le scale incrociò Mikey il fratello minore di Gerard che la guardò interrogativo dietro gli spessi occhiali rotondi .
-Mio fratello è di pessimo umore.- si limitò a dire e scese le scale fino ad arrivare in salotto.
Sempre più basita Andy salì tutte le scale e bussò alla porta della camera di Gerard.
-Gee? Mi apri per cortesia?-
Niente.
-Gerard, so che sei lì dentro.-
Nessun rumore tranne lo stereo che trasmetteva i Pink Floyd.
-GERARD DEVO SFONDARE LA PORTA?-Lo stereo si spense di colpo. Il ragazzo aprì e lei notò che indossava una camincia nera mezza sbottonata, dei Jeans strappati e converse nere. Quindi non si era addormentato anzi era vestito di tutto punto. La ragazza Notò con orrore crescente che aveva una bottiglia di vodka vuota sul comodino.
-Gerard da quando in qua bevi?-
- Se non hai occhi per vedere non è colpa mia. Io So da quasi otto mesi che tu sei bulimica.-
Il tono di voce crudele e insofferente la ferì. Sembrava il ragazzo che aveva conosciuto il primo giorno di scuola, non quello che era veramene.
-Queste non sono cosa di cui…-
-Vedi Andy, devi sapere che ognuno qui ha i suoi problemi. I suoi FOTTUTISSIMI PROBLEMI. Non ti ho mai fatto domande sui tuoi disturbi e tu da brava egoista non ti sei mai accorta dei miei.-
-Ma Gerard.- replicò Andy con gli occhi lucidi – Non me ne hai mai parlato! Insomma…Eri sempre sobrio quando stavi con me!-
Gerard la guardò con un sopracciglio alzato. – Di certo quando ero sbronzo non venivo a casa tua o a stare da solo con te.-
-Da quanto tempo va avanti questa storia?-
- non ti deve interessare.-
-No Gerard io…-
Il ragazzo si alzò e chiuse a chiave la porta. Per la prima volta da quando erano amici Andy si sentì atterrita da rimanere sola con lui.
-Ti sei divertita con Andrew? Sono certo che le sue braccia ti hanno consolato a dovere prima.-
Anche se Gerard avesse visto il bacio, Andy non riusciva a capire la sua rabbia.
-Gerard hai visto il bacio?-
-SI CHE L’HO VISTO E DEVO DIRE CHE SONO FELICISSIMO PER TE!- dal suo tono non sembrava proprio felice.
-Gerard sei ubriaco.-
-No non è vero.- disse lui mettendo lo stereo al massimo volume.
-Hai bisogno di aiuto! Ti prego sfogati con me!-
- DIMMI ANDY SEI SODDISFATTA? TI HA FERITO UMILIATO MARTORIATO E TE? APPENA TI ALLUNGA UN DITO TI ARRAMPICHI SBAVANTE A TUTTO IL SUO BRACCIO!-
-POTREBBE ESSERE L’INIZIO DI QUALCOSA!-
-NON HAI CAPITO? QUELLO VUOLE SOLO AVERTI perché NON HA NIENTE DA FARE!-
Andy capì male le sue parole :- QUINDI VORRESTI DIRE CHE QUALSIASI PERSONA MI STIA ACCANTO STA CON ME SOLO perché NON HA NIENTE DA FARE?--No non intendevo questo….-
-PENSAVO CHE TU FOSSI FELICE PER ME….-
-ANDY COME POSSO ESSERE FELICE SPIEGAMELO? TI STA USANDO!-La ragazza scoppiò in lacrime.
Lui l’abbracciò e lei le pianse contro la spalla dicendo - perché Gerard? Perché non sei felice per me?-
In realtà non sapeva nemmeno lui esattamente cosa dire. A un’altra persona avrebbe detto di stare attenta ma perché aveva reagito in questo modo con Andy?
La ragazza prese la testa di Gerard in modo che i suoi occhi neri si piantassero su quelli verde dorato di lui
-Dimmi che ti prende.-
Lui per tutta risposta la prese per la nuca e l’attirò a se.
Il bacio di Gerard non era stato come quello di Andrew, apatico e delicato. Era violento aggressivo disperato. Andy indietreggiò fino a toccare la parete e nonostante il suo cervello comandasse di ribellarsi semplicemente non ci riusciva.
Il profumo di dopobarba le ferì i sensi stordendola e nonostante tutto il suo cuore batteva all’unisono con quello di lui. Le mani di Gerard scorrevano e Andy si strinse più forte a lui. Ma era sbagliato e lo sapeva. Lei e lui erano amici…solo amici. E quando lui sembrò decisamente volere di più riuscì a districarsi e a dire.
-Gerard non posso.-
-Perché? –
-Sto con Andrew ora. Fattene una ragione.-
Gerard si alzò e aprì la porta – Vai allora.-
Quando Andy se ne andò, lui scagliò con furia un bicchiere di vetro che stava sul comodino che andò ad infrangersi sul muro davanti a lui.
Prese una matita e scrisse a lettere cubitali sul muro bianco, incurante di tutto.
A volte urlo così forte quando ti supplico
sono così stanco di tutto l'inutile azzuffarsi
ma tesoro, quando ti stendono e
ti buttano fuori, è lì che devi stare
e dopo tutto il sangue che ancora mi devi
un altro dollaro è solo l'ennesima goccia
allora sistemati gli occhi e rialzati
meglio che ti rialzi, finché puoi.