The Black Parade Will Never Die!!, la mia prima ff su questo sito!!

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chemical lady
view post Posted on 30/5/2008, 21:38




premetto che questa ff è già presente su un altro sito, ma visto il successo ottenuto la o pensato di riproporla!!
grazie in anticipo a chiunque leggerà!


prologo: it's just a dream?


Aprì gli occhi, non riconosceva il posto in cui si trovava. Li richiuse, stropicciandosi le palpebra e provò a riaprirli, ma niente.

Il posto era stranamente cupo, nuvoloso, e quella che sembrava neve cadeva fine dalle grande nuvole grigie.

Gerard si fermò, alzando il viso al cielo.

Non era neve, era cenere…

Allungò una mano davanti a se come per catturare un fiocco di fuliggine ma quella era così sottile che si sgretolò nelle sue mani. Rimase impressionato da quell’area semideserta in cui aleggiava un gran silenzio.

Si incamminò lungo la strada scoscesa, non si ricordava nemmeno come ci era arrivato in quella landa desolata. Cercò di ricordare ma niente, forse aveva bevuto troppo? No, lui non beveva da anni, perché ritornare a ubriacarsi proprio ora?

Che fosse uno scherzo idiota?

Si era la cosa più sensata di tutte.

Ma infondo in quel luogo nulla era sensato. Si guardò nuovamente attorno cercando di orientarsi, quel luogo era così strano ma anche così famigliare…

“forse dovrei mettermi fermo in un luogo e aspettare…” disse sottovoce riflettendo.

Da lontano però scorse la sagoma di una città, lontana ma riconoscibile, avvolta da un fitto mantello di nebbia che lasciava visibili appena le sagome spettrali degli edifici e le cime dei palazzi.

Ennesima ipotesi: ma gli avevano sciolto qualcosa nell’acqua e si ritrovava in qualche paradiso chimico?

Effettivamente qualcosa di chimico c’era… però… no era solo una sua impressione di certo, era impossibile che fosse così… solo che…

A distrarlo dai suoi pensieri fu un rumore dietro a una roccia, per la precisione un singhiozzo. Si avvicinò e accovacciata per terra vide la cosa più bella sulla quale avesse mai appoggiato gli occhi: una ragazza, avvolta in un vestito rosso scuro e nero.

Aveva la mani, tinte di smalto nero, al viso, e i lunghi capelli platino ricadevano lungo la schiena e le nascondevano il volto.

“perché te ne sei andato mio signore…” continuava a ripetere sotto voce, mentre le spalle erano scosse dai tremiti. Era in ginocchio, sopra ai sassi e Gerard non potè fare a meno di chiedersi come ci riuscisse.

Il vestito lungo, stile ottocentesco, era largo nella gonna rossa con del tulle nero sotto, e la vita e il petto erano stretti in un corsetto rosso, con sopra del pizzo nero, lasciando scoperta la scollatura, le spalle e parte della schiena dalla pelle diafana. Al collo non portava nulla, ne gioielli ne altro, eccetto un piccolo diadema fra i capelli, fatto di pietre nere e diamanti. Alla mani sinistra portava un anello, di quelli da fidanzamento, e sicuramente stava piangendo il fidanzato o morto o che l’aveva lasciata li.

Gerard la guardò attentamente, come si poteva lasciare una creatura di così rara bellezza e indubbia fragilità?

Non riuscì a resistere oltre, e si avvicinò lentamente come per non spaventarla. Lei, uditi gli anfibi di Gerard scricchiolare alzò il viso su di lui e lo guardò attentamente.

Gerard si raggelò dentro a quei grandi occhi grigi, e per alcuni minuti regnò il silenzio, poi lei si alzò e sorridendo gli corse incontro gettandogli le braccia al collo.

“Lo sapevo che sareste tornato, mio signore…” disse stringendolo forte a se mentre Gerard tentava di capirci qualcosa.

Arrossì appena, trovarsi con al collo una ragazza che avrà avuto si e no dieci anni meno di lui lo lasciò un attimo sorpreso e vagamente contento “Ma ci conosciamo?” chiese guardandola mentre lei si staccava dal suo collo. Avrebbe preferito che lei rimanesse li abbracciata a lui, ma almeno prima preferiva sapere che era.

Lei gli prese le mani e si allungò verso di lui per baciarlo ma quando ormai Gerard sentiva il suo respiro caldo sul viso sei si ritrasse rapidamente, guardandogli le mani.

Gli toccò la fede, che brillava del suo giallo oro.

“vi siete sposato durante la vostra assenza a quando vedo” disse ferita lasciandogli le mani e allontanandosi di qualche passo “e avete anche cambiato i vostri capelli…”
Gerard non ci capiva più niente “sinceramente, io non credo di averti mai vista in vita mia…” disse lui mentre la ragazza si sedeva di spalle, su una roccia.

Oddio era riuscito a farla piangere ancora, oh no…

“ma come non vi ricordate di me, mio signore? Io sono la vostra promessa sposa!” disse lei affondando di nuovo il viso nelle mani “Non vi piaccio più, forse?”

Gerard ci rimase, perdonatemi il termine, di merda.

“tu… sposa… mia?” chiese sconnettendo il cervello “deve esserci un errore… mi spieghi chi sei tu? Ma soprattutto chi sono io perché non ci capisco più nulla quindi mi servono delucidazioni” addirittura pensava di essersi dimenticato di se, Gerard Way, cantante dei My Chemical Romance…

“io sono Eryn” disse lei voltandosi verso di lui con ancora i segni del trucco colato che le enfatizzavano gli occhi rossi “voi mi avete scelta come vostra sposa, e voi siete Gerard” Gee tirò un sospiro di sollievo che però durò poco viste le ultime parole pronunciate dalla ragazza “il signore della Parata Nera…”

“il signore della Parata Nera?” era ovvio che si trovava davanti a una fan particolarmente isterica, ormai.

“si certo… voi regnate su questo mondo” disse lei confusa “avete per caso smarrito il senno?”

“smarrito il che?” Gerard si portò una mano alle tempie “smettila di darmi del lei i fa sentire vecchio”
“ma non posso marcarvi di rispetto” disse lei continuando a guardarlo ferita “allora avete trovato una sposa più bella di me?”

Dire che LynnZ era più bella di lei era una bestemmia “non più bella di te si certo…” disse Gerard quasi senza rendersene conto “hai un telefono, vorrei avvertire Mikey, o Frank affinché non si preoccupino…”

“un… cosa?” chiese lei perplessa “Frank comunque è qui nella zona, stava facendo un giro per vedere se c’erano nuove anime da raccogliere…”

Gerard ci rinunciò a capire, e avvicinandosi le scostò una ciocca quasi bianca dal viso, sorridendole “mi dispiace di non ricordare una tale bellezza” Dio come era banale, ci stava provando come un liceale!

Lei sorrise un po’ rincuorata dal tocco leggero delle dita di Gerard fra i suoi capelli, poi con un fil di voce chiese “posso abbracciarvi per favore?”

Gerard annuì lentamente e la ragazza gli rimise le braccia al collo stringendolo a se, mentre Gerard la stringeva un vita, annusando il suo profumo di miele. Una ragazza che valeva la pena di chiamare Honey, finalmente.

“anche se non vi ricordate, io mi ricordo di voi, e mi siete mancato tanto…”

Gerard non potè replicare perché si ritrovò strappato via dalle braccia della ragazza, che lanciò un flebile grido sorpreso, e scaraventato a terra, con la lama di una spada a tre centimetri dal naso.

Guardò la figura che lo aveva lanciato e riconobbe Frank che lo guardava basito.

“i-io…” prese a balbettare mentre cercava di rimettere la spada nel fodero, ma non ci riusciva, gli tremavano le mani “chiedo perdono!” disse riuscendo a rinfoderare la spada e gettandosi in ginocchio “Non mi avevo riconosciuto e siccome voi stesso mi avete incaricato di proteggere la madama da tutti i possibili corteggiatori io l’ho protetta, ma voi potete toccare e io… io vi chiedo di essere ucciso rapidamente”

Si, erano uno sporloquo alla Frank, non c’era dubbi.

“alzati, imbecille” disse Gerard mettendosi a posto la giacca e togliendosi la polvere dai pantaloni “ma che ti sei messo?” chiese poi guardandolo: indossava la divisa da parata, quella che di solito portavano a suonare.

Decisamente era una cosa anomala, Frank detestava quella divisa…

Frank dal canto suo si guardò attentamente poi disse “voi mi avete incaricato di vestirmi così…”

“ma cosa è questa mania di parlare e dare del voi? Una nuova moda?”

Frank scambiò uno sguardo con Eryn e quella disse “ha perduto la memoria”

Frank rimase un attimo confuso, come se gli fosse caduto in testa un delfino dal cielo poi disse “è meglio chiamare Raymond, lui saprà che fare….”



capitolo uno: to join in the black parade...

“è meglio chiamare Raymond, lui saprà che fare….”

Gerard guardò in modo interrogativo Frank, di chi stava parlando? Forse di Ray? Se lo sentiva chiamarlo così una testata non gliela avrebbe tolta nessuno.

“si, sarà al castello ormai, è tardi” disse Eryn e Frank annuì. Gerard si chiese come facessero a capire se era tardi, era li da diverso tempo e non era riuscito a capire nemmeno quando era finita la mattina o il pomeriggio. Era tutto uguale!

“mio signore” disse Frank facendo un piccolo inchino “se volete seguirmi vi farò strada”

Per risposta Gerard scoppiò a ridere “tu che ti inchini a me? Ma dove è una videocamera quando serve?”

Frank si grattò i capelli confuso “video… cosa? Con tutto il rispetto ma…Avete preso una botta in testa per caso?”

Gerard non riusciva a capacitarsi, però doveva ammettere che era tutto terribilmente divertente. Scosse la testa “non importa Iero…” disse con un mezzo sorriso.

“come mi avete chiamato?”

Gerard fece spallucce “Iero, perché? È il tuo cognome”

Frank aveva una espressione davvero divertente “cosa è un cognome? È forse qualcosa che si mangia?”

