| eccomi tornata! sn reduce da un intervento chirurgico quindi sarò breve: Come sempre grazie gothic lady 89 ke sembra essere la sola a interessarsi alla mia ff... t andrebbe d conoscerci meglio? a me piacerebbe, ho conosciuto un sacco d persona tramite un sito e credo sia ora d iniziare anche qui! intanto eccoti l'aggiornamento spero ti piaccia!! PS: oggi mi sentobuona ecco 3 capitoli!
Capitolo sei: I must save her life!
“ma come è potuto accadere?” chiese Raymond mentre aspettavano fuori dalla stanza di Eryn.
Gerard era seduto a terra, nella mente passava e ripassava la scena appena vissuta.
Che altro pensare? La sua mente era andata in blackout.
Teneva il viso appoggiato alle ginocchia e gli occhi perennemente spalancati.
Se Eryn non si fosse alzata nel momento sbagliato probabilmente la freccia si sarebbe conficcata in mezzo hai suoi occhi.
Che fosse solo una coincidenza?
Ne dubitava…
Guardò le sue mani, sporche di rosso sangue ormai secco.
Passi veloci per il corridoio segnarono l’arrivo di Micheal.
“cosa è successo?” chiese concitato, mentre riprendeva fiato per la corsa appena fatta.
“qualcuno ha tentato di uccidere Lady Eryn mentre era in cortile con Gerard” disse mesto Bob passandosi una mano sul viso.
Micheal sgranò gli occhi assumendo una strana espressione.
Gerard lo guardò attentamente.
Nascondeva qualcosa…
Alicia arrivò di corsa.
“Frank ha preso l’uomo che ha puntato la freccia verso Lady Eryn”
Gerard scattò in piedi e prendendo Alicia per un braccio disse “portami da lui allora”
Alicia annuì facendogli strada.
Frank osservava con una espressione schifata quel uomo.
Gerard lo fissava con odio, mentre stava a braccia incrociate davanti a lui. Il suo viso si era rabbuiato, donandogli un alone crudele.
Raymond e Bob si guardarono, era quello il loro signore, qui lineamenti dolci che si trasformavano in una maschera impassibile e inquietante, senza scrupoli.
Solo Micheal se ne stava indisparte, appoggiato al muro della sala delle torture.
Perché era li che si trovavano.
L’uomo era in ginocchio davanti a Gerard, le mani legate e agganciate a una pesante catena che scendeva dal soffitto. Il viso era grondante di sangue e Gerard si compiacque del fatto che Frank non ci fosse andato leggero.
Un rivolo di sangue gli rigava il viso, andando a incrostare la barba e mischiandosi a quella che Gerard sembrava birra.
Gli occhi erano pesti, violacei e i lividi sul resto del viso erano evidenti.
“bel lavoro Franke” disse Gerard chinandosi verso l’uomo “e tu sai di avere i minuti contati, figlio di puttana?”
L’uomo alzò leggermente il viso sputando in faccia Gerard.
“mossa sbagliata” disse lui prima di rialzarsi e mollargli un sonoro calcio in faccia che lo fece gemere di dolore “prendila così: tu morirai. Però c’è modo e modo di morire… se mi dici perché volevi ammazzare la mia fidanzata, allora muori subito, oppure ti lascio a Frank… lui ha un paio di giochini carini con degli aghi da farti fare… dico bene Frank?”
Frank avanzò verso l’uomo, stringendo in mano una frusta nera e facendola scioccare per terra disse “per prima cosa te li infilo negli occhi, poi te li cavo e ti lascio un po’ così alla ceca… il resto verrà da se…”
L’uomo sogghignò “siete un buon attore per essere un impostore…”
Gerard corrugò le sopracciglia “in che senso?”
“nel senso, mio falso signore, che so per certo che voi non siete chi dite di essere…”
Gerard fece un cenno a Frank che diede una frustata sulla schiena dal uomo facendolo urlare di dolore “Io sono Gerard, e voi chi diavolo siete…?”
