Non ho idee per il titolo3, (non è un continuo delle altre)

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SiliconTracks
view post Posted on 7/10/2009, 19:21




Che Gerardo fosse un maniaco nella mia ff non è una novità cara...

comunque grazie ragazze. ecco il continuo.

Tornarono a lavorare e David si accorse immediatamente che Uma era triste e nervosa. “Che cosa c’è che non va?”
“Ah niente… scusami…”
“Non importa. Ti vedo un po’ imbambolata però. Cerca di riprenderti dai.”

Alle sette finalmente, Gerard andò a riprendere Uma la quale prese la sua seconda pasticca.
“Se mamma sapesse che ti faccio fare queste cose davanti a me, mi ucciderebbe.”
“Ma lei non lo saprà.”

Tornarono a casa stanchissimi e cenarono in silenzio. Dopo cena dalla voglia di vedere Bryan, Uma uscì di casa velocemente.
“Bryan!”
“Ciao Uma.” Era ancora incazzato.
“Bryan ti prego, smettila di avercela con me.”
“Tu lo farai, lo so.”
“Mi dispiace Bryan per oggi. Ma ti ho promesso che non lo farò cazzo!”
“Certo…”
“Bryan devi fidarti di me! Io ho capito che sei una persona straordinaria e voglio davvero stare con te va bene??”
“Hai deciso che allora… vuoi stare con me davvero?”
“Sì…” il ragazzo sorrise e poi arrivò un cliente.
“Ehy Bryan!!!”
“Ciao Crhis…”
“Il solito…”
“Cento dollari.”
Il ragazzo gli diede i soldi e acquistò un sacchetto nero con dentro ovviamente, della droga.
“Vedi quello che è appena venuto qui? Non ha un soldo e mi paga cento dollari al giorno. Continua a rubare e il suo appartamento è una fogna. Vedi come si è ridotto per sniffare?”
“Bryan ho capito. Adesso non parliamone più però.”

Il resto della serata Bryan continuò ad avere clienti e lui e Uma ebbero pochissimo tempo per parlare.
“Bryan io me ne vado. Si è fatto tardi.”
“Tieni tre pasticche. Notte Uma.”
“Notte Bryan.” E tornò a casa.

Passò un altro giorno e arrivò finalmente quel maledetto venerdì sera. Gerard e Uma andarono a casa di Bryan verso mezzanotte e trenta. Lui spiegò loro quello che dovevano fare.
“Mi raccomando fatevi vedere sicuri o quelli proveranno ad incularvi. Uma… stai attenta ti prego…”
“Non preoccuparti.”
“Vieni da me quando hai fatto e portami la valigetta con i soldi.”
Gerard e Uma andarono alla miniera vestiti eleganti e con una sicurezza che quasi non si riconoscevano.
“In bocca al lupo fratello…” disse Uma.
“Crepi.”
Alle una spaccate, arrivò una macchina bianca. Era un Bmw abbastanza lussuoso di quelli che in giro se ne vedono ben pochi. Scese un uomo di colore con moltissimi anelli e bracciali vestito benissimo. Dietro di lui, c’erano quattro che lo coprivano in caso di cazzate.

“Siete nuovi eh?” chiese quello che sembrava essere il boss
“Siamo nuovi.” Rispose Gerard.
“Bene… Allora… La roba?”
“E’ nella macchina. Prima vogliamo vedere i soldi.” Disse Uma
“Quel che è giusto, è giusto. Ragazzi..” i suoi uomini aprirono il portabagagli e ne estrassero una valigetta. Fecero vedere e i soldi e poi Uma prese la sacca dalla macchina che conteneva la droga. Andò dal boss e glie la porse.
“Proprio un bel vestito bellezza.” Disse il boss.
“Grazie. Ci vediamo alla prossima.”
“Certo, è sempre un piacere fare affari con i vostri capi.” Salirono nella macchina e partirono dando la valigetta con i soldi a Uma.
I due fratelli salirono in macchina e andarono verso casa di Bryan.
“Ecco la valigetta.”
“Grazie al cielo siete vivi… Allora… questa è la parte dei vostri soldi…”
Bryan consegnò una mazzetta per uno.
“Mille dollari a testa? Abbiamo rischiato di farci ammazzare e solo mille dollari per uno?” chiese Gerard sbalordito.
“Il capo non sono io. Il mio boss vuole che sia così. Mi dispiace.”
“Cristo che inculata!”
“Gerard io direi che dobbiamo accontentarci no?” lo rimproverò Uma.
“Torniamocene a casa.” Rispose lui
“Ehm… Domani sera… C’è un alto scambio… questa volta vi pagheranno di più. Circa 1500 dollari a testa. Ma sarà pericoloso e si tratta di armi questa volta. Avrete con voi altri tre ragazzi. Ma dovete essere voi a decidere se andarci o no.”
“Io voglio farlo.” Disse Uma.