“io ci rinuncio!” disse stizzito Gerard “andiamo dai, poi forse ti spiegherò…”

La marcia, come l’aveva definita Gerard, fu più lunga del previsto, dirigendosi attraverso quel nuovo così brullo, nella direzione opposta alla città…

Frank fece accomodare Eryn sul suo cavallo mentre i due uomini camminavano uno affianco al altro. Gerard ogni tanto guardava incuriosito Frank, che camminava così diritto e serio da fare impressione, adesso era certo che quello non era il suo Frankie…

“Ma la città?” chiese Gerard facendo un cenno alle loro spalle, Frank non lo guardò nemmeno continuando a camminare imperterrito.

“quelle sono le rovine di una città molto antica che andò in rovina secoli fa, da allora è territorio dei nemici…”
“nemici?” osò Gerard, avido di informazioni.

“non ricordate proprio nulla vero?” chiese Frank stupito “i nostri nemici, sono uomini gli uomini che lottano per far tornare il sole su questo mondo, per liberarlo dalla cenere, per riportarlo alla normalità. Ma questi sono i nostri territori e a noi va bene così…” terminò il ragazzo facendo spallucce.

“quindi tirando le somme noi siamo i cattivi e loro i buoni?” chiese Gerard interrogativo e Frank annuì con un sorrisetto.

“In parole povere… e voi siete il peggiore vostra altezza” disse Frank quasi fiero di avere un condottiero di così grande prestigio accanto “voi siete il più vile e dissoluto stronzo che abbia mai camminato su questi territori!”
“ehy!” disse Gerard sentendoso offeso.

Frank abbassò il capo “Perdonatemi se vi ho offeso, di solito voi vi sentite onorato quando dico questo di voi…”

Gerard sbuffò, che grande onore doveva avere questo qui, che evidentemente non era lui…

Da lontano vide un castello stagliarsi nel cielo in cima a una modesta salita. A Gee ricordava il fosso di Helm del signore degli anelli, solo più nero, più tetro e più buio. Più figo insomma!

“quello è il vostro castello” sottolineò Frank mentre camminavano.

Nel giro di quella che poteva essere un’ora (Difficile da dire senza orologio) arrivarono ai portoni di legno del castello.

Eryn e Frank si scambiarono uno sguardo mentre la vedetta apriva loro la via per arrivare al castello.

Gerard guardò oltre il portone e il suo primo pensiero fu Benissimo, altra salita…

Vi era un piccolo paesello, costruito lungo la salita per arrivare al castello, e nel paesello vi erano molti contadini che facevano i comodi loro.

Una vecchia e una ragazza stavano filando della lana, davanti alla casa.

Un pastorello tentava di radunare quelle poche e magre pecore che aveva, uno stalliere sistemava i cavalli dentro i box e molti altri facevano i comodi loro.

Ma quando videro Gerard tutti, uno dopo l’altro si fermarono sorpresi, per poi mettersi in ginocchio in silenzio lungo la strada.

Per Gerard fu straziante vedere quella vecchietta aiutata dalla ragazza a inginocchiarsi.

Lo avrebbe anche impedito ma Frank, salito in piedi su una roccia (forse per farsi vedere meglio, il caro Frank non era mai stato un gigante in altezza) gridò a gran voce “il nostro signore è tornato!! Rendetegli rispetto!!”

Gerard avrebbe preferito seppellirsi, e non riuscì a muovere un passo mentre tutta quella gente lo guardava con rispetto ma soprattutto timore.

Eryn gli si affianco e prendendolo a braccetto lo condusse lentamente lungo il percorso, seguiti da Frank a cavallo.

Gerard per un attimo lo odiò, loro si facevano tutta la salita a piedi e lui a cavallo?

Arrivati al castello superarono un ulteriore fascio di mura e un portone.

Ad aspettarli c’erano in molti che probabilmente avevano saputo del suo rientro.

Rientro da dove poi… mah… Gerard ci capiva sempre meno.

Davanti alla porta vestite completamente di nero c’erano sia Jamia che Alicia, che lo guardarono passare facendo un inchino.

Entrarono nel palazzo, merda pensò subito Gerard.

Era in stilo gotico, forse, sembrava quasi la navata si una basilica tanto era grande…

“là” gli indicò Eryn in direzione del trono e il ragazzo la guardò scioccato.

Si sentiva un idiota mentre camminava per quel lungo corridoio sotto migliaia di occhi. Vide suo fratello, nella penombra appoggiato a una colonna e sogghigno, quanto era cretino Mikey? Voleva fare il bel tenebroso.

Bob era in piedi a pochi metri da lui e fece un piccolo inchino e un sorriso al suo passaggio. Poi Ray, in piedi vicino al trono.

Doveva essere importante se era li, tutto imbellettato nella sua divisa, tutti avevano la divisa, era inquietante.

Ray gli fece segno di sedersi e Gerard obbedì subito “il signore del regno delle ombre è tornato” annunciò Ray “il re della Parata Nera è tornato e adesso tutto ritornerà come prima…”

Alicia gli fece cenno di alzarsi e raggiungerla ma lui guardò l’amico “Ray?” chiamò e il riccio lo guardò perplesso.
“come mi avete chiamato mio signore?” chiese confuso. Frank gli diede una gomitata come per digli che gli spiegherà tutto dopo.

“posso alzarmi?” chiese Gerard hai due che lo guardarono sempre più sorpresi.

“voi potete fare quello che più vi aggrada” disse Frank facendo un cenno con il capo e Gerard non se lo fece ripetere alzandosi in fretta e dirigendosi fuori dalla sala.

Seguì Alicia tempestandola di domande (che ci faccio qui? Dove è qui? Perché mi venerano tutti? Che cazzo succede?) ma non ottenne risposte, e lei lo condusse in una grande camera da letto.

Un letto a baldacchino di tulle rosso padroneggiava la grande stanza, con ampie vetrate che facevano entrare la poca luce nella stanza.

“Mettetevi la divisa" disse Alicia lanciandogli in modo brusco.

A quanto pare lei non aveva paura di lui “vi attendiamo per cena” e detto questo uscì, lasciandolo li a boccheggiare.

Gerard si vestì e si osservò nella specchiera.

Era come era sempre stato vestito da parata, si sentiva a suo agio in quel vestito.

Uscì dalla stanza, se lo aspettavano a cena allora forse doveva recarsi in sala da pranzo.

Il punto era dove?

Camminò per alcuni minuti ma poi si arrese all’evidenza: non solo non aveva trovato la sala da pranzo, ma si era anche perso.

Riconobbe la porta della stanza in cui si era cambiato, così decise di entrarvi.

Se era così importante nessuno si sarebbe incazzato con lui e lo sarebbero tornati a chiamare.

Una voce però lo distrasse.

Sentì una ragazza cantare, con una voce meravigliosa, nella stanza davanti alla sua. Si affacciò alla porta e vide Eryn avvolta in una vestaglia praticamente trasparente che si spazzolava i lunghi capelli neri. Rimase a guardarla per un po’, ascoltandola cantare.

Se qualcuno lo avesse visto, avrebbero pensato fosse un maniaco.

Gli sembrava che qualcuno lo stesse chiamando ma poi pensò che probabilmente era solo una sua impressione e si riconcentrò su Eryn.

Lei ridacchiò smettendo di cantare “pensate di entrare?” e si voltò a guardare la porta.

Sgammato in pieno..

Gerard entrò imbarazzato richiudendo la porta e la ragazza lo guardò sorridendo “In una cosa non siete cambiato: vi fate sempre sorprendere da me” disse mentre Gerard abbassava gli occhi imbarazzato, si era decisamente trasparente quella vestaglia “e come ogni volta le vostre gote si tingono di rosso sangue” disse lei avvicinandosi a lui e appoggiandogli la mano sul petto.

La voce che lo chiamava aumentò di intensità, ma lui non ci badò.

“non dovete di certo chiedere ne spiarmi per vedere il mio corpo… visto che è vostro…”
Un groppo alla gola.

La ragazza slacciò le spalline della vestaglia che un fruscio scivolò atterra lasciandola nuda davanti hai suoi occhi.

E poi?

Buio.





“GERARD!” lo voce insistente e più vicina si fece forte e Gee aprì gli occhi.

Era nella sua stanza, nel suo appartamento, era certo.

Davanti a lui non c’era Eryn, nuda, ma sua moglie vestita con tanto di cappotto.

“ti ricordi vero che vado a trovare mia madre?” gli chiese retorica e Gerard fece mente locale.

“si…” disse con un fil di voce, alzandosi le lenzuola fino al mento “quanto stai via?”
“una settimana” disse lei prendendo la valigia “torno in tempo per il tuor, dont worry! Ciao Gerard” e detto questo prese e uscì lasciandolo un attimo di merda.

Un po’ perché aveva interrotto il sogno sul più bello.

Un po’ perché se ne era andata così, senza un bacio di arrivederci o una cazzata simile.

Bello…

Gerard sbuffò ripensando al sogno.

Certo che sembrava proprio vero però.

Frank, Mikey, Bob, Ray… e Eryn…

Poteva il cuore battere tanto forte per una persona che non esisteva?

Sospirò di nuovo passandosi una mano, coperta da un guanto di cuoio, sul viso.

Un attimo…

Da quanto lui indossava un guanto di cuoio per andare a letto?!

Si alzò e appena le coperte volarono all’aria lui lanciò un breve gridolino.

Era vestito da parata, con tanto di anfibi neri.

Oh merda…

Come poteva spiegarlo?

Guardò poi nel risvolto delle coperte e vide una cosa che lo lasciò ancora più stupito.

Una vestaglia trasparente, la sua vestaglia…

Allora non era finta!

Però doveva ammettere che era inquietante..

Afferrò il telefono li vicino a compose un numero.

-pronto?- fece una voce assonnata.

“Frank!! Sono Gee!!”

-cazzo Gee sono le sei di mattina…-

“alza il culo da letto e chiama anche Mikey e gli altri! Devo raccontarvi una cosa!!! Fai in fretta!!” e detto questo riagganciò.

Sapeva che non ci avrebbero mai creduto, ma tentar non nuoce.



se vi piace la continuo volentieri!
un bacione a tutte coloro che leggerannO!!!
 
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GothicLady89
view post Posted on 31/5/2008, 09:28




é molto bella e particolare!!! Mi farebbe piacere se la continuassi!!!
 
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lauramcr
view post Posted on 5/6/2008, 13:54




sisi bellissima, continualaaaaaaaaaaaaa
 
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chemical lady
view post Posted on 12/6/2008, 16:47




grazie mille a Laura Mcr e GotichLady89!!!
ecco il seguito!!
altri due capitoli!!! grazie in anticipo a tutti quelli che leggeranno!!


