Vado avanti...
Bhè... questa ff è tutta un casino... dall'inizio...
Uma rientrò in casa e c’era la madre (che ancora non era andata dalla zia), Mikey e Gerard che litigavano fra loro. Era un litigio davvero pesante questa volta. E non era come le solite volte che Mikey stava dalla parte della madre, adesso tutti e tre si lanciavano insulti.
“Gerard dovresti vergognarti di come cazzo fai questa vita di merda!”
“Mikey ti ho detto che non devi rompermi il cazzo! Io vivo come mi pare e tu non sei di certo Cristo che mi dice che devo fare!”
“Ragazzi voi mi state facendo diventare pazza! In casa non fa mai niente nessuno, tutto il giorno ad azzuffarvi, non vi aiutate!!! Ma che razza di mostri ho messo al mondo???”
“Mostri??? Bhè grazie mamma!!! E che ne dici del fatto che io pur essendo più piccolo di Gerard già lavoro e ti preparo il pranzo tutti i giorni??? Questo non lo calcoliamo perché il povero Mikey deve essere paragonato agli altri due esseri spregevoli!!!” Mikey quella sera era davvero fuori di se.
“Esseri spregevoli intendi me e Uma??? Bhè lei sì ma a me non mettermi in mezzo!!! Io mi faccio i cazzi miei!!!”
Uma poi schiarì la gola in modo da farsi notare, ma anche se si erano tutti accorti della sua presenza, continuarono ad urlare.
“Ehm… i vicini dormono…” disse alla fine.
“I vicini dormono… E tu adesso mi devi dire che cazzo me ne frega a me se quei cretini dei vicini dormono!!!” rispose Gerard con estrema arroganza.
“L’ho solo detto perché state strillando come dei pazzi!!! Qui chiamano la polizia Cristo!!!”
“Al diavolo… siete un branco di deficenti… non capisco come uno intelligente come me, possa essere nato in una famiglia di imbecilli!” continuò Gerard
“Gerard io non ti permetto di parlare in questo modo!!!”
“Ah no mamma?? E guarda un po’… io lo faccio lo stesso…” e si infilò in camera sbattendo la porta quasi rompendola. Ma la madre questa volta decise di non dargliela vinta e così lo inseguì richiudendo di nuovo la porta dietro di sé.
Adesso erano rimasti in sala solo Mikey e Uma. Il ragazzo si portò le mani nei capelli e poi sedendosi disse: ”Dove cazzo andremo a finire?”
Uma aprì il frigorifero e si versò della coca cola in un bicchiere.
“Da che è partito questo casino?”
“Da una cazzata come sempre. Mamma ha visto che la camera di Gerard come al solito è un porcile e da lì ha dato fuori di testa dicendo che siamo dei figli incorreggibili e che non facciamo un cazzo.”
“Wow… Emozionante…” si buttò di peso nel divano lasciando cadere della coca cola nel tappeto.
“No Uma. Non è emozionante per un cazzo. E’ uno schifo e non capisco come tu possa continuare tranquillamente a vivere in questo modo. Proprio non lo capisco. Forse si spiega tutto dal fatto che hai lo stesso carattere menefreghista ed egoista di Gerard. Come cazzo fate a essere così?”
“Io non sono come Gerard. Lui è malato proprio. Lui non ha un minimo di umanità io sì.”
“Tra poco, te l’assicuro, diventerai la sua copia sputata.” Alzandosi si diresse disperatamente verso la porta di casa e se ne andò da Alicia.
“Adesso esci dalla mia camera!!!”
“Gerard chi cazzo ti ha fatto così???”
“Non so chi cazzo ti sei scopata per crearmi in questo modo. Ma questi sono problemi tuoi Cristo!!! Esci ho detto!!!”
La madre gli mollò un ceffone così forte da farlo subito diventare rosso sulla guancia. Ma dell’espressione del suo volto, si pentì subito di quello che aveva fatto. Non aveva mai menato nessuno dei suoi figli, nemmeno quando erano bambini. La madre improvvisamente scoppiò a piangere singhiozzando profondamente.