Il giorno seguente la giornata passò molto velocemente e arrivò presto sera. Con i due fratelli c’erano anche altri tre ragazzi: Tim, Kevin e Pitt. Anche questa volta i ragazzi se la cavarono ma ebbero davvero il terrore puro.


 
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NiNàO___O
view post Posted on 7/10/2009, 21:55




l'immaginazione e la fantasia vanno a braccetto, quando leggo le te storie... la bmw bianca, l'uomo nero che sicuramente ci deve avere gli occhiali, pitt che ha i capelli davanti agi occhi e Gerard vestito da pinguino...si sto sparando cianciate, tungsteno della lampadina sta fondendo. è troppo tempo che non faccio una notte gaia. e i fennec mi danno da pensare. sono troppo carini con quelle orecchione lunghe lunghe...potrebbero essere i cuccioli di Gerard: infidi e scontrosi inizialmente, complessi ma sinceri e affettuosi poi. sisi. sto scrivendo cavolate, manco mi fossi fatta passare da Bryan un intero baule di roba. n, costa troppo. la grana non mi basta. e non mi va di rapinare una banca: anche quelle sono al verde. brava. continua così.
 
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SiliconTracks
view post Posted on 8/10/2009, 17:57




Grazie cara... sei fantastica come sempre... Gerard vestito da pinguino? Bizzara come cosa... bhè, posterò il seguito domani... :)
 
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SiliconTracks
view post Posted on 9/10/2009, 13:30




ecco il continuo...


Passarono i tre mese maledetti durante i quali Gerard e Uma lavorarono come pazzi. Arrivò il giorno in cui la madre in una fredda giornata di novembre prese i due fratelli da una parte. “Spero che abbiate i soldi per andarvene”
“Certo, abbiamo lavorato come pazzi.”
Gerard si mise subito alla ricerca di un appartamento nelle vicinanze e ne trovò uno abbastanza vicino e loro se lo potevano permettere. Lo comprarono e subito Uma si impossessò della chiave della sua camera.
Andarono a viverci il 29 novembre quando tutto fu sistemato.
“Sono soddisfatta Gerard. Tutto questo l’abbiamo fatto da soli.”

Il mattino seguente Gerard andò al lavoro e Uma a scuola. Sì perché era ricominciata da un pezzo per lei. E infatti lavorava solo di pomeriggio.
La stessa sera Bryan cenò con Gerard e Uma.
“Oggi è stata una giornata freddissima.”
“Lo so. Pazzesca.” Rispose Gerard educatamente a Bryan. Quel ragazzo era cambiato tantissimo. Non era più il tipo arrogante di una volta.
Dopo cena Uma accompagnò il suo ragazzo alla porta che le diede le tre solite pasticche. “Buonanotte amore…”
“Buonanotte Bryan.”

Rientrò e si mise seduta nel grosso divano che avevano comprato da poco. “Come è andata la giornata?”
“Non benissimo.” Rispose Gerard.
“Che è successo?”
“Frank è all’ospedale. Ha fatto un incidente. Ma adesso sta bene. Sono stato a trovarlo prima.”
“Cavoli… Mi dispiace…”
e poco dopo, andarono entrambi a letto. Passò una settimana faticosissima e Uma stava diventando totalmente un’altra persona. Era sempre stressata e poteva vedere pochissime volte Bryan. Sia Gerard che il suo ragazzo erano molto preoccupati per lei.
“Uma non c’è bisogno che continui a lavorare.”
“Invece sì Gerard sennò mi spieghi come cazzo facciamo a campare con solo il tuo stipendio?”
La situazione non andava per niente bene. La ragazza piangeva in continuazione e consumava sempre più pasticche. Ma un’altra cosa aggravò il tutto.
“Bryan devo parlarti.” Gli disse una sera.
“Che è successo?”
“Credo di essere in cinta.”
“Cosa???”
“Sì. Ho un ritardo notevole con il ciclo. Siamo fottuti.”
“No Uma adesso stai tranquilla. Vedrai che non è niente.”
“Sì invece. Io so di essere in cinta. Ne sono convinta.”
“Domani compreremo un test di gravidanza.” Bryan era molto preoccupato.