Capitolo due: You are not ok… Trust me!!



“allora” Mikey si passò una mano sul viso “a) o tu sei malato o hai bevuto o hai preso un colpo in testa decisamente forte. B) Gerard, non ha senso tutto questo!!”

Gerard guardò le facce dei suoi amici.

Ray lo guardava accigliato, grattandosi di tanto in tanto gli occhi stanchi, e ridacchiando nervosamente delle cose che Gee gli raccontava, seriamente preoccupato per la salute mentale del suo vocalist.

Bob aveva la testa appoggiata sulle braccia, e probabilmente si era addormentato, infondo erano le sei e mezza e avevano fatto tardi.

Frank lo guardava con la bocca spalancata e gli occhi sgranati, incredulo (e ancora in pigiama) trattenendo il fiato tanto da diventare cianotico.

E Mikey…

Mikey era stufo marcio delle stranezze del fratello, incazzato come novanta per essere stato buttato giù da letto. Frank gli aveva detto che Gerard stava male così il poveraccio si era lanciato giù dal caldo lettuccio a capofitto e era corso a una velocità tale da rasentare il primato mondiale in macchina.

E che aveva trovato?

Suo fratello che vaneggiava!

“ti giuro che è così!” disse Gerard disperato, perché Mikey, la prima persona che pensava capisse, si comportava così?

“ma fottiti! Tu non sei a posto, fidati!!!” disse il bassista alzandosi e facendo cadere con un tonfo sordo la sedia “mi hai preso per scemo? Ti sembro così allocco da credere una simile cazzata? Andiamo!”
“secondo te vado a letto così?” chiese Gerard indicandosi, ancora vestito con la divisa da parata.

“ti sarai vestito prima che arrivassimo” disse cinico Mikey mentre Frank lo guardava male.

“forse si sonnambulo e tu sei vestito mentre dormivi” concordò diplomatico Ray, mentre Bob alzava gli occhi su Gerard.

In quegli occhi Gerard lesse quello che più temeva: incredulità, proprio come Frank, suo fratello e Ray…

“begli amici” commentò acido Gerard.

Ray sbuffò “cazzo Gee, se arrivasse Frank vestito da Harry Potter e ci dicesse che è stato a quella cazzo di scuola per maghi svegliandosi così, tu ci crederesti?” si stava scandando.

Gerard ci pensò su un attimo poi sospirando disse “forse no… però…”

“ecco appunto” asserì fermo Mikey “argomento chiuso… io non so voi ma torno a letto” e detto questo si infilò la giacca. Non lo salutò nemmeno mentre usciva trafelato chiudendosi la porta alle spalle.

Bob e Ray si alzarono a loro volta, infilandosi le giacche con lentezza esasperante “fossi in te mi riposerei in questa settimana che sei a casa solo senza tour, ma soprattutto senza tua moglie” disse Bob amaro, LynnZ non gli stava molto a cuore…

“infatti” disse Ray con un sorrisetto dandogli una pacca sulle spalle “sei solo un po’ confuso, non farci caso, ciao Big Man!”.

Dopo avere salutato uscirono, mentre invece Frank rimaneva immobile sulla sedia, senza proferire parola. Aveva cambiato espressione, adesso lo guardava serio, mentre il ciuffo di capelli neri scivolava sul viso da eterno bambino.

Gerard rimase in silenzio, non sapeva che dire e negli occhi di Frank non sapeva se ci fosse decisione o forse disappunto.

Sperò non fosse la seconda.

“io ti credo” disse a un certo punto Frank senza tradire la sua serietà. Gerard abbozzò un sorriso sincero e si sentì un coglione, come poteva dubitare della fedeltà di Frank? “io penso che al mondo esistono cose che nessuno si può spiegare, fatti così assurdi che devono per forza essere veri… tutto qui” disse il ragazzo alzandosi “ora scusa, ma dopo avere partorito parole tanto profonde, mi sento in dovere di tornare a letto”

Gerard ridacchiò “mi sembravi troppo serio per essere tu, infatti!”

“lo prendo come un inno alla mia infinita fanciullezza!” disse Frank abbracciando Gerard “adesso devo davvero lasciarti, o rischio di addormentarmi per strada”

“stami bene Frank”

“ci vediamo domani, alle prove?”

“alle tre puntuale” disse sarcastico Gee accompagnandolo fino alla porta.

“io sarò puntuale” disse il ragazzo mettendo in moto mentre Gerard ridacchiava “ e tu cambiati, lo sai che non sono molto a favore di queste divise…” e detto questo fece retromarcia e si allontanò.

Gee rimase a guardare la macchina allontanarsi, ringraziando un qualunque Dio per averglielo fatto incontrare, quel cretino, poi si guardò attorno.

Il suo sguardo cadde su una vecchietta che lo guardava a occhi sgranati, quella si face in segno della croce e rientrò in casa.

Forse aveva ragione Frank.

Era il caso di cambiarsi.

Ritornò in casa e cercò la zip della divisa, ma non esisteva, era allacciata come una vera divisa, e si stupì di non essersene accorto prima.

Sembrava così vecchia e artigianale rispetto a quella che usava per suonare, sembrava così vera da faglia paura.

E se non fosse stato un sogno e avesse ragione lui?

E se non fosse stato un caso di sonnambulismo e Ray si sbagliasse?

E se…

Troppi se, forse e ma!

Doveva scoprire qualcosa e doveva farlo subito!

Ci pensò su, lui era così convito che non poteva fare altro che smentire o confermare la sua tesi.

Tenne la divisa e prese la fotocamera digitale, infilandosela in tasca, poi andò in camera da letto e chiuse gli occhi, augurandosi da solo sogni d’oro.

Se era solo un sogno non sarebbe successo nulla.

Se non lo era si sarebbe divertito a raccontarlo al suo psichiatra!



Capitolo tre: I’m not afraid to keep on living… I’m not afraid to walk this word alone…



Gerard aprì gli occhi ancora un po’ rimbambito.

Domanda uno: dove si trovava?

Era in un letto, a baldacchino visto che i grandi tendaggi rossi di pesante velluto erano tirati lasciandolo praticamente al buio. Poteva essere ancora notte per quel che sapeva.

Sorrise sornione.

“è ufficiale, sono pazzo” disse ad alta voce riappoggiandosi fra i guanciali bianchi e morbidi, sorridendo da ebete “dici che ti bastano dieci anni di analisi caro Gee?” si disse da solo mentre si stiracchiava.

Certo che però stava comodo…

Addosso aveva una sorte di tunica nera, lunga fino hai polpacci che forse fungeva da pigiama e-orrore-non indossava nulla sotto!

Chi lo aveva cambiato?

Panico, potevano avere anche abusato di lui per quel che si ricordava!
mentre era assorto nei suoi pensieri qualcuno aprì le tende facendo passare la poca luce che c’era.

“ehy!” disse scocciato riportandosi le coperte sulla testa.

“non fate il bambino, mio signore, dovete alzarvi!” disse autoritaria una voce “non costringetemi a munirmi di un secchio d’acqua per spegnere in voi il sonno!”

“A-Alicia?” borbottò lui mentre la ragazza si muoveva frenetica per la stanza “tu mi hai vestito così?”

“a dire il vero lo avete fatto da solo” disse Alicia noncurante “dopo avere passato una piacevole serata con Lady Eryn…”

Gerard inarcò così tanto le sopracciglia che sparirono oltre l’attaccatura dei capelli “cosa?”

“si, certo, con lei e con gli latri generali a bere suppongo”

“chi?”

Alicia lo guardò stranita “perché mi ponete queste domande mio signore? Non avete forse fatto questo come ogni sera?”

“non che io mi ricordi…” disse Gerard alzandosi e facendo attenzione e non sollevare la vestaglia per non rivelare i suoi ‘affari privati’ come li chiamava sempre Frank.

“allora non so cosa avete fatto” disse la ragazza facendo un elegante inchino facendo ondeggiare i capelli lunghi “ora vado a svegliare gli altri, tra poco serviremo la colazione nel salone…”
“ciao…” disse Gerard ma poi la fermò prima che potesse uscire chiamandola.

“mi dica mio signore” disse la ragazza guardandolo.

“sei ancora spostata con mio fratello vero?”

Alicia sorrise “certo mio signore, ma davvero, che vi prende?”
“no niente” disse lui lasciandola uscire.

Alicia camminò rapidamente per il corridoio, facendo ondeggiare armonicamente la gonna ampia e grigio perla. Si fermò davanti a una porta e dopo essersi guardata attorno vi entrò.

Erano tutti li.

Ray sedeva su una poltrona di velluto rosso, con la divisa impeccabile e lo sguardo concentrato, mentre la leggere brezza del mattino muoveva appena la zazzera di capelli che aveva in testa.

Frank era seduto sul bracciolo di un’altra poltrona, anche lui pensieroso. Teneva gli occhi chiusi e le braccia incrociate, mentre la sua mente vagava chissà su quali pensieri.

Bob era in piedi, in parte a Ray, e osservava le fronde spoglie del albero davanti alla finestra.

Mikey invece era appoggiato alla suddetta finestra, era l’unico ad avere una espressione tranquilla, rispetto agli altri.

Alicia andò invece a sedersi sul divano, insieme e Eryn e Jamia.

“allora” la voce di Ray attirò su di se i loro sguardi catalizzando l’attenzione “ quale è il problema?”

Frank si schiarì la voce, guardando Eryn “ mi date licenza di parlare?”

Lei annuì “si, raccontatele voi queste tristi vicende…” disse lei sempre più rattristata.

“certamente” disse alzandosi e camminando per la stanza “i casi sono due: o a perduto la memoria, o il senno in battaglia, o è un impostore…” disse chiaramente il ragazzo “mi addolora parlarne, ma non credo ci siano altre possibilità… ritengo che dobbiamo scoprirlo presto…”
“voi che ne pensate, mia signora?” disse Bob guardando la bionda con dolcezza.