“io non sono che un umile uomo… mi hanno solo pagato per un servigio…”
“volete dire” si intromise Raymond “che vi hanno pagato per uccidere Lady Eryn?”
“lui non voleva uccidere Eryn…” disse Gerard pensieroso, mentre osservava l’uomo, aveva capito tutto “Perché lui non poteva prevedere che lei si sarebbe alzata… lui volevate uccidere me…”
Tutti lo guardarono sorpresi, tranne Micheal che abbassò istintivamente lo sguardo.
Solo Bob lo notò.
“è la verità?” chiese autoritario Frank ma l’uomo non rispose così lo prese per i capelli tirandogli la testa indietro, e urlando gli intimò di parlare.
“si, sono stato pagato per uccidere Gerard…” Frank gli diede un’altra frustata “devi parlare con rispetto del nostro signore, o quegli aghi li scalderò prima di infilarteli negli occhi!”
Gerard invece sembrava più intento a capire che volesse la sua morte “chi ti ha incaricato di ammazzarmi?”
L’uomo sogghigno “qualcuno che è in mezzo a voi, più di quanto non crediate…”
Micheal si alzò per uscire ma Bob lo prese per un braccio “Non rimanete ad assistere?” chiese pungete mentre tutti si voltavano a guardare.
“che differenza fa se resto o rimando, di grazia?” chiese furente Michael togliendo il braccio dalla mano di Bob “Non permettevi più simili confidenze Bob” “Fermo” Micheal rimase con una mano sulla porta, poi si voltò verso la voce “Io ti ordino di rimanere e di rimettersi seduto su quelle tue chiappette secche!” disse Gerard.
Micheal non potè fare altro che eseguire.
Gerard si girò furioso e diede un alzo calcio al uomo “ti ordino di dirmi chi è stato! Chi difendi infingardo!” si stupì da solo per l’uso delle parole, che ormai uscivano a ruota libera, così nuove eppure dette un milione di volte.
Che gli stava succedendo?
Stava diventando il Gerard di quel tempo?
“dimmi chi è stato” disse ancora Gerard.
“è stato…” l’uomo guardò Micheal, con la coda del occhi e per Gerard non ci fu bisogno di altre parole.
Suo fratello…
“Micheal…” disse Bob voltandosi verso il colpevole “come avete potuto macchiarvi di un simile atto?”
Micheal per risposta ridacchiò amaro “perché vi fate ancora infinocchiare? Lui non è mio fratello…”
Nella mente di Gerard si addensò un ricordo in quel momento così schiarendosi la voce disse “quando eravamo piccoli, ricordo che andammo a fare una passeggiata e tu cadesti nel fiume. Per salvarti sono saltato in acqua e ti ho riportato a riva, ma era freddo. Ho passato una settimana in un letto con la polmonite e avevano detto che forse non ce l’avrei fatta, ma poi quando sono guarito ci siamo fatti una promessa: ci saremo sempre parati le spalle, per tutta la vita, a costo di morire per l’altro e abbiamo buttato nel fiume due monete d’oro, per ricordarci di questo patto indelebile e segreto… solo nostro.” Micheal lo fissava a bocca aperta, solo Gerard poteva sapere quelle cose, solo suo fratello.
Calò il silenzio, poi Gerard disse a voce bassa “Frank, liberami di questo sacco di merda e metti Micheal in una cella…”
Frank annuì estraendo la spade e tagliando la gola del uomo così, come se fosse ordinaria amministrazione, poi prese Micheal per un braccio e disse “vi prego, amico mio, non costringetemi a incatenarvi…”
Gerard fissava il sangue correre sul pavimento, mentre sentiva i passi di Micheal e Frank allontanarsi nel corridoio.
Micheal lo guardò solo per un attimo con gli occhi lucidi, per poi farsi guidare per il corridoio da Frank.
Jamia aveva appena finito di medicare la ferita quando entrò Gerard.
“allora?”