Il giorno seguente prima di andare a scuola, Uma comprò il test. Lo fece durante la seconda ora di lezione al bagno.
La stessa sera andò a casa di Bryan in lacrime.
“Che cos’hai??” chiese preoccupato.
“Sono in cinta…” lui la abbracciò cercando di tranquillizzarla e le accarezzò la schiena.
“Che… che cosa vuoi che facciamo?” chiese lui poi.
“Io non ce la faccio ad abortire…”
“Nemmeno io voglio che lo faccia… Lo terremo…”
“Sono troppo giovane Bryan. La mia vita è finita.”
“No. Non è vero. Andrà tutto bene.”
“Bryan promettimi che smetterai di spacciare quando nascerà, e che smetterai con la droga…”
“Prima però devi smettere tu. Sennò gli farà male.”
Si salutarono con un bacio e Uma tornò a casa disperata.
“Che hai fatto Uma??”
“Niente Gerard… Va tutto bene…”
“No non è vero…”
“Sì invece.”
“Coraggio Uma dimmi che hai…”
“Sono in cinta.”
“Cosa?????????”
“Hai capito. Adesso voglio andare a letto.”
“Uma non è possibile! E adesso che cazzo intendi fare???”
“Tenerlo!!!!”

E si chiuse in camera mentre Gerard cercava disperatamente di seguirla
 
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NiNàO___O
view post Posted on 10/10/2009, 14:03




gerad, la faccebda si complica. Carissimo, devi darti da fare. continua, da brava, tu!!non ho tempo per scrivere ora, ma commenterò bene al più presto. inchino affrettato
 
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SiliconTracks
view post Posted on 11/10/2009, 13:26




Continuo... :)

Il mattino seguente Gerard l’accompagnò a scuola. “Come farai con la droga?”
“Devo smettere.”
“E credi che sia facile???”
“No Gerard non lo è!!! Ma devo cazzo!!!”
“Avrai bisogno dell’aiuto dei medici…”
“Non abbiamo soldi. Non possiamo farci aiutare.”
“Non ti preoccupare per i soldi. Oggi pomeriggio andremo a fare una visita prima che vai a lavorare.” Uma non fiatò, scese dalla macchina, e si infilò nel bagno della scuola a prendere la sua pasticca. Sarebbe stata più difficile di quanto credesse.
Tornò da scuola stressata e molto stanca. “Sei pronta?” chiese Gerard aiutandola a posare lo zaino.
“Andiamo.”
Andarono a fare la visita da un dottore che consigliavano parecchie persone in quella zona. Il Dottor Clay. Era un uomo rispettabile, bello alto con degli occhiali rotondi e degli occhi magnificamente azzurri. Fece alcuni esami a Uma e poi decise di parlare con Gerard nella stanza accanto.
“Salve signor Way.”
“Salve. Che mi dice?”
“Le dico che Uma aspetta davvero un bambino. La gravidanza al sessanta per cento non andrà a buon fine. Sua sorella è molto debole e in più assume droghe, alcol e fuma parecchio. L’unica cosa che posso consigliarle, è portarla in una clinica di disintossicazione.”
“Una clinica? Non può riuscire a smettere da sola?”
“Sa già la risposta signor Way. No. Ormai è dentro.”
“Sa da quanto è in cinta?”
“Tre settimane.”
“Per il momento grazie dottor Clay.”

Uma appena tornò a casa si stese nel divano. Le avevano prelevato molto sangue e si sentiva molto debole. Gerard le disse quello che il dottore gli aveva consigliato di fare e lei assunse un’espressione senz’altro preoccupata.
“Non abbiamo i soldi per la clinica e questo lo sai.”
“Farò quei lavoretti che ci aveva detto Bryan.”
“No Gerard. Sono troppo pericolosi.”
“E allora mi dici come cazzo intendi fare?”
“Credo che la cosa migliore sia abortire. Sono troppo giovane Gerard. Ho gli studi, tutta la vita davanti. Non voglio che finisca adesso.”
“Il tuo unico problema è quello che devi smettere di drogarti Uma! Non vuoi e così pensi bene di abortire!”
“Gerard smettila. Non farmi incazzare. Adesso devo andare al lavoro. Accompagnami.”
Gerard non insistette e accompagnò la sorella per poi andarci lui. Fu una giornata particolarmente faticosa per entrambi.
Alle sette Gerard andò a prendere la sorella. Cenarono in assoluto silenzio.
“Vado da Bryan.”
“Non tornare tardi.”
“Non cominciare a farmi da padre. Sei mio fratello ricordalo.”