“non so che pensare, in verità” disse lei con tono rassegnato “per un attimo ho creduto di averlo ritrovato ma è così strano… parla per enigmi, non riconosce ne cose, ne persone, ne luoghi, ma però è lui… deve essere lui, e se non lo è ne è la fotocopia!” disse la ragazza guardando Mikey “ma voi, Micheal, avete riconosciuto vostro fratello?”
“No” disse pacato il ragazzo “io sono tranquillo in merito, poiché quello non è Gerard, ne di animo ne di tempra. Potrebbe essere solo uno che gli somiglia tremendamente…” disse portandosi una mano al mento “e poi i capelli sono così diversi: sono neri, mio fratello è sempre stato biondo come voi, Lady Eryn…”

Lei annuì “è vero, non credo di averlo mai visto con i capelli neri”

“ma quelli facilmente si tingono” disse Frank imperterrito “e se avesse realmente perso la memoria?”

“secondo me dobbiamo eliminare il problema” insistette Mikey “se fosse una spia nemica? Ci avete pensato? Mio fratello probabilmente è morto ormai… non illudiamoci, non dobbiamo illuderci”

Eryn strinse con violenza la veste fra le mani “ma se vi sbagliaste? Se fosse lui?”
“potremo…” Bon si interruppe mentre tutti lo guardavano in attesa “potremo provare a farlo ragionare, a fagli ritornare la memoria… Provare per un periodo a recuperarlo… poi… se non dovesse funzionare…”
“concordo con voi” disse Frank battendogli una mano sulla spalla “ci sto! E voi altri che ne pensate?”

Ray si grattò il mento “bhè… tentare non nuoce…”

“infatti” disse Eryn alzandosi in piedi “se non è lui si verrà a sapere, e una idea per verificarlo l’ho già…”

“che intendete fare?” chiese Jamia mentre lei e Alicia si alzavano a loro volta.

“nulla di particolarmente difficile” disse Eryn con un sorrisetto sghembo “pochi sanno le debolezze del mio signore, solo io e Micheal credo, la prima è facile da verificare. Portatami i miei attrezzi per cucire nella stanza di Gerard” disse a Jamia che facendo un cenno con il capo allontanandosi “tu invece Alicia inizia a servire la colazione, vi raggiungeremo tra poco…”





Gerard stava finendo di prepararsi.

Si infilò la giacca della divisa chiudendola a fatica, non ci era per niente abituato, la zip era decisamente più comoda!!

Bussarono alla porta e Gerard prontamente disse “è aperto…” Eryn entrò seguita da Jamia, che portava un cesto di vimini.

“buon giorno mio signore” dissero le donne inchinandosi e Gerard le guardò perplesso.

Era strano vedere qualcuno piegarsi davanti a lui in quel modo senza ridere…

“devo solo fare una cosa alla vostra divisa, poi potremo scendere a mangiare con gli altri” disse la ragazza prendendo qualcosa dal cesto che Jamia reggeva e portandoselo dietro alla schiena.

Gerard la osservava un po’ preoccupato non gli piaceva la piega che stava prendendo la situazione…

“cosa fai?”

“nulla, chinatevi per favore devo vedere la vostra spalla” disse lei con grazia e Gerard lo fece.

Ma appena la ragazza gli mostrò il contenuto della mano, Gerard fece un salto che difficilmente si vedeva alle olimpiadi, salendo sul letto terrorizzato.

“metti via quel ago!!!!!” disse spaventato diventando, se possibile, ancora più pallido del solito.

Eryn scambiò un sorriso con Jamia poi disse fingendosi mortificata “perdonatemi, credevo vi fosse saltato un punto della giacca sulla spalla” disse passando l’enorme ago di osso a Jamia che lo ripose fra gli altri e uscì “andiamo?” chiese poi rivolta a Gerard e lui cauto scese dal letto.

“non farlo mai più” disse sottovoce mentre si avviavano alla sala da pranzo “io odio gli aghi…”

Lei scoppiò a ridere di cuore mentre camminava affianco a lui “lo so bene! Ricordo ancora quella volta in cui vi feriste, durante un allenamento con Frank alle spade, e per cucirvi il braccio impiegai ore e ore!” disse serenamente.

Gerard la fermò prendendola per un braccio, e attirandola a se avvicinò il viso al suo “Perché mi ricordo del vestito che portavi?” chiese improvvisamente stupendosi di se stesso “era viola scuro, con dei merletti alla fine delle maniche” sulla ragazza si dipinse una espressione stupita, poi un sorriso radioso “mi ricordo anche che il giorno dopo lo hai buttato via perché Jamia non era riuscita a togliere vie il sangue dalla gonna… così io te ne avevo regalato uno simile, ma più bello…”
“si!” disse lei abbracciandolo “state ricordando allora!”

Gerard rimase a fissare il vuoto per alcuni minuti mentre alcuni flash gli passavano davanti agli occhi.

“Frank…” chiese mentre lei alzava il viso verso di lui “è inciampato lungo la navata di una chiesa una volta?”
La ragazza sorrise “eh si… mentre stava andando a sposarsi… lo ricordate?”

“si… e no…” disse Gerard “alcune immagini ma non tutto… anzi, quasi niente…”

Lei gli prese le mani “presto ricorderete tutto, vedrete…”



Dopo la colazione Gerard e Frank si incamminarono verso le arcate esterne.

“ma dove mi stai portando?” chiese il moro mentre Frank non accennava a diminuire il passo.

“adesso vedrete” disse lui rallentando appena “state bene? Siete pallido”
“lo sai che odio andare di fretta…” disse Gerard frugandosi nelle tasche per poi sbuffare “cazzo, Frank hai una sigaretta?”

Frank lo guardò interrogativo “una che?”

Gerard sgranò gli occhi “fammi capire, qui non sapete nemmeno cosa sono le sigarette? Quelle cose che si fumano…”
“ah!” disse Frank “avevo capitolo male!” disse prendendo qualcosa da una tasca e passandola a Gerard, il quale la guardò ad occhi sgranati.

“Frank, ma ti fai di canne?!”

Frank ruotò appena la testa “non so cosa siano le canne, ma quello è semplicemente del tabacco, ne più, ne meno…”
“voi vi fumate le foglie di tabacco così? Avvolte semplicemente in una cartina?” chiese scettico Gerard mentre Frank gli accendeva un fiammifero.

“si certo” disse mentre Gerard prendeva un tiro.

“bhè, almeno non c’è tutto il catrame che c’è nelle sigarette, credo” disse facendo spallucce.

“cos’è il catrame?” chiese Frank mentre si mettevano di nuovo a camminare ma con più calma.

“quella sostanza strana e puzzolente con cui fanno le strade” disse Gerard tranquillo mentre Frank storceva il naso.

“ma dove diavolo siete stato per tutto questo tempo? Nel paese dei pazzi?” chiese il ragazzo perplesso.

Gerard sorrise, si, l’America poteva anche essere chiamata così per alcuni punti di vista.

Arrivarono in uno spiazzo erboso dove Gerard riconobbe una figura magra e esile che stava usando un arco.

E faceva centro.

Mikey Way che riusciva a usare un arco a quel modo perfetto?

Impossibile, era ceco come una talpa prima di operarsi agli occhi con il laser!

Era davvero uno strano universo parallelo quello…

Appena lo vide Mikey storse un po’ il naso continuando a fare quello che stava facendo.

“Oggi cercheremo di riportarvi fra noi, allenandoci un po’ con l’arco e con le spade!” disse estraendo la sua.

“basta che non fai come quella volta in cui ti sei quasi cavato un occhio con una freccia” disse di getto Gerard senza riflettere.

Quando però ci pensò rimase ancora ammutolito.

Ennesimo flash…

Allora forse tutta quella storia aveva uno sfondo di realtà… e la cosa era abbastanza preoccupante.

Frank e Mikey si scambiarono uno occhiata poi il primo sussurrò all’altro “forse è lui” disse mentre guardavano Gerard scasinare con una spada, cercando forse di farsi male.

“si però… Frank ma lo vedete come è imbranato? Sembra lo scemo del villaggio”

“diamogli tempo” disse Frank afferrando la spada e raggiungendo Gerard.

Mikye sospirò rassegnato, tanto valeva dargli tempo, ma lui rimaneva della sua idea.

Quello non era suo fratello….



eccoci qui!!
che ne pensate???
un bacio a tutti!!!
alla prossima!

 
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lauramcr
view post Posted on 12/6/2008, 17:11




Bellaaaaaaaaa image image

posta presto!! ^.^
 
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chemical lady
view post Posted on 12/6/2008, 17:22




grazie mille per avere letto!!
si derei che posso postare quando voglio tanto questa storia è già finita!! tutti e 18 i capitoli!!
 
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GothicLady89
view post Posted on 13/6/2008, 08:31




I like it!! Hai proprio tanta dimestichezza nello scrivere!! Brava! E posta presto!!! Baci baci...
 
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chemical lady
view post Posted on 19/6/2008, 19:18




grazie a MCR laura e gothic lady 89!! ecco il seguito!!

Capitolo quattro: Someone get he to the doctor, and someone buy the Xanax…



Gerard osservava Mikey affascinato, mentre il ragazzo continuava a fare una serie di centri dietro all’altra con quel arco. Era quasi inquietante.

“allora” gli spiegò Mikey passandogli una freccia e il suo arco “dovete mettervi di profilo, piedi allineati, braccio sinistro teso e con il destro applicare una resistenza…”

“eh?” chiese Gerard facendo roteare gli occhi del fratello.

“tirate la corda per cortesia, tenendo il gomito alto…”

“senti non ci riesco!” disse Gerard abbassando il braccio, ma facendo però partire la freccia che si conficcò ne suo piede “AH!”

Frank si chinò preoccupato mentre Mikey si voltava portandosi una mano alla bocca.

Non ridere Michael… ricorda che quel uomo può condannarti a morte…

“avanti Micheal aiutatemi ad alzarlo!” lo esorto Frank mentre Gerard continuava a lamentarsi per il dolore.

Per risposta Mikey ruppe la freccia, togliendone la fine piumata, poi con un movimento fluido e veloce sollevò il piede del fratello e lo appoggiò delicatamente atterrà “siete stato davvero abile mio signore” lo schernì il ragazzo ridacchiando “io non ci riuscirei nemmeno impegnandomi”

“Micheal!” lo richiamò Frank “dai aiutami a portarlo al castello invece di dire stupide favelle!”

Gerard lo guardò stranito.

Davvero Frank aveva detto favelle?

Appena li videro arrivare Bob fece loro strada aprendo le porte.

“vado a chiamare Lady Eryn” disse facendo cenno al signore e uscendo.