Jamia abbassò lo sguardo “la ferita è infetta… non so cosa altro fare…”
“se disponessi di mezzi più consistenti?” chiese Gerard serio.
“cosa intendete mio signore?”
“intendo medicine più moderne ed efficaci…”
Jamia lo guardò perplessa “se le aveste, allora si potrebbe fare qualcosa, ma potrebbe essere troppo tardi… dovreste procurarvele subito…” Gerard annuì “uscite per favore…” La donna fece un inchino e uscì dalla stanza celere.
Gerard si stese sul letto, vicino a Eryn e dopo averle appoggiato un soffice bacio sulle labbra chiuse gli occhi.
Gli riaprì, era nel suo appartamento aveva funzionato.
Corse nel armadietto dei medicinale e prese fuori tutto quello che c’era dentro, soffermandosi sulla penicillina e su una siringa.
La strinse forte nel pugno e si rimise sul divano chiudendo gli occhi.
Aveva capito che dipendeva solo da lui e da quello che voleva.
Si risvegliò di fianco a Eryn proprio mentre Raymond entrava.
“che stava facendo”
“la curo” disse Gerard serio estraendo la siringa e svuotandola dall’aria che vi era dentro. La riempì di penicillina e prese il braccio di Eryn.
La mano gli tremava, però non doveva farsi delle pare per via di un aghetto del genere, doveva farlo per Eryn.
Fece l’iniezione, sparando di non avere fatto una cazzata, nel braccio della ragazza e poi guardò Raymond che intanto lo guardava sorpreso “Ma dove avete presto quella siringa così piccola?”
Gerard lo guardò sorridendo “è una lunga storia…”
“sorvolando” disse poi l’uomo guardando Gerard “che dobbiamo farne di Micheal… sapete quale è la pena per il tento omicidio di una persona di alto rango… se poi si parla di voi…” “e quale è la pena?” chiese Gerard mentre passava una mano sulla fronte umida di Eryn, che però lentamente riprendeva colorito. Stava funzionando.
“la forca…” disse tetro Raymond abbassando lo sguardo.
Gerard scosse la testa “No.. direi che un paio di giorni al fresco gli basteranno”
L’altro fece un inchino poi sorridendo disse “allora lo lasciamo li a vegetare…”
“perfetto…”
Jamia entrò in quel momento con una siringa enorme in mano e qualcosa nell’altra “forse mio signore ho trovato qualcosa che potrebbe funzionare…”
Gerard guardando l’ago si agitò a tal punto da cadere da letto, poi guardando oltre l’orlo del materasso disse “non preoccuparti Jam, ho già fatto io…”
Jamia e Raymond di scambiarono uno sguardo poi trattenendo le risate fecero un inchino e se ne andarono.
“fantastico” disse sarcastico Gerard risedendosi sul letto “adesso anche qui mi credono un cretino…”
Capitolo sette: I want my word now...
Passarono i giorni, e le condizioni di Eryn miglioravano a vista d’occhio.
Gerard però non lasciò mai la stanza, nemmeno per mangiare.
Gli portava tutto Jamia, che spesso rimaneva li con li, e spesso c’era anche Frank.
Da quando Gerard lo aveva visto con quella frusta non poteva fare a meno di ridere tutte le volte che lo vedeva.
E il povero Frank non sapeva cosa farci, limitando a guardarsi allo specchio, sperando di trovare la fonte di tanta ilarità.
Eryn aprì piano gli occhi, guardandosi attorno mentre gli occhi cercavano di adattarsi alla fioca luce delle candele.
Si mise a sedere, lasciandosi sfuggire un breve gemito di dolore dalla labbra.
Subito si portò una mano allo stomaco, avvertendo le garze. Sotto la veste.
Cerco di ricordare cosa fosse successo.
Sgranò gli occhi ricordando.
La freccia, mentre era in giardino con Gerard.
Si preoccupò subito, guardandosi attorno, ma si rilassò subito quando lo vide dormire appoggiato al letto, con la testa appoggiata alle braccia incrociate.