Arrivò a casa del suo ragazzo e decise di dirgli che non voleva quel bambino.
“Bryan c’ho pensato. Credo che la soluzione migliore per tutti e due, sia abortire.”
“Che cosa? Uma…”
“Bryan ho sedici anni!!! Non ho un soldo per disintossicarmi e non ho la volontà per smettere di fumare!!! Bryan un bambino non è un gioco. Un bambino ha bisogno di tempo, di imparare, di andare a scuola… noi abbiamo la disponibilità di fare tutto questo? No!”
“Uma… non ci posso credere. Lo volevo.”
“Quando saremo cresciuti e avremo messo la testa a posto. Io adesso, non sono in grado di fare la madre.”
“Se questo è quello che vuoi…”
“Devo. Adesso vado a casa. Notte Bryan.” Prese le pasticche dal sacchetto del ragazzo e tornò a casa lasciandolo triste a fissare il tavolo.
 
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NiNàO___O
view post Posted on 11/10/2009, 22:09




il mio parere, in fatto di aborti, è infido x alcuni e generoso x altri.
Credo che nascere, in qualunque tempo, possa essere una bella fortuna, ma se va male, pure una tremenda sciagura. e non è il bimbo che tra l'altro decide di essere messo al mondo, scaturito da un uovo e da un pesce, ma i suoi genitori. Genitori che dovranno prendersi cura di lui, e accompagnarlo nella sua progressiva scoperta del mondo.
Se loro non sono capaci, o non possono prendersene cura, il povero bambino si troverà da solo in un universo estraneo, infimo e pericoloso.
E una volta cresciuto, potrebbe arrivare ad odiare chi lo ha messo al mondo.
Se due ragazzi cadono in fallo e lei resta incinta, devono avere il diritto di abortire, non per loro, ma per il bambino. Genitori che non hanno i mezzi e nemmeno la maturità adatta a crescere un bambino, non devono averlo. Oltre alla loro, rovinerebbero pure la vita del nascituro. Perciò credo che Uma abbia ragione a voler abortire. Primo, il povero piccolo ha poche possibilità di nascere sano già in partenza, secondo lei è troppo giovane e immatura, e per finire è drogata. Non ha la disponibilità economica e l'esperienza necessaria a garantire felicità e studi al figlio. E non ha la possibilità, e forse nemmeno la volontà di disintossicarsi.
Deve studiare e cresce lei, prima di tutto.


si ho fatto la rompi palle, scusate. è che stasera sono un po acidognola. Comunque, brava, mi è piaciuto molto questo ultimo post.

Domani provo a disegnare Uma col pancione. Eheh verrà una specie di palla con attaccata un appendice di forma vagamente umana. Ricci compresi ^^

Bye Bye
 
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SiliconTracks
view post Posted on 12/10/2009, 12:47




CITAZIONE
E una volta cresciuto, potrebbe arrivare ad odiare chi lo ha messo al mondo.
Se due ragazzi cadono in fallo e lei resta incinta, devono avere il diritto di abortire, non per loro, ma per il bambino. Genitori che non hanno i mezzi e nemmeno la maturità adatta a crescere un bambino, non devono averlo. Oltre alla loro, rovinerebbero pure la vita del nascituro.

concordo pienamente.
Ah cara, non ti dimenticare che ancora devi farmi vedere i disegni... :)
continuo.
Ah ho deciso che da adesso in poi, scriverò il titolo su ogni pezzo che posto. questo si chiama:
LA CONFESSIONE. (sono ridicola.)