“Fantastico, così vedrà quanto sono imbranato…” disse Gerard mentre Micheal usciva ancora divertito dalla stanza “se non fosse mio fratello gli darei una testata!” disse scocciato l’uomo sedendosi più composto fra i cuscini.

Frank sorrise guardandolo “mi dispiace che sia stata una brutta giornata mio signore. Contavo addirittura che mi avreste concesso l’immenso onore della vostra compagnia per una cavalcata verso le lande…”

Gerard sorrise a sua volta “mi sa che sarà per domani Frank… e smettila di darmi del lei!!”

Il ragazzo fece un elegante inchino e uscì.

Gerard si guardò riflesso nello specchio schifandosi di se stesso.

Aveva una faccia pallida e sconvolta, e i capelli che erano un casino.

“qui dovrebbero inventare il balsamo” disse serio, per poi ridere della sua stessa cazzata.

La porta di aprì zittendolo e Eryn lo guardò con un dolce rimprovero dai suoi occhi grigi.

“Non dovrei mai lasciarvi da solo, siete impudente o sfortunato?”

“direi sfigato” disse Gerard mentre la ragazza immergeva delle garze dentro al acqua calda e gli sfilava piano scarpa e calzino.

“siete davvero un disastro” disse lei mentre toglieva il sangue rappreso dal piede con movimenti delicati per non fagli del male “adesso però devo cucire il taglio…”

Gerard impallidì “ma… con un ago?” disse sollevandosi sui gomiti.

Lei lo respinse giù guardandolo severamente “non pensateci nemmeno, dovete curarla o si infetterà!”

“ma…”

“no mio signore!” disse secca, “mi duole disubbidirvi ma è per il vostro bene!”

Gee si riabbassò rassegnato chiudendo gli occhi. Non sentì quasi niente, apparte un piccolo pizzico ogni qualvolta l’ago bucava la pelle “fatto… grazie a dio non siete morto, non me lo sarei mai perdonata” disse sarcastica Eryn alzandosi dal letto.

“ehy!” disse Gerard un po’ scocciato guardandola male, ma la sola cosa che ottenne fu quella di farla ridere, così prese un cuscino e glielo lanciò contro.

“ehy lo dico ora!” replicò la ragazza ritirandoglielo “non so che vi è preso, sinceramente, ma da quanto siete tornato siete più… divertente!”

“è un complimento o una offesa?” chiese Gerard mettendosi a sedere.

“direi un complimento, qui è tutto così… tedioso…” disse la ragazza sedendo vicino a lui sul bordo del letto “non c’è poi molto da fare qui… e non mi è consentito lasciare il castello…”
“Ma io ti ho incontrato fuori” disse Gerard perplesso.

“perché c’era anche Frank, da sola non posso fare nulla…” rispose spostandogli un ciuffo di capelli da viso “come avete fatto a tingerli?” chiese poi curiosa.

Gerard ci penso un attimo “ero biondo prima, vero?”

Lei annuì “ve lo ricordate?”

“No… è solo che… era biondo quando The Black Parade è nata…” lei lo guardò dubbiosa, non capendo cosa intendesse ma lui fece spallucce “lascia perdere… è tutto decisamente troppo incasinato per essere spiegato…”

“incasinato? Ma come diavolo parlate!” disse lei ridendo e dandogli un’altra cuscinata.

“per prima cosa” disse Gerard togliendole il cuscino dalle mani “Non sono io quello che parla in modo strano, e poi, smettila di colpirmi con questo cuscino”

“Ma voi avete dato inizio alle ostilità” disse lei riappropriandosene “e se decido di colpirvi ancora e di scappare con quel piede non andrete molto lontano… sapete?”

“non sfottere!”

“sfottere? ma che vuol dire?”

“non prendermi per il culo… non…” Gerard ci pensò “Non schernirmi!” aggiunse poi incrociando le braccia.

“ok, scusate se ho offeso il vostro orgoglio facendo così” disse mentre gli dava un’altra cuscinata sulla testa “ma rimbalza così bene il cuscino che è una gioia farlo…”

Gerard le tolse il cuscino lanciandolo lontano e prendendola per i polsi la fece stendere sotto di se con un movimento veloce “e adesso che ti inventerai per farla franca?” chiese alzando un sopracciglio.

La ragazza avvicinò il suo viso a quello di Gerard facendo combaciare le loro labbra, mentre lui le teneva le braccia sopra alla testa.

Il bacio mutò in fretta di intensità, mentre Gerard faceva scorrere le mani lungo il corpo della ragazza, esplorandone le curve. Le accarezzò le spalla lasciate scoperte mentre lei ribaltava la situazione ritrovandosi sopra di lui, senza mai perdere il contatto fra le loro labbra.

Gerard prese a trafficare con i lacci del corsetto, ma più ci si metteva di impegno più faceva del casino “Ma come cazzo si apre!” sbottò a un certo punto separandosi dalle labbra dalle ragazza, che come prevedibile scoppio a ridere “non c’è niente da ridere, questi sono strumenti di tortura!” disse Gerard guardando sopra alla spalla di Eryn per riuscire a capire come si aprisse.

“volete che ci pensi io?” chiese la ragazza mentre baciava il collo del uomo.

“no… ci sono quasi riuscito…”

“se ci mettete un’altra ora verrà il momento di scendere a cena…”

“e chi se ne frega della cena… ah!” disse Gerard soddisfatto riuscendo a sciogliere tutto, e ribaltando nuovamente la situazione, facendo stendere lei sotto il suo corpo.

Prese a baciarle la pelle bianca del petto lasciata scoperta ai suoi occhi.

Lei gli tolse la giacca, mentre la passione li divorava…



Gerard aprì gli occhi e si ritrovò nel suo appartamento.

“cazzo!” disse saltando a sedere.

Si guardò attorno.

E si, era proprio a casa sua!

“Merda!” disse continuando a imprecare mentre stava per alzarsi, poi però notò una cosa strana… era nudo.

“allora non era un sogno… me la sono fatta veramente” disse a se stesso, poi ricordandosi che non era normale parlare da solo prese un paio di boxer dal cassetto e si diresse in bagno infilandoseli, mentre suonavano alla porta.

Andò ad aprire e trovò Frank ad aspettarlo.

Quello, vedendolo in boxer entrò in casa in silenzio poi disse ironico “mi stavi aspettando?”

“No, scemo, mi sono appena svegliato” disse Gerard mentre Frank apriva un sacchetto e prendeva fuori i due caffè.

“chi ti sei fatto?”

“eh?”

“oh, andiamo hai capito cosa intendo! E non dirmi Lynn perché so che è da sua madre… me lo ha detto Jamia!”

Gerard si grattò dietro a un orecchio “davvero non capisco cosa stai dicendo…”

“smettila Gee! Sei eccessivamente rilassato, e poi quel morso sul collo non te lo sei di certo dato da solo!”

Gerard scattò in piedi specchiandosi nei vetri della porta della cucina “Merda, si vede molto?”

“abbastanza…” replicò il punk “ma che hai?” chiese poi preoccupato.

Gerard si reggeva alla porta tendendosi il piedi, si voltò verso Frank e disse “se è come dice Mikey, allora i sogni fanno male” disse mettendo il piede sul tavolo e mostrando la ferita della freccia a Frank.

“come cazzo te lo sei fatto? Nel tuo universo parallelo?” chiese Frank guardando la ferita con interesse “hai le prove adesso, no? Il morso sul collo che ti ha dato la tua tipa platinata, la ferita sul piede che ti sei fatto...” si fermò guardandolo, e gerard arrossì vistosamente.

“Mi sono infilato una freccia nel piede”

Frank annuì solenne “capita… adesso racconta tutto, sono troppo curioso!”

Capitolo cinque: I want to see the sun…



Gerard aprì gli occhi e si accorse di essere tornato nella sua stanza lussuosa, nel mondo che non conosceva ma iniziava finalmente a capire.

Ok, detto così suona distorto, ma è la verità.

Poi si accorse di non essere solo.

Aveva un braccio attorno a una vita sottile, e guardando verso il basso vide una testa di biondissimi capelli lunghi, appoggiata alla sua spalla.

Era la prima volta che riprendeva da dove era rimasto, e per la prima volta ricordava tutto: come era arrivato a letto e cosa aveva fatto prima.

I pezzi del puzzle di stavano finalmente congiungendo.

Sorrise, sincero.

Era una bella sensazione, gli sembrava di vivere due vite parallele.

Però quale delle due preferiva?

Sicuramente la seconda, dove tutti lo trattavano con rispetto, dove tutto lo prendevano sul serio e non lo trattavano come se fosse pazzo nonostante tutto.

Nel suo vero mondo invece… li lo trattavano come se fosse un demente, non gli credeva nessuno eccetto Frank…. E la vita faceva schifo.

Odiava non poter andare a comprare un pacchetto di sigarette senza essere molestato da qualche paparazzo o qualche fan.

Odiava sua moglie.

Odiava il suo stupido appartamento.

Ormai credeva addirittura di odiare suo fratello…

Invece li aveva tutto quello che si poteva desiderare: viveva nello sfarzo, aveva il rispetto dei suoi amici e di suo fratello, veniva ritenuto da tutti un grande e poi…

E poi c’era Eryn.

Lei era come un raggio di sole in quel mondo fatto di ombre.

Lei era la cosa più bella e pura che avesse mai visto.

Cercò di guardarla in faccia, scostandole alcune ciocche auree dal viso e sorrise dolcemente.

Qualcosa gli diceva che una volta la amava parecchio.

Qualcosa gli diceva che la amava ancora.

Peccato non ricordare che cosa il suo alterego provasse per lei…

Poi l’illuminazione.

Si alzò dal letto lentamente e guardò fuori dalla finestra senza curarsi di coprire il suo corpo nudo. Sotto c’era il fossato, così si sfilò la fede e la lasciò cadere nell’acqua.

Sorrise sollevato, decisamente non amava Lynn, quindi tanto valeva renderlo ufficiale.

Si rimise a letto, riprendendo contro di se il corpo ancora dormiente di Eryn e chiudendo gli occhi sorrise.

Anche se fosse tornato nel suo mondo, l’avrebbe presto rivista.



Micheal scese al villaggio, avvolto dal suo mantello nero.

Entrò nella locanda senza abbassare il cappuccio e sempre con passo svelto si mise a sedere al solito tavolo, infondo a quel losco posto.

Vide due uomini entrare, e fece cenno ad essi di accomodarsi sulle sedie innanzi alla sua.