“Se adesso non ti ammazzo, è solo perché sei mia madre. Adesso sparisci prima che ci ripensi.”
“Non vedo l’ora che sparisci dalla mia vita Gerard…” e corse a prendere la sacca per andare dalla zia a dormire. Uma in quel momento la vide piangere e ebbe quasi l’intenzione di andare da lei. Ma poi decise che era meglio di no. Prese la sua pasticca e si stese nel divano.
Dalla camera di Gerard sentì dei rumori come se delle bottiglie di vetro urtassero fra di loro. Così decise di andare lì anche se probabilmente il fratello l’avrebbe uccisa.
La porta era socchiusa e il rumore era proprio delle bottiglie. Quelle dei liquori e alcolici vari che adesso aveva disposto nel suo letto.
“Posso?”
“Che cazzo vuoi adesso?”
“Voglio parlare con te.”
“Non voglio parlare. Voglio bere.”
“Puoi parlare anche mentre bevi.”
“Non voglio parlare. Voglio SOLO bere. Adesso sono più chiaro?”
Uma non gli diede ascolto, chiuse la porta alle sue spalle e si sedette nel letto con lui.
“Hai intenzione di farmi da strizzacervelli? Bhè non ne ho bisogno. L’ultima volta che mamma mi ci ha portato, come puoi vedere ha peggiorato solo le cose.”
“Gerard… Perché ti comporti così?”
“Che razza di domanda è?”
“Perché tratti tutti male? Perché hai fatto piangere mamma? Perché non accetti di parlare con tua sorella??”
“E’ come se chiedessi a un educato perché è educato, o a un avaro perché è avaro, o a un pezzo di merda perché è pezzo di merda. E’ il mio carattere Uma!!! Il carattere è l’unica cosa delle persone che non si può cambiare.”
“Ma non ti trovi male con gli altri?”
“Un educato o un avaro si trovano male con gli altri? No perché nemmeno se ne rendono conto, perché quello, è il loro carattere.”
“Non potresti cercare di migliorare la tua vita Gerard? Sei grande e ancora non hai un lavoro.”
“Ma chi sei mia madre? Tu sei l’unica che deve stare zitta e che deve davvero cambiare la sua vita. Sei fatta ventiquattro ore al giorno. Scommetto che hai appena preso una pasticca. E allora è meglio che stai zitta non trovi?”
“Gerard io sarò sbagliata quanto vuoi ma almeno sono umana. Tu non vuoi bene a nessuno se non…”
“…A me stesso… Sì…” continuò Gerard.
“Ecco. Dovresti cominciare ad aprire il tuo cuore a qualcuno no?”
“Sono dei discorsi patetici. Io non ho bisogno di nessuno.”
“Tu vorresti dirmi che odi tutti?”
“Certo…”
“E se davvero è così, come mai l’altra volta sei entrato al bagno mentre parlavo con Bryan? Perché mi avevi vista entrare e mi avevi seguita, poi avevi sentito che Bryan voleva un pompino se non avevo i soldi e così tu che hai fatto? Sei entrato per controllare la situazione. E questo perché sono tua sorella e mi vuoi bene. E quella notte qui in camera tu quando eravamo ubriachi fradici che stava per succedere quella cosa orribile… Tu hai avuto la prontezza di fermarti e di dirmi che non eri abbastanza ubriaco per fare una cosa del genere. E questo perché mi vuoi bene.”
L’espressione di Gerard stava a dire che era in uno stato di totale confusione e paura perché era stato scoperto. Non era più il duro di prima perché la sorella aveva scoperto che anche lui aveva dei sentimenti.
“Vattene a letto. Tuo fratello ora ha da fare con i suoi alcolici.”
“Va bene Gerard. Ma pensa a quello che ti ho detto.” E se ne andò in camera sua chiudendosi a chiave come tutte le sere.