Gerard passò la serata con Frank e quando tornò a casa era ubriaco fradicio.
“E poi dovevo essere io a tornare presto eh? Hai visto che cazzo di ore sono???”
“Ehy sorellina!!!! Vieni ad abbracciare il tuo fratellone dai…” disse barcollando e sbattendosi la porta alle spalle.
“Quanto cazzo hai bevuto?”
“Probabilmente qualche birretta e non so… un mix di carote e qualcos’altro…”
“Un mix di cosa?”
“Carote!!! Quelle che mangiano i conigli!!! Non hai mai sentito parlare dei conigli??? Ahahahaha!!!”
“Vatti a fare una bella dormita. Sarà meglio.” E ingoiò una pasticca con dell’acqua.
“E tu non dormi?”
“Gerard stai sparando cazzate a raffica. Vattene sul letto.”
“No Uma… perché prima voglio metterti al corrente di una cosa…. Una cosa mooolto importante… importantissima…”
“Ecco, allora muoviti che è meglio. Sono stanca.”
“Io ti amo… e non voglio che Bryan continui a stare con te.”
“…Senti Gerard, capisco che essendo mio fratello mi vuoi bene e sei geloso… però adesso devi solo andare a farti una doccia e poi a letto.”
“No no! Io non ti amo perché sono tuo fratello… Ti amo proprio!!!! Ahahahah!!!”
Chiaramente non sapeva quello che stava dicendo. D’un tratto si fece serio e si buttò nel divano.
“Se solo tu non fossi mia sorella…. La vita è dura cara Uma eh?” e dopo essersi fatto un’altra risata isterica, vomitò a terra.
“Ecco adesso sei soddisfatto?? Tu e le tue cazzo di manie dell’alcol!” Uma si precipitò in bagno a prendere degli stracci. Pulì tutto con ribrezzo e poi passò della varichina per cancellare l’incredibile odore. Ma Gerard vomitò di nuovo.
“Cazzo Gerard!!!” Uma adesso era parecchio nervosa e stressata. Voleva dormire ma di certo non poteva lasciare suo fratello quella notte in quello stato. Decise di passare la serata ad aiutarlo e di non andare a scuola la mattina seguente. Tornò in bagno e prese altri stracci. “Riposati Uma. Sei stanca. Vieni qui…” Quel ragazzo aveva un aspetto terrificante. I capelli completamente in disordine, le occhiaie e gli occhi socchiusi estremamente rossi.
“Okay Gerard. Mi metterò un attimo a sedere.” E così fece.
“Sai che Frank mi ha detto che gli piaci?”
“L’avevo capito.”
“L’ho quasi picchiato per questo.”
“Gerard non puoi essere così geloso…”
“Ma io ti amo…”
“No Gerard. Tu mi ami come un fratello ama una sorella. Niente meno e niente più.”
“No. Io non voglio essere tuo fratello.”
“E invece lo sei. Fattene una ragione. Adesso andiamo a letto?”
“Tanto tu non mi vuoi ascoltare.”
“Gerard che cazzo devo farti??”
“Io non lo so!!”
“E allora??”
Il ragazzo si alzò privo di forze e andò al bagno. Non appena fu arrivato vomitò di nuovo questa volta nel water.
“Mi dici che cazzo hai bevuto??”
“Voglio andare a letto, sono stanco.” Uma l’aiutò ad andare in camera e poi decise di dormire nel divano per controllare ogni tanto come stesse.
 
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NiNàO___O
view post Posted on 12/10/2009, 21:54




ecco ecco era proprio quello che aspettavo. Stavo scrivendo un tema sulla famiglia, senza la minima voglia di farlo(e infatti non l'ho nemmeno finito, e fa schifo)-.- quando mi è venuto in mente il tuo racconto...ottimo, mi piace la storia dei titoli. cmq brava, hai capito cosa ci voleva x dare un brio in più al racconto. apprezzo.
Gerard si confessa in questo modo, e non c'è modo migliore, quando non si ha il coraggio di faro da sobri. L'alcool può fare miracoli come accendere conflitti. Lo capisco perfettamente. Esprime il suo amore, la sua gelosia e invidia nascondendosi dietro ad una sbronza, così che se le cose vanno male, può sempre rimangiarsi le parole. è un comportamento infimo, ma utile. il detto dice "Aiutati, che Dio t'aiuta". c'ha proprio ragione.
 
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°Binca_romancer°
view post Posted on 12/10/2009, 22:23




XD c'ha ragione si! Anche tu hai ragione. Quoto!
 
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SiliconTracks
view post Posted on 13/10/2009, 17:32




Grazie per i commenti ragazze... siete sempre molto precise... so che nessuna delle due anche se il racconto diventasse una merda, lo abbandonerà mai.... non so come mi è venuta fuori questa cosa ma.. bo. Okay, ecco il seguito... datemi un momentino per pensare al titolo... ehm...

Ehm.... "UNA SERIE DI EVENTI"
(scusate ma questo era l'unico titolo decente.)