“ho un lavoro di coltello per voi” disse estraendo qualcosa da sotto il mantello, ma senza mai scoprire il viso “dovete uccidere una persona, in cambio avrete quaranta pezzo d’oro, venti adesso e venti a lavoro ultimato”

“e di chi mai è una vita così importante da essere stimata quaranta pezzi?” chiese il più anziano dei due, passandosi una mano sul mento e toccandosi la barba incrostata di birra rappresa.

Micheal sollevò appena gli occhi “dovete uccidere Gerard”

Gli uomini lo guardarono terrorizzati “no, non si può fare!”
“ma quello non è il vero Gerard” disse Micheal lanciando loro il sacchetto con le monete.

“come fate ad essere sicuro?”
Micheal si abbassò il cappuccio mostrando il suo viso “se io non riconosco mio fratello, allora chi può?”

I due uomini di alzarono in piedi inchinandosi a Micheal, che essendo un grande generale godeva di rispetto ed era temuto da molti.

“sarà fatto” disse uno dei due mentre Micheal si rialzava il cappuccio e se ne andava proprio come era venuto.



Gerard era spaesato.

Erano tre giorni che stava in quel luogo senza riuscire a tornare nel suo tempo.

Era bloccato nel universo di Eryn, e la cosa non gli dispiaceva affatto, anzi!!

Ne era felice.

Grazie alla pazienza di Frank stava ottenendo dei risultati significativi anche con la spada, cosa non da poco per uno che apparte i concerti al massimo si alzava dal divano per andare al bagno o in cucina.

Passava le giornate con Eryn, a parlare e a passeggiare un po’ ovunque.

Ridevano, scherzavano e i ricordi tornavano a Gerard sempre più frequentemente.

“non ci posso credere” disse Eryn sedendosi sul muretto davanti a lui “Praticamente state tornando quello di una volta… solo più buffo!”

Gerard la guardò inarcando un sopracciglio “perché buffo?”

“oggi per esempio aveva messo male la spada, troppo bassa rispetto alla cinta, e mentre raggiungevano Frank al campo per l’allenamento siete caduto, inciampando nell’arma!” disse mentre rideva al ricordo della scena.

“potevo farmi male!” disse Gerard cercando di essere serio, ma poi scoppiò a ridere a suo volta.

“posso farvi una domanda audace?” chiese poi la ragazza tentando di darsi un contegno.

“accomodati” disse Gerard sensualmente guadagnandosi una spintarella.

“Perché non portate più la fede?”

Gerard le sorrise “perché dovrebbe in teoria essere un tributo al amore no? Io non amo la donna che teoricamente dovrebbe essere mia moglie… ma qui nemmeno esiste…”
Eryn lo guardò perplessa “ vive nel mondo che mi avete descritto in questi giorni?”

Gerard annuì “si… e sta bene dove sta: lontano da me! Anche perché… io voglio rimanere qui con te” disse chinandosi su di lei e baciandole le labbra.

“ci vada piano mio signore!” la voce di Frank gli arrivò lontana, ma appena Gerard si voltò lo vide avvicinarsi lentamente.

“ecco che arriva l’ebete” disse facendo una espressione scocciata e facendo ridere Eryn.

“Mi ci porterete mai in questo vostro mondo?” chiese la ragazza accarezzandogli il viso dolcemente.

“si” disse Gerarda “se vorrai troverò il modo per farti vedere quel caos che è l’America!”

Eryn gli baciò le labbra mentre l’uomo le accarezzava i capelli “deve essere un mondo fantastico, se tutto quello che mi avete detto è vero”

“si, è vero…” disse Gerard perdendosi di nuovo in quegli occhi grigi, che però sembravano più luminosi che mai.

“mi basterebbe solo vedere la luce del sole, almeno una vota nelle vita” disse semplicemente la ragazza.

“Lo vedrai, te lo prometto” disse lui mentre la ragazza di alzava in piedi.

“allora raggiungiamo Fra-“

Si udì un sibilo nell’aria e poco dopo la punto di una freccia trapassò il bustino di Eryn uscendo dall’altra parte.

Gerard prese la ragazza prima che questa cadesse a terra.

Frank osservò orripilato la scena ormai vicino hai due, poi alzò lo sguardo cercando la direzione da cui la freccia era stata scoccata e prese a correre.

“Eryn!” urlò Gerard cercando di scuotere la ragazza che però non sembrava reagire “cazzo!” disse poi prendendola in braccio e correndo verso il castello, incontrando fortunatamente sia Raymond che Bob.

“che è successo mio signore?” chiese Raymond guardando Gerard vienigli incontro.

“non lo so… cazzo… una freccia… e poi”

“calma” gli disse Bob “dobbiamo chiamare Jamia, ci penserà lei a curarla”





 
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GothicLady89
view post Posted on 20/6/2008, 13:54




Noooooooooo!!!!!!!!!!!!! Poverettaaaaaaaaaa!!!!!!! Nn dirmi k morirà t prego!!! Sembrava quelle giusta e poi... è dolcissima!!!! Wow questo capitolo è fantastico!!!!! K colpi di scena!! Me lo sognerò stanotte! TU xò (in tono minaccioso, riferito a chemical lady) posta presto|!!! Muoviti! 6 ancora lì? Sbrigatii!!!! (ovviamente scherzo!!) XDXD.. Bravissima!! Continua cosììì!!!!
 
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chemical lady
view post Posted on 25/6/2008, 20:03




eccomi tornata!
sn reduce da un intervento chirurgico quindi sarò breve: Come sempre grazie gothic lady 89 ke sembra essere la sola a interessarsi alla mia ff... t andrebbe d conoscerci meglio?
a me piacerebbe, ho conosciuto un sacco d persona tramite un sito e credo sia ora d iniziare anche qui!
intanto eccoti l'aggiornamento spero ti piaccia!!
PS: oggi mi sentobuona ecco 3 capitoli!

Capitolo sei: I must save her life!



“ma come è potuto accadere?” chiese Raymond mentre aspettavano fuori dalla stanza di Eryn.

Gerard era seduto a terra, nella mente passava e ripassava la scena appena vissuta.

Che altro pensare? La sua mente era andata in blackout.

Teneva il viso appoggiato alle ginocchia e gli occhi perennemente spalancati.

Se Eryn non si fosse alzata nel momento sbagliato probabilmente la freccia si sarebbe conficcata in mezzo hai suoi occhi.

Che fosse solo una coincidenza?

Ne dubitava…

Guardò le sue mani, sporche di rosso sangue ormai secco.

Passi veloci per il corridoio segnarono l’arrivo di Micheal.

“cosa è successo?” chiese concitato, mentre riprendeva fiato per la corsa appena fatta.

“qualcuno ha tentato di uccidere Lady Eryn mentre era in cortile con Gerard” disse mesto Bob passandosi una mano sul viso.

Micheal sgranò gli occhi assumendo una strana espressione.

Gerard lo guardò attentamente.

Nascondeva qualcosa…

Alicia arrivò di corsa.

“Frank ha preso l’uomo che ha puntato la freccia verso Lady Eryn”

Gerard scattò in piedi e prendendo Alicia per un braccio disse “portami da lui allora”

Alicia annuì facendogli strada.



Frank osservava con una espressione schifata quel uomo.

Gerard lo fissava con odio, mentre stava a braccia incrociate davanti a lui. Il suo viso si era rabbuiato, donandogli un alone crudele.

Raymond e Bob si guardarono, era quello il loro signore, qui lineamenti dolci che si trasformavano in una maschera impassibile e inquietante, senza scrupoli.

Solo Micheal se ne stava indisparte, appoggiato al muro della sala delle torture.

Perché era li che si trovavano.

L’uomo era in ginocchio davanti a Gerard, le mani legate e agganciate a una pesante catena che scendeva dal soffitto. Il viso era grondante di sangue e Gerard si compiacque del fatto che Frank non ci fosse andato leggero.

Un rivolo di sangue gli rigava il viso, andando a incrostare la barba e mischiandosi a quella che Gerard sembrava birra.

Gli occhi erano pesti, violacei e i lividi sul resto del viso erano evidenti.

“bel lavoro Franke” disse Gerard chinandosi verso l’uomo “e tu sai di avere i minuti contati, figlio di puttana?”

L’uomo alzò leggermente il viso sputando in faccia Gerard.

“mossa sbagliata” disse lui prima di rialzarsi e mollargli un sonoro calcio in faccia che lo fece gemere di dolore “prendila così: tu morirai. Però c’è modo e modo di morire… se mi dici perché volevi ammazzare la mia fidanzata, allora muori subito, oppure ti lascio a Frank… lui ha un paio di giochini carini con degli aghi da farti fare… dico bene Frank?”

Frank avanzò verso l’uomo, stringendo in mano una frusta nera e facendola scioccare per terra disse “per prima cosa te li infilo negli occhi, poi te li cavo e ti lascio un po’ così alla ceca… il resto verrà da se…”

L’uomo sogghignò “siete un buon attore per essere un impostore…”

Gerard corrugò le sopracciglia “in che senso?”

“nel senso, mio falso signore, che so per certo che voi non siete chi dite di essere…”

Gerard fece un cenno a Frank che diede una frustata sulla schiena dal uomo facendolo urlare di dolore “Io sono Gerard, e voi chi diavolo siete…?”

“io non sono che un umile uomo… mi hanno solo pagato per un servigio…”

“volete dire” si intromise Raymond “che vi hanno pagato per uccidere Lady Eryn?”

“lui non voleva uccidere Eryn…” disse Gerard pensieroso, mentre osservava l’uomo, aveva capito tutto “Perché lui non poteva prevedere che lei si sarebbe alzata… lui volevate uccidere me…”

Tutti lo guardarono sorpresi, tranne Micheal che abbassò istintivamente lo sguardo.

Solo Bob lo notò.

“è la verità?” chiese autoritario Frank ma l’uomo non rispose così lo prese per i capelli tirandogli la testa indietro, e urlando gli intimò di parlare.

“si, sono stato pagato per uccidere Gerard…”
Frank gli diede un’altra frustata “devi parlare con rispetto del nostro signore, o quegli aghi li scalderò prima di infilarteli negli occhi!”

Gerard invece sembrava più intento a capire che volesse la sua morte “chi ti ha incaricato di ammazzarmi?”

