Grazie ragazze.........
(ah... questa parte è un po' lunga...)
UNA VISITA INATTESA“Voglio una buona colazione Gerard…”
“La sto preparando adesso. Siediti un attimo. Dobbiamo chiarire alcune cose della sera che ho vomitato..”
“Lo so che ti dispiace Gerard e che non sapevi quello che dicevi… capisco perfettamente tranquillo…”
“No Uma. E’ esattamente l’opposto. Sapevo quello che dicevo. Anche troppo bene. Io non riesco a vederti come mia sorella…”
“Gerard… non dire… non dire cazzate per favore…”
“Uma… io ti amo davvero. E se solo provassi ad immaginare quanto vorrei uccidere Bryan ogni volta che vi vedo insieme..”
“GERARD TU STAI DELIRANDO!!!”
“Calmati. Volevo che sapessi la verità. Volevo solo… dirtelo…”
Uma rimase in assoluto silenzio. Sconcertata. Non sapeva che pensare. Era la stessa cosa che provava lei tempo fa per lui. Pura attrazione e passione.
“Io… io non so che dire…”
“Non dire niente.” Il ragazzo si avvicinò a lei e la accarezzò spostandole i capelli dalla guancia. Uma provò dei brividi che le percorsero tutto il corpo. E senza riuscire ad accorgersene in tempo, lui si avvicinò lentamente e la baciò.
Quando si staccò, Gerard era terribilmente pentito. “Uma…”
“Gerard, non parlare. A pensarci bene adesso, non ho molta fame. Vado in camera mia…”
Dopo un’ora Uma uscì dalla stanza e si accorse che Gerard le aveva lasciato la colazione nel tavolo della cucina ma se n’era andato. Dove ovviamente non si poteva sapere. La ragazza non mangiò ma ingoiò subito una pasticca a stomaco vuoto e se ne andò in bagno a farsi una doccia calda. D’un tratto squillò il campanello Uma ancora con i capelli bagnati, andò ad aprire.
“Ciao Uma.”
“Mikey… Perché sei qui?”
“Fammi entrare.” La ragazza ancora sconcertata lo fece passare. Come mai si era fatto solo vivo solo adesso?
“Che cosa vuoi?”
“Sono tuo fratello credo di avere il diritto di venirti a trovare non credi?”
“Bhè… Sì.”
“Gerard dov’è?”
“Ehm, non lo so. Credo sia uscito.”
“Stai bene con lui?”
“Sì. Si può dire che me la cavo da sola. L’unica cosa che ci tieni vicini è la casa. Viviamo insieme e basta.”
“Capisco. Ti sei impasticcata da poco vero?”
Uma si sistemò imbarazzata i capelli e cercò ci coprirsi gli occhi. “..Vuoi qualcosa da bere Mikey?” chiese cercando di cambiare discorso.
“Solo un po’ di caffè se c’è.”
“Okay… te lo prendo.” Poi la sorella tornò in sala dove aveva lasciato Mikey e fumando, gli porse la tazza di caffè.
“Grazie.”
“Mamma come sta?”
“E’ triste. Molto triste.”
“L’ha voluto lei che ce ne andassimo.”
“Già, per colpa di quello che dissi quella sera.”
“Esatto. Ma devo solo ringraziarti. Sto meglio qui.”
“Perché Gerard ti fa fare quello che vuoi, dove vuoi, a qualsiasi ora.”
“Mikey, devi capire che ormai io sono così. Quello che mi dici, non cambia il mio destino. Io starò tutta la vita a cercare di guadagnare soldi per fumare e per impasticcarmi. Io non avrò mai una famiglia perfetta né tantomeno un lavoro perfetto. Gerard mi lascia fare perché sa che è così. Mentre tu, ancora non vuoi arrenderti all’idea.”
“Uma sai quante cazzo di persone riescono a disintossicarsi??”
“Se io lo volessi Mikey, tra meno di un mese sarai una persona nuova e pulita. Ma il mio destino è già scritto proprio perché io NON voglio disintossicarmi.”
“Io… io non ti capisco.”
“Nemmeno io mi capisco Mikey. Ma è così. Ci sono molte cose che nella vita non si capiscono ma sono in quel modo. Se tu adesso mi chiedessi perché non voglio smettere con la droga, io ti risponderei ‘perché mi piace’. Ma non saprei dire nient’altro perché nemmeno io lo so.”
“E sai cos’è una cosa che io non capirò mai invece?”
“Quale?”
“Non capirò mai perché non possiamo essere dei fratelli normali. Perché tu non vieni a chiedermi consigli, perché non mi chiedi aiuto, perché non mi abbracci… Tu non te ne accorgi Uma ma sei morbosamente legata a Gerard più di ogni altra cosa. Siete entrambi cattivi, maligni, egoisti, solitari. Ma pur rifiutando ogni contatto con le persone, avete quasi vitalmente bisogno l’uno dell’altra.”
“No Mikey, non è così.” Uma era sconvolta perché il fratello stava sputando quelle frasi con talmente tanta convinzione, da convincere anche lei.
“Oh sì Uma. Molleresti questa casa per venire con me piuttosto che rimanere con lui? No… Lasceresti che qualcuno te lo tocchi? No…” la sorella stava riflettendo profondamente. Non si era mai posta quelle domande ma adesso che se le sentiva fare, si rendeva conto che tutto quello che diceva Mikey era vero.
“Uma… io sono sempre stato geloso di voi due. Io ti ho adorata dalla prima volta che ti presi in braccio. Volevo che io e te saremmo diventati due fratelli meravigliosi. Mi ero giurato di farti da padre e di proteggerti da tutto, specialmente da Gerard. E più vado avanti, più mi rendo conto di aver fallito.”
“Mikey…”
“Ho cercato in tutti i modi di impedire che tu crescessi con lo stesso carattere di Gerard. Ma cazzo, siete identici. Vi odiate ma non riuscite a stare staccati. E’ incredibile. Lui è come il tuo maestro ma non si accorge che certe volte sai essere più crudele di lui….”
“Mikey stai dicendo cose assurde… Sappi che non è così Mikey. Sappi che mi sono rotta il cazzo di sentirmi dire che sono crudele, spietata e terribilmente misteriosa. Basta adesso! Sono una ragazza perfettamente normale va bene? Qui non c’è nessun allievo e nessun maestro. Sai che ti dico? Che quello a essere pazzo sei tu! E adesso vattene!!” Si accorse che stava urlando parecchio forte. La porta di casa si spalancò.
“Uma che diavolo….?” Era Gerard che spaventandosi dalle urla, era piombato di corsa in casa. Quando vide Mikey tutto gli era chiaro.
“Vado…” disse il fratello minore e dando un’occhiata colma di odio a Gerard se ne andò.
Gerard si precipitò da Uma che adesso stava piangendo. “Che cosa è successo?”
“Niente Gerard… Niente…”
“Coraggio, dimmelo… che ti ha detto?”
“Ha detto che io e te siamo uguali, che diamo crudeli e che non potremmo vivere separati perché pur odiandoci abbiamo bisogno di stare insieme. Ha detto un branco di cazzate assurde. Con un cattiveria immensa… Gerard, non deve più entrare qui, promettimelo.”
“Te lo prometto.” E la abbracciò accarezzandole i capelli.