Il mattino seguente la ragazza si svegliò verso le dieci. Vicino a lei c’era Bryan che la stava accarezzando.
“Amore…?”
“Ciao Bryan.”
“Dobbiamo andare in ospedale.” Doveva portare Uma ad abortire. Gerard stava preparando la colazione e ogni tanto la guardava imbarazzato.
“Lasciami preparare un attimo.”
“Certo. Mettici quanto vuoi.”
Dopo mezz’ora Uma era pronta. L’umore era ovviamente pessimo. Nessuno è felice di abortire, tanto meno lei. Salì nella macchina del suo ragazzo senza nemmeno salutare il fratello e in meno di un quarto d’ora, era in ospedale. Dopo un’ora uscì e si sentiva male come non mai.
“Come ti senti?” chiese Bryan mentre guidava.
“Non chiedermelo ti prego.” La riaccompagnò a casa e poi se ne tornò nel suo appartamento.
“Come è andata?” chiese Gerard.
“Cosa vuoi che ti dica: ‘è andato tutto bene’?”
“No ma… come stai?”
“Male Gerard, male parecchio. Adesso se non ti dispiace, vorrei andarmene a letto. E accendi un incenso che con tutto il vomito di ieri sera, non si respira.”
“Senti Uma… Per ieri sera…”
“Sì lo so… Ti scusi, non pensavi quello che dicevi perché eri ubriaco… sì sì ho capito. Altro?”
Gerard voleva ancora parlare e dire come davvero stavano le cose. Ma quello non era il momento opportuno. Anzi, probabilmente non sarebbe mai arrivato.
“No. Nient’altro. Vatti a riposare. Io preparo qualcosa da mangiare.”

Uma si chiuse a chiave come sempre in camera e poi si stese nel letto. Fra le lacrime, si addormentò.
Gerard doveva tornare al lavoro. Oggi Uma aveva i giorno libero, era venerdì. Non se la sentiva di lasciarla sola ma doveva. Prese le chiavi della macchina, passò a fare benzina e poi arrivò al lavoro.
Uma si era svegliata sentendo la porta dell’ingresso chiudersi. Si alzò dal letto con qualche dolore e si diresse in cucina a mangiare qualcosa. Bryan la chiamò varie volte al cellulare ma lei non rispondeva, non ne aveva voglia. Ma possibile che nessuno in quella giornata del cazzo, la lasciasse un attimo in pace? Ecco il campanello di casa suonare.
“Bryan che ci fai qui?”
“Non rispondevi al cellulare. Mi stavo preoccupando.”
“Bryan non sono una bambina!!!”
“Lo so. Mi fai entrare?”
Scocciata, lo lasciò passare.
“Spero che ti riprenderai Uma.”
“Io mi sono già ripresa…”
“No non è vero.”
“Hai portato le pasticche?” lui indugiò un momento e poi glie le diede.
“Uma… io non voglio avere un periodo di crisi con te dopo questa situazione.”
“Vorrei solo almeno un po’ di giorni di pace. Chiedo troppo?”
“No non chiedi troppo. Adesso è meglio che vada… Ti amo.”
“Buonanotte.” E detto questo, fece uscire il ragazzo di casa e si stese nel divano.
Guardò per tutto il pomeriggio i cartoni cercando di distrarsi ma il suo pensiero rimaneva sempre al bambino e a quel confuso ‘ti amo’ di Gerard. Prese una pasticca e poi bevve della birra. Adesso si sentiva decisamente male. La testa le girava tremendamente e non riusciva a capire niente. Ma l’unica cosa che adesso la rassicurava, era il fatto che era nel divano. Non le sarebbe successo nulla. Non poteva battere la testa in uno stupido angolo e morire dissanguata, anche se alla fine, sarebbe stata la cosa migliore.
Alle sette Gerard tornò a casa con due pizze che aveva comperato da poco.
“Sono passato a prendere queste. Non avevo voglia di cucinare.”
“Va bene lo stesso.” Rispose la sorella in preda ad una tremenda debolezza.
Durante la cena, non una parola. Era in credibile quanto potesse dare fastidio il silenzio in alcune situazioni come quella per esempio. Entrambi volevano parlare, dirsi le cose e forse confortarsi a vicenda. E invece no. Riempivano la bocca di pizza per tacere.
La sera stessa Uma non uscì di casa. Si coricò in camera sua appena finito di cenare. Gerard decise di non lasciarla sola. Non poteva di certo uscire di casa e lasciarla lì. La notte passò molto in fretta e le luci dell’alba svegliarono Uma.
Era sabato e lei non aveva scuola. Aveva tutto il giorno del tempo per riflettere e riposare. D’altronde, non lavorava nemmeno.
Si alzò dal letto faticosamente sbadigliando. Uscì dalla camera e la richiuse a chiave.
 