L’uomo sogghigno “qualcuno che è in mezzo a voi, più di quanto non crediate…”

Micheal si alzò per uscire ma Bob lo prese per un braccio “Non rimanete ad assistere?” chiese pungete mentre tutti si voltavano a guardare.

“che differenza fa se resto o rimando, di grazia?” chiese furente Michael togliendo il braccio dalla mano di Bob “Non permettevi più simili confidenze Bob”
“Fermo” Micheal rimase con una mano sulla porta, poi si voltò verso la voce “Io ti ordino di rimanere e di rimettersi seduto su quelle tue chiappette secche!” disse Gerard.

Micheal non potè fare altro che eseguire.

Gerard si girò furioso e diede un alzo calcio al uomo “ti ordino di dirmi chi è stato! Chi difendi infingardo!” si stupì da solo per l’uso delle parole, che ormai uscivano a ruota libera, così nuove eppure dette un milione di volte.

Che gli stava succedendo?

Stava diventando il Gerard di quel tempo?

“dimmi chi è stato” disse ancora Gerard.

“è stato…” l’uomo guardò Micheal, con la coda del occhi e per Gerard non ci fu bisogno di altre parole.

Suo fratello…

“Micheal…” disse Bob voltandosi verso il colpevole “come avete potuto macchiarvi di un simile atto?”

Micheal per risposta ridacchiò amaro “perché vi fate ancora infinocchiare? Lui non è mio fratello…”

Nella mente di Gerard si addensò un ricordo in quel momento così schiarendosi la voce disse “quando eravamo piccoli, ricordo che andammo a fare una passeggiata e tu cadesti nel fiume. Per salvarti sono saltato in acqua e ti ho riportato a riva, ma era freddo. Ho passato una settimana in un letto con la polmonite e avevano detto che forse non ce l’avrei fatta, ma poi quando sono guarito ci siamo fatti una promessa: ci saremo sempre parati le spalle, per tutta la vita, a costo di morire per l’altro e abbiamo buttato nel fiume due monete d’oro, per ricordarci di questo patto indelebile e segreto… solo nostro.” Micheal lo fissava a bocca aperta, solo Gerard poteva sapere quelle cose, solo suo fratello.

Calò il silenzio, poi Gerard disse a voce bassa “Frank, liberami di questo sacco di merda e metti Micheal in una cella…”

Frank annuì estraendo la spade e tagliando la gola del uomo così, come se fosse ordinaria amministrazione, poi prese Micheal per un braccio e disse “vi prego, amico mio, non costringetemi a incatenarvi…”

Gerard fissava il sangue correre sul pavimento, mentre sentiva i passi di Micheal e Frank allontanarsi nel corridoio.

Micheal lo guardò solo per un attimo con gli occhi lucidi, per poi farsi guidare per il corridoio da Frank.



Jamia aveva appena finito di medicare la ferita quando entrò Gerard.

“allora?”

Jamia abbassò lo sguardo “la ferita è infetta… non so cosa altro fare…”

“se disponessi di mezzi più consistenti?” chiese Gerard serio.

“cosa intendete mio signore?”

“intendo medicine più moderne ed efficaci…”

Jamia lo guardò perplessa “se le aveste, allora si potrebbe fare qualcosa, ma potrebbe essere troppo tardi… dovreste procurarvele subito…”
Gerard annuì “uscite per favore…”
La donna fece un inchino e uscì dalla stanza celere.

Gerard si stese sul letto, vicino a Eryn e dopo averle appoggiato un soffice bacio sulle labbra chiuse gli occhi.



Gli riaprì, era nel suo appartamento aveva funzionato.

Corse nel armadietto dei medicinale e prese fuori tutto quello che c’era dentro, soffermandosi sulla penicillina e su una siringa.

La strinse forte nel pugno e si rimise sul divano chiudendo gli occhi.

Aveva capito che dipendeva solo da lui e da quello che voleva.



Si risvegliò di fianco a Eryn proprio mentre Raymond entrava.

“che stava facendo”

“la curo” disse Gerard serio estraendo la siringa e svuotandola dall’aria che vi era dentro. La riempì di penicillina e prese il braccio di Eryn.

La mano gli tremava, però non doveva farsi delle pare per via di un aghetto del genere, doveva farlo per Eryn.

Fece l’iniezione, sparando di non avere fatto una cazzata, nel braccio della ragazza e poi guardò Raymond che intanto lo guardava sorpreso “Ma dove avete presto quella siringa così piccola?”

Gerard lo guardò sorridendo “è una lunga storia…”

“sorvolando” disse poi l’uomo guardando Gerard “che dobbiamo farne di Micheal… sapete quale è la pena per il tento omicidio di una persona di alto rango… se poi si parla di voi…”
“e quale è la pena?” chiese Gerard mentre passava una mano sulla fronte umida di Eryn, che però lentamente riprendeva colorito. Stava funzionando.

“la forca…” disse tetro Raymond abbassando lo sguardo.

Gerard scosse la testa “No.. direi che un paio di giorni al fresco gli basteranno”

L’altro fece un inchino poi sorridendo disse “allora lo lasciamo li a vegetare…”

“perfetto…”

Jamia entrò in quel momento con una siringa enorme in mano e qualcosa nell’altra “forse mio signore ho trovato qualcosa che potrebbe funzionare…”

Gerard guardando l’ago si agitò a tal punto da cadere da letto, poi guardando oltre l’orlo del materasso disse “non preoccuparti Jam, ho già fatto io…”

Jamia e Raymond di scambiarono uno sguardo poi trattenendo le risate fecero un inchino e se ne andarono.

“fantastico” disse sarcastico Gerard risedendosi sul letto “adesso anche qui mi credono un cretino…”

Capitolo sette: I want my word now...



Passarono i giorni, e le condizioni di Eryn miglioravano a vista d’occhio.

Gerard però non lasciò mai la stanza, nemmeno per mangiare.

Gli portava tutto Jamia, che spesso rimaneva li con li, e spesso c’era anche Frank.

Da quando Gerard lo aveva visto con quella frusta non poteva fare a meno di ridere tutte le volte che lo vedeva.

E il povero Frank non sapeva cosa farci, limitando a guardarsi allo specchio, sperando di trovare la fonte di tanta ilarità.

Eryn aprì piano gli occhi, guardandosi attorno mentre gli occhi cercavano di adattarsi alla fioca luce delle candele.

Si mise a sedere, lasciandosi sfuggire un breve gemito di dolore dalla labbra.

Subito si portò una mano allo stomaco, avvertendo le garze. Sotto la veste.

Cerco di ricordare cosa fosse successo.

Sgranò gli occhi ricordando.

La freccia, mentre era in giardino con Gerard.

Si preoccupò subito, guardandosi attorno, ma si rilassò subito quando lo vide dormire appoggiato al letto, con la testa appoggiata alle braccia incrociate.

Sorrise dolcemente accarezzandogli i capelli corvini lentamente, per non svegliarlo.

Poco lontano vide anche Jamia e Frank, addormentati sul divanetto hai piedi del letto. Lei era appoggiata alla sua spalla mentre lui la cingeva per i fianchi.

Sorrise.

Erano li a vegliare sul suo sonno da chissà quanto tempo.

Intanto il sole stava facendo capolino dalla finestra, irradiando di una luce fioca e arancione tutto attorno a lei.

Jamia aprì stancamente gli occhi sollevando la testa dalla spalla di Frank e guardando il letto.

Sorrise vedendo Eryn che ricambiava il sorriso, mentre la bionda si portava un dito sulle labbra come per dirle di non fare troppo rumore.

Jamia scostò da se il braccio si Frank , poi gattonò sul letto, abbracciando piano Eryn “abbiamo avuto paura di perderla, sapete…”
“sono qui…” disse la bionda, mentre la mora le accarezzava i capelli.

“è stato Gerard a salvarvi, con qualche medicina miracolosa del suo mondo” aggiunse poi Jamia sorridendo, mentre anche Frank iniziava a svegliarsi.

Sorrise a sua volta e fece segno a Jamia di seguirlo fuori.

Uscì, con la moglie al suo fianco e corse fino alla sala in cui Raymond e Bob stavano già desinando.

“allora?” chiese impaziente il primo, mentre il biondo alzava gli occhi sul viso sorridente di Frank.

“si è svegliata, grazie al cielo”.



Nel frattempo anche Gerard si stava svegliando, leggermente disturbato dalla luce del sole.

Avvertì una mano sottile e fredda passare in mezzo hai suoi capelli, pettinandoli e accarezzandoli con una dolcezza unica.

Alzò subito il viso, che si illuminò con un sorriso sollevato mentre si spingeva verso di lei per baciarne le candide labbra.

La ragazza ricambiò il bacio, accarezzando il viso del moro.

Non avevano bisogno di parole inutili, in quel momento, avevano solo bisogno di stare insieme.



Micheal si guardò il polso, livido dalle catene che lo imprigionavano alla parete.

Sbatte la nuca contro il muro, dandosi del idiota per la millesima volta.

Quello era suo fratello, lo aveva capitolo solo guardandolo nella sala delle torture, e sentendolo parlare del loro patto.

“sono stato così stupido” si disse da solo passandosi l’altra mano sul viso.

Un paio di prigionieri lo guardarono.

Era strano vedere un uomo che la divisa da alto ufficiale in una galera.

Passi per le scale, passi di due uomini.

Micheal non si voltò nemmeno per guardare chi fosse, e di certo non rimase stupido nel vedere Gerard e Frank dirigersi verso di lui.

Il secondo aprì la cella, scostandosi poi per fare entrare Gerard, il quale guardo il fratello serio in viso “lo sai che dovrei condannarti a morte vero?” chiese con voce fredda, mentre Frank si accostava a lui.

Micheal non alzò nemmeno il viso, ne chiese cosa ne sarebbe stato di lui. Il suo primo pensiero invece si rivolse a Eryn, una vittima innocente della sua follia “Eryn… come sta?”

“In via di guarigione” disse Gerard guardandolo attentamente “sai che ne sarà adesso di te?”

Micheal abbozzò un sorriso triste, mettendosi in ginocchio davanti a Gerard “se avrò ottenuto la redenzione morendo, che sia così allora… non mi oppongo al volere del mio signore” e detto questo abbasso il capo.

Gerard guardò Frank, allungando la mano verso di lui “spada” disse poi incolore, mentre il morettino eseguiva il comando dandogli la sua spada.

