CITAZIONE
uhhhh la cosa si fa non solo interessante, ma anche avvincente...e paperino lo leggo pure io!!! prespicace la mamma è?? mmmnon è giusto, mi sento come attirata da gerard. xò da una parte sento mickey come una povera ragazza indifesa..ok sto delirando, ragazzi li vedo come puelle aggraziate, e la donzella pura e sincera dovrebbe essere Uma. Sì, e Gerard l'angelo vendicatore che-nebbia puzzolente in scena- ta dàà si trasforma in Prince Chaming. Peò voglio anche il gatto. preferibilmente con le pattine, gli stivali mi sporcano la moquette, grazie.
riverenze
Tu mi fai morire!!!
Ah... dopo questo capitolo voglio un altro commento geniale così eh...
Uma uscì di casa e prima di andare al bar decise di tornare da Bryan, portarlo a letto di nuovo, e acquistare un’altra pasticca da lui.
“Dai oggi te ne do due… Sono generoso. E tu sei la mia migliore cliente.”
Ne prese una e poi andò al bar. Comprò un pacchetto di gomme per non destare sospetti su di lei, e poi con grande indifferenza, se ne andò nel bagno dei maschi che con grande fortuna, era vuoto. Trovò la mattonella e il pacco che mise nella borsa. Poi uscì dal bar e tornò a casa.
Gerard l’aspettava sul divano con la sola luce della televisione.
“Mettimelo nell’armadio in camera.” Disse riferendosi al pacco.
Uma poi si rilassò nel divano. Adesso che ci pensava però, aveva ancora un’altra pasticca che Bryan le aveva “gentilmente regalato” Così prese dell’acqua e la ingoiò.
“Questa sera in tv non c’è un cazzo.” Disse Gerard con il suo solito modo di fare.
“Come sempre…”
“Come è andata la giornata?” domanda insolita.
“Normale. A te?”
“Normale. Frank oggi si è incazzato con me e ha spaccato il giochino per la play. L’ha ridotto in frantumi.”
“E perché si è incazzato con te?”
“Perché lui si incazza sempre. Oggi diceva che lo innervosivo.”
“Tu innervosisci tutti Gerard.”
“Non ti sei mai chiesta perché?”
“Dimmelo tu…”
“Semplicemente perché gli altri innervosiscono me.”
“Ah adesso capisco tutto.”
“Vado a letto. Non fare casino sennò mi incazzo.”
Il mattino seguente e cioè il nove agosto, era il compleanno di Uma. Lei si era completamente dimenticata ed infatti fu il foglietto della madre con gli auguri che glie lo fece ricordare. Infondo però, era esattamente un giorno come un altro. Sole, completa solitudine in casa e tanta voglia di pasticche.
“Ciao Uma…”
“Mikey perché non sei al lavoro?”
“Oggi è sabato e io non lavoro.”
“Prima lavoravi anche il sabato…”
“Adesso non più.”
“Capisco…”
“Hai impegni per questa mattina?”
“Perché?”
“Oggi è il tuo compleanno. Devi scegliere il tuo regalo…”
La ragazza ci pensò un po’ su. Ma sì… fino al pomeriggio, poteva resistere senza una pasticca.
Viaggiarono tutta la mattina per i negozi. Parlarono decisamente poco ma la sorella sentiva quanto Mikey le volesse bene. Come cazzo faceva ad adorare una sorella che nemmeno conosceva? Come faceva a volerle bene?
Alla fine Uma scelse un vestito molto bello corto fin sopra le ginocchia di un viola scuro. Tornarono a casa e Mikey si andò a fare una doccia. Gerard stava cantando e facendo una specie di balletto sotto le note dei Queen mentre spalmava del burro di arachidi sul pane.
“Siete stati a fare shopping mie cari fratelli??”
“Sì imbecille perché oggi è il mio compleanno.” Rispose infastidita Uma.
“Quindi un giorno esattamente come tutti gli altri.” E continuò a cantare. La madre tornò a pranzo e fece gli auguri per bene alla figlia dicendole che il giorno seguente l’avrebbe portata a comprare il regalo.