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°Binca_romancer°
view post Posted on 13/10/2009, 18:39




ç_ç commovente...

Sai Bianca... se facesse schifo io non lo leggerei più.
 
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NiNàO___O
view post Posted on 13/10/2009, 20:46




CITAZIONE (°Binca_romancer° @ 13/10/2009, 19:39)
ç_ç commovente...

Sai Bianca... se facesse schifo io non lo leggerei più.

ecco, hai detto tutto . non serve aggiungere altro. -si anniusce da sola-
 
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SiliconTracks
view post Posted on 14/10/2009, 12:49




Grazie ragazze.........:) (ah... questa parte è un po' lunga...)

UNA VISITA INATTESA

“Voglio una buona colazione Gerard…”
“La sto preparando adesso. Siediti un attimo. Dobbiamo chiarire alcune cose della sera che ho vomitato..”
“Lo so che ti dispiace Gerard e che non sapevi quello che dicevi… capisco perfettamente tranquillo…”
“No Uma. E’ esattamente l’opposto. Sapevo quello che dicevo. Anche troppo bene. Io non riesco a vederti come mia sorella…”
“Gerard… non dire… non dire cazzate per favore…”
“Uma… io ti amo davvero. E se solo provassi ad immaginare quanto vorrei uccidere Bryan ogni volta che vi vedo insieme..”
“GERARD TU STAI DELIRANDO!!!”
“Calmati. Volevo che sapessi la verità. Volevo solo… dirtelo…”
Uma rimase in assoluto silenzio. Sconcertata. Non sapeva che pensare. Era la stessa cosa che provava lei tempo fa per lui. Pura attrazione e passione.
“Io… io non so che dire…”
“Non dire niente.” Il ragazzo si avvicinò a lei e la accarezzò spostandole i capelli dalla guancia. Uma provò dei brividi che le percorsero tutto il corpo. E senza riuscire ad accorgersene in tempo, lui si avvicinò lentamente e la baciò.
Quando si staccò, Gerard era terribilmente pentito. “Uma…”
“Gerard, non parlare. A pensarci bene adesso, non ho molta fame. Vado in camera mia…”
Dopo un’ora Uma uscì dalla stanza e si accorse che Gerard le aveva lasciato la colazione nel tavolo della cucina ma se n’era andato. Dove ovviamente non si poteva sapere. La ragazza non mangiò ma ingoiò subito una pasticca a stomaco vuoto e se ne andò in bagno a farsi una doccia calda. D’un tratto squillò il campanello Uma ancora con i capelli bagnati, andò ad aprire.
“Ciao Uma.”
“Mikey… Perché sei qui?”
“Fammi entrare.” La ragazza ancora sconcertata lo fece passare. Come mai si era fatto solo vivo solo adesso?
“Che cosa vuoi?”
“Sono tuo fratello credo di avere il diritto di venirti a trovare non credi?”
“Bhè… Sì.”
“Gerard dov’è?”
“Ehm, non lo so. Credo sia uscito.”
“Stai bene con lui?”
“Sì. Si può dire che me la cavo da sola. L’unica cosa che ci tieni vicini è la casa. Viviamo insieme e basta.”
“Capisco. Ti sei impasticcata da poco vero?”
Uma si sistemò imbarazzata i capelli e cercò ci coprirsi gli occhi. “..Vuoi qualcosa da bere Mikey?” chiese cercando di cambiare discorso.
“Solo un po’ di caffè se c’è.”
“Okay… te lo prendo.” Poi la sorella tornò in sala dove aveva lasciato Mikey e fumando, gli porse la tazza di caffè.
“Grazie.”
“Mamma come sta?”
“E’ triste. Molto triste.”
“L’ha voluto lei che ce ne andassimo.”
“Già, per colpa di quello che dissi quella sera.”
“Esatto. Ma devo solo ringraziarti. Sto meglio qui.”
“Perché Gerard ti fa fare quello che vuoi, dove vuoi, a qualsiasi ora.”
“Mikey, devi capire che ormai io sono così. Quello che mi dici, non cambia il mio destino. Io starò tutta la vita a cercare di guadagnare soldi per fumare e per impasticcarmi. Io non avrò mai una famiglia perfetta né tantomeno un lavoro perfetto. Gerard mi lascia fare perché sa che è così. Mentre tu, ancora non vuoi arrenderti all’idea.”
“Uma sai quante cazzo di persone riescono a disintossicarsi??”
“Se io lo volessi Mikey, tra meno di un mese sarai una persona nuova e pulita. Ma il mio destino è già scritto proprio perché io NON voglio disintossicarmi.”
“Io… io non ti capisco.”