Gerard la alzò verso Micheal, che strinse appena gli occhi aspettando la morte.

La spada vibrò nell’aria.

Si infilò nel pavimento di pietra della cella, fra le ginocchia di Micheal, a pochi centimetri dal suo volto.

Il ragazzo alzò il viso confuso su Gerard, che per risposta gli lanciò le chiavi “tieni, sei libero. Smanettati in fretta, che voglio cenare” e detto questo uscì dalla cella.

Frank lo guardò con un sorrisetto “ringraziate la vostra buona stella che quello non sia vostro fratello di una volta, perché se non fosse cambiato adesso penzolereste da una forca”

Micheal si tolse le catene, toccandosi il polso poi chiede “perché?”

Frank lo guardò confuso. Poi grattandosi il capo disse “penso che abbiate imparato di non voler mettere su una bilancia i dubbi e le incertezze tutti insieme, perché se no vi ritrovate a fare le scelte sbagliate… se avreste parlato a Gerard, anziché additarlo come invece avete fatto, avreste capito. Fortunatamente abbiamo avuto… culo” aggiunse infine ripetendo una frase di Gerard e sorridendo “adesso muovetemi, che abbiamo realmente fame!!”



Gerard guardava avanti a se.

Gli sembravano passati anni da quando Eryn si era ripresa.

Gli sembravano passati anni da quando si erano ufficialmente fidanzati.

Gli sembravano passati anni da quando era arrivato in quel mondo e aveva deciso di rimanervi per sempre.

Solo che adesso iniziava ad avvertire la mancanza di alcune cose che prima odiava.

Come quello sgradevole aggeggio chiamato cellulare.

Gli mancava sentirlo suonare a tutte le ore, soprattutto della notte.

Gli mancava il caffè, le malboro rosse, il rumore delle auto che passavano sotto il suo appartamento.

Gli mancava il Frank deficiente, che sbagliava gli accordi, che rideva per tutto, che faceva battute fuori luogo insensate e prive di ogni logica.

Gli mancava Ray e i suoi capelli da pazzo, il suo modo di vedere la vita semplicemente, i suoi attacchi di isteria incontrollata.

Gli mancava Bobbone, con la sua calma da stoico, il suo sorriso sincero, il suo modo di essere unico.

Ma soprattutto gli mancava suo fratello. Il suo cinismo, il suo essere avventato avvolte.

Ma soprattutto le serate passate sa guardare film assieme e a ridere, a bere cocacola a litri e a mangiare schifezze a volontà.

E poi, gli mancava la musica…

Cantare a squarciagola con Frank appiccicato sulla schiena, e i fan in delirio.

Tirando le somma, a Gerard mancava la sua vita.



Eryn si avvicinò a Gerard, sedendosi di fianco a lui e gli posò un bacio sulla guancia “cosa c’è che ti assilla?” gli chiese facendolo sorridere.

Era addirittura riuscito a farsi dare del tu da lei, e di certo non voleva perderla.

“mi manca la mia vecchia vita” disse infine Gerard abbassando lo sguardo.

Lei sorrise tristemente “allora sai cosa devi fare… devi tornare la Gerard…”

Il moro alzò il viso “Io non ti lascio qui…”

“infatti, verrò con te” disse la bionda sorridendo.

“solo che non so come farti venire con me…” Gerard guardò avanti a se pensieroso, poi sorridendo disse “un modo forse c’è…”

Capitolo otto: You aren’t Gerard…



“allora andate?” Raymond guardo Gerard perplesso.

Non aveva capito dove, ne quando.

Ma soprattutto non aveva capito come.

“vi faccio preparare dei cavalli?” chiese Frank perplesso.

“No, non servono” disse Gerard “adesso devo nominare un successore o una cazzata del genere?”

Frank annuì “in teoria…”
“Ok… emh…” Gerard si guardò attorno.

La sala del trono era completamente vuota accetto loro e una figura appoggiata a una colonna “ok, scelgo mio fratello”

“cosa?” disse Raymond.

“cosa?” ripeté Frank perplesso.

“cosa?” si aggiunse Mikey, sconvolto a sua volta, per poi avvicinarsi “dopo tutto quello che vi ho fatto, mi eleggete vostro successore?”

Gerard non si mosse “esatto…” disse semplicemente “Per via.. ereditaria..”

Eryn entrò nella sala con Jamia “allora si va?” chiese eccitata, l’idea di vedere quel nuovo mondo l’allettava.

Gerard annuì mentre lei gli saltava al collo per baciarlo.

“allora vi lascio” disse Gerard guardandoli tutti “è stato bello finche è durato, mi sono trovato bene qui… mi è piaciuto un sacco…”

“infondo ci siete nato no?” chiese Ray perplesso.

Gerard si sbrigò a ritrattare “si certo, dopo essere tornato intendo… solo che ora voglio proprio tornare a casa…”

Tutti annuirono poi Frank si avvicinò “lo so che non è consono hai nostri consumi ma…”
“vuoi un abbraccio Frank?” gli chiese Gerard ridacchiando.

Frank abbassò lo sguardo arrossendo “magari, se fosse possibile io…”

Gerard non se lo fece ripetere abbracciandolo.

Ci vediamo fra poco a casa, pensò nella sua testa, anche se sapeva che non era lo stesso Frank.

“ci sei Eryn?” gli chiese portandole un braccio attorno hai fianchi e lei gli sorrise per risposta.

I portoni del palazzo si aprirono di colpo, un uomo spinse con tutto il suo corpo per riuscire ad aprirli.

Tutti alzarono gli occhi per vedere chi fosse, ma non riconobbero la faccia, nascosta dal pesante cappuccio del mantello nero.

Fece dei passi in avanti, lenti e sofferti, come di chi è ferito prima di arrivare a pochi metri da loro.

Fra i presenti era calato il silenzio.

Una paio di mani sbucarono da sotto il mantello, rivelando anche una divisa rotta in più punti e mantida di sangue.

Una divisa uguale a quella di Gerard.

Su quel corpo c’erano diverse ferite, segni di una lotta o qualcosa di simile.

Con gesti veloce delle dita l’uomo sciolse i lacci del mantello, che cadde leggero a terra.

Tutti trattennero il respiro ritrovandosi quel volto davanti.

“G-Gerard?” chiamò Mikey guardandolo a occhi sgranati.

Eryn si portò una mano alla bocca, allontanando con uno spintone Gee.

Gee appunto rimase pietrificato, guardando impressionato l’uomo davanti a lui.

Se non fosse stato per i capelli biondo platino del altro avrebbe seriamente creduto di trovarsi davanti a uno specchio.

“cazzo…” disse guardandolo attentamente.

“e voi chi sareste?” domandò l’altro, penetrandolo con il suo sguardo severo.

“io… io sono Gerard”
“Menzogna! Io sono Gerard!”

“Allora è vero” disse Ray voltandosi verso Gee “voi siete un impostore…”

“No che non lo sono!” si difese Gee “io sono chi dico di essere cazzo! Ray devi credermi” ma negli occhi di Ray leggeva solo delusione “dannazione, Frank!” anche Frank lo guardava con un misto di tristezza e amarezza, tanto da voltare il viso dalla parte opposta “Eryn…” disse prendendole la mani “Piccola diglielo chi sono io”
Gee si ritrovò una lama a pochi centimetri dalla gola, mentre l’altro Gerard allungava la mano verso Eryn “venite amata mia…”

Lei rimase un attimo ferma, passando lo sguardo da un all’altro, poi titubante prese la mano del all’altro.

“Eryn io…” Gee fu costretto al silenzio dalla lama che veniva appena premuta contro la sua gola.

“non rivolgetele mai più la parola…” disse secco il biondo, guardandolo furente “e qualunque cose abbiate fatto con lei ingannandola e spacciandomi per me, la pagherete con il sangue… Frank, portatelo in una cella! E che venga punito! Al suo destino penserà domani ma un assaggio delle vostre doti di torturatore non gli nuocerà…”

Frank rimase fermo, fissando Gee con aria affranta.

“ve lo devo ripetere!?”

“No mio signore, sarà fatto…” disse Frank facendo un inchino e prendendo Gee per le spalla “avanti non mi obbligate a spezzarvi le braccia per portavi in cella…” gli sussurrò al orecchio.

Gee guardò Eryn “Perché non mi credi?”

Lei abbassò la mano di Gerard, che ancora brandiva la lama e disse con voce fredda e pacata “non so chi siate voi, ma pensavo di riconoscere il mio signore… ebbene mi sono sbagliata… comunque fra di noi non vi è stato nulla” disse guardandolo intensamente negli occhi “e non dovete pagare per nulla” poi si rivolse al altro Gerard “credetemi, non mi ha toccata con un dito…”

Il biondo annuì “vi credo…”

Frank spintonò Gerard, esortandolo a seguirlo e il moro lo fece.

Camminò a testa bassa fino alle celle, e li venne ammanettato al muro, dove prima vi era Mikey.

“Frank…”

“vi prego fate silenzio” disse serio Frank estraendo la frusta dalla cinta “e cercherò di lasciarvi alcuni segni senza esagerare…”






 
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GothicLady89
view post Posted on 26/6/2008, 07:20




Nooooooooo!!! Fantastica!!! Ma questa storia è fantastica!!! Ma dimmi.. Da dove prendi l'ispirazione??? Xò.. Addirittura 2 Gerard? Deve essere un bel posto!!! Cmq continua prestissimissimo!! Non vedo l'ora!!!
 
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***Revenge Heart ***
view post Posted on 26/6/2008, 08:27




bellissima, davvero l'ho letta tutta d'un fiato continuala presto!!!
 
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chemical lady
view post Posted on 26/6/2008, 20:44




dove prendo l'ispirazione?
a dire il vero non lo so nemmeno io...
sono fortunata e ho fantasia credo!!
grazie a tutte e due ragazze sono felice che la storia vi piaccia stavo pensando di mettere anche una frerard che ho scritto tempo fa...
 
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GothicLady89
view post Posted on 27/6/2008, 11:35




Ahahaha.. sì sn curiosa di leggerla!!
 
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lauramcr
view post Posted on 27/6/2008, 12:35




Scusa il ritardo!! Cmq è SUPER FANTASTICAMENTE BELLISSIMAAAAAA!!! MOLTO ORIGINALE, COMPLIMENTI!!!!!! :guitar:
 
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66 replies since 30/5/2008, 21:38   391 views
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