Sorrise dolcemente accarezzandogli i capelli corvini lentamente, per non svegliarlo.
Poco lontano vide anche Jamia e Frank, addormentati sul divanetto hai piedi del letto. Lei era appoggiata alla sua spalla mentre lui la cingeva per i fianchi.
Sorrise.
Erano li a vegliare sul suo sonno da chissà quanto tempo.
Intanto il sole stava facendo capolino dalla finestra, irradiando di una luce fioca e arancione tutto attorno a lei.
Jamia aprì stancamente gli occhi sollevando la testa dalla spalla di Frank e guardando il letto.
Sorrise vedendo Eryn che ricambiava il sorriso, mentre la bionda si portava un dito sulle labbra come per dirle di non fare troppo rumore.
Jamia scostò da se il braccio si Frank , poi gattonò sul letto, abbracciando piano Eryn “abbiamo avuto paura di perderla, sapete…” “sono qui…” disse la bionda, mentre la mora le accarezzava i capelli.
“è stato Gerard a salvarvi, con qualche medicina miracolosa del suo mondo” aggiunse poi Jamia sorridendo, mentre anche Frank iniziava a svegliarsi.
Sorrise a sua volta e fece segno a Jamia di seguirlo fuori.
Uscì, con la moglie al suo fianco e corse fino alla sala in cui Raymond e Bob stavano già desinando.
“allora?” chiese impaziente il primo, mentre il biondo alzava gli occhi sul viso sorridente di Frank.
“si è svegliata, grazie al cielo”.
Nel frattempo anche Gerard si stava svegliando, leggermente disturbato dalla luce del sole.
Avvertì una mano sottile e fredda passare in mezzo hai suoi capelli, pettinandoli e accarezzandoli con una dolcezza unica.
Alzò subito il viso, che si illuminò con un sorriso sollevato mentre si spingeva verso di lei per baciarne le candide labbra.
La ragazza ricambiò il bacio, accarezzando il viso del moro.
Non avevano bisogno di parole inutili, in quel momento, avevano solo bisogno di stare insieme.
Micheal si guardò il polso, livido dalle catene che lo imprigionavano alla parete.
Sbatte la nuca contro il muro, dandosi del idiota per la millesima volta.
Quello era suo fratello, lo aveva capitolo solo guardandolo nella sala delle torture, e sentendolo parlare del loro patto.
“sono stato così stupido” si disse da solo passandosi l’altra mano sul viso.
Un paio di prigionieri lo guardarono.
Era strano vedere un uomo che la divisa da alto ufficiale in una galera.
Passi per le scale, passi di due uomini.
Micheal non si voltò nemmeno per guardare chi fosse, e di certo non rimase stupido nel vedere Gerard e Frank dirigersi verso di lui.
Il secondo aprì la cella, scostandosi poi per fare entrare Gerard, il quale guardo il fratello serio in viso “lo sai che dovrei condannarti a morte vero?” chiese con voce fredda, mentre Frank si accostava a lui.
Micheal non alzò nemmeno il viso, ne chiese cosa ne sarebbe stato di lui. Il suo primo pensiero invece si rivolse a Eryn, una vittima innocente della sua follia “Eryn… come sta?”
“In via di guarigione” disse Gerard guardandolo attentamente “sai che ne sarà adesso di te?”
Micheal abbozzò un sorriso triste, mettendosi in ginocchio davanti a Gerard “se avrò ottenuto la redenzione morendo, che sia così allora… non mi oppongo al volere del mio signore” e detto questo abbasso il capo.
Gerard guardò Frank, allungando la mano verso di lui “spada” disse poi incolore, mentre il morettino eseguiva il comando dandogli la sua spada.
Gerard la alzò verso Micheal, che strinse appena gli occhi aspettando la morte.
La spada vibrò nell’aria.
Si infilò nel pavimento di pietra della cella, fra le ginocchia di Micheal, a pochi centimetri dal suo volto.
Il ragazzo alzò il viso confuso su Gerard, che per risposta gli lanciò le chiavi “tieni, sei libero. Smanettati in fretta, che voglio cenare” e detto questo uscì dalla cella.
Frank lo guardò con un sorrisetto “ringraziate la vostra buona stella che quello non sia vostro fratello di una volta, perché se non fosse cambiato adesso penzolereste da una forca”
Micheal si tolse le catene, toccandosi il polso poi chiede “perché?”
Frank lo guardò confuso. Poi grattandosi il capo disse “penso che abbiate imparato di non voler mettere su una bilancia i dubbi e le incertezze tutti insieme, perché se no vi ritrovate a fare le scelte sbagliate… se avreste parlato a Gerard, anziché additarlo come invece avete fatto, avreste capito. Fortunatamente abbiamo avuto… culo” aggiunse infine ripetendo una frase di Gerard e sorridendo “adesso muovetemi, che abbiamo realmente fame!!”
Gerard guardava avanti a se.
Gli sembravano passati anni da quando Eryn si era ripresa.
Gli sembravano passati anni da quando si erano ufficialmente fidanzati.
Gli sembravano passati anni da quando era arrivato in quel mondo e aveva deciso di rimanervi per sempre.
Solo che adesso iniziava ad avvertire la mancanza di alcune cose che prima odiava.
Come quello sgradevole aggeggio chiamato cellulare.
Gli mancava sentirlo suonare a tutte le ore, soprattutto della notte.
Gli mancava il caffè, le malboro rosse, il rumore delle auto che passavano sotto il suo appartamento.
Gli mancava il Frank deficiente, che sbagliava gli accordi, che rideva per tutto, che faceva battute fuori luogo insensate e prive di ogni logica.
Gli mancava Ray e i suoi capelli da pazzo, il suo modo di vedere la vita semplicemente, i suoi attacchi di isteria incontrollata.
Gli mancava Bobbone, con la sua calma da stoico, il suo sorriso sincero, il suo modo di essere unico.
Ma soprattutto gli mancava suo fratello. Il suo cinismo, il suo essere avventato avvolte.
Ma soprattutto le serate passate sa guardare film assieme e a ridere, a bere cocacola a litri e a mangiare schifezze a volontà.
E poi, gli mancava la musica…
Cantare a squarciagola con Frank appiccicato sulla schiena, e i fan in delirio.
Tirando le somma, a Gerard mancava la sua vita.
Eryn si avvicinò a Gerard, sedendosi di fianco a lui e gli posò un bacio sulla guancia “cosa c’è che ti assilla?” gli chiese facendolo sorridere.
Era addirittura riuscito a farsi dare del tu da lei, e di certo non voleva perderla.
“mi manca la mia vecchia vita” disse infine Gerard abbassando lo sguardo.
Lei sorrise tristemente “allora sai cosa devi fare… devi tornare la Gerard…”
Il moro alzò il viso “Io non ti lascio qui…”
“infatti, verrò con te” disse la bionda sorridendo.
“solo che non so come farti venire con me…” Gerard guardò avanti a se pensieroso, poi sorridendo disse “un modo forse c’è…”
Capitolo otto: You aren’t Gerard…
“allora andate?” Raymond guardo Gerard perplesso.
Non aveva capito dove, ne quando.
Ma soprattutto non aveva capito come.
“vi faccio preparare dei cavalli?” chiese Frank perplesso.
“No, non servono” disse Gerard “adesso devo nominare un successore o una cazzata del genere?”
Frank annuì “in teoria…” “Ok… emh…” Gerard si guardò attorno.
La sala del trono era completamente vuota accetto loro e una figura appoggiata a una colonna “ok, scelgo mio fratello”
“cosa?” disse Raymond.
“cosa?” ripeté Frank perplesso.
“cosa?” si aggiunse Mikey, sconvolto a sua volta, per poi avvicinarsi “dopo tutto quello che vi ho fatto, mi eleggete vostro successore?”
Gerard non si mosse “esatto…” disse semplicemente “Per via.. ereditaria..”