“Nemmeno io mi capisco Mikey. Ma è così. Ci sono molte cose che nella vita non si capiscono ma sono in quel modo. Se tu adesso mi chiedessi perché non voglio smettere con la droga, io ti risponderei ‘perché mi piace’. Ma non saprei dire nient’altro perché nemmeno io lo so.”
“E sai cos’è una cosa che io non capirò mai invece?”
“Quale?”
“Non capirò mai perché non possiamo essere dei fratelli normali. Perché tu non vieni a chiedermi consigli, perché non mi chiedi aiuto, perché non mi abbracci… Tu non te ne accorgi Uma ma sei morbosamente legata a Gerard più di ogni altra cosa. Siete entrambi cattivi, maligni, egoisti, solitari. Ma pur rifiutando ogni contatto con le persone, avete quasi vitalmente bisogno l’uno dell’altra.”
“No Mikey, non è così.” Uma era sconvolta perché il fratello stava sputando quelle frasi con talmente tanta convinzione, da convincere anche lei.
“Oh sì Uma. Molleresti questa casa per venire con me piuttosto che rimanere con lui? No… Lasceresti che qualcuno te lo tocchi? No…” la sorella stava riflettendo profondamente. Non si era mai posta quelle domande ma adesso che se le sentiva fare, si rendeva conto che tutto quello che diceva Mikey era vero.
“Uma… io sono sempre stato geloso di voi due. Io ti ho adorata dalla prima volta che ti presi in braccio. Volevo che io e te saremmo diventati due fratelli meravigliosi. Mi ero giurato di farti da padre e di proteggerti da tutto, specialmente da Gerard. E più vado avanti, più mi rendo conto di aver fallito.”
“Mikey…”
“Ho cercato in tutti i modi di impedire che tu crescessi con lo stesso carattere di Gerard. Ma cazzo, siete identici. Vi odiate ma non riuscite a stare staccati. E’ incredibile. Lui è come il tuo maestro ma non si accorge che certe volte sai essere più crudele di lui….”
“Mikey stai dicendo cose assurde… Sappi che non è così Mikey. Sappi che mi sono rotta il cazzo di sentirmi dire che sono crudele, spietata e terribilmente misteriosa. Basta adesso! Sono una ragazza perfettamente normale va bene? Qui non c’è nessun allievo e nessun maestro. Sai che ti dico? Che quello a essere pazzo sei tu! E adesso vattene!!” Si accorse che stava urlando parecchio forte. La porta di casa si spalancò.
“Uma che diavolo….?” Era Gerard che spaventandosi dalle urla, era piombato di corsa in casa. Quando vide Mikey tutto gli era chiaro.
“Vado…” disse il fratello minore e dando un’occhiata colma di odio a Gerard se ne andò.
Gerard si precipitò da Uma che adesso stava piangendo. “Che cosa è successo?”
“Niente Gerard… Niente…”
“Coraggio, dimmelo… che ti ha detto?”
“Ha detto che io e te siamo uguali, che diamo crudeli e che non potremmo vivere separati perché pur odiandoci abbiamo bisogno di stare insieme. Ha detto un branco di cazzate assurde. Con un cattiveria immensa… Gerard, non deve più entrare qui, promettimelo.”
“Te lo prometto.” E la abbracciò accarezzandole i capelli.
 
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NiNàO___O
view post Posted on 14/10/2009, 18:19




mmmmm situazione di stallo direi...l'istinto mi induce a pensare ad un colpo di scena in arrivo...o se no semplicemente un periodo statico, non è vero mia cara scrittrice??brava. pensa, io invece i fare latino ora sono venuta qua a leggere, perchè sono piuttosto morbosa di curiosità. eheh secondo te a uma può piacere un gatto?ho comprato un quaderno bellissimo, con tanti gattini picci picci che mi guarrdano..bei micetti dagli occhioni languidi e curiosi.sisi. però nelle sottili pupille leggo anche il felino che c'è in loro: crudeli palle pelose dotati di tenerezza e crudeltà. sono infimi e superbi i mici.però intrigano: sembrano gerard


ok non so come sono arrivata a gerard iniziand dai gattini sul quadernone di lettere...O.o
 
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143 replies since 10/9/2009, 14:33   11177 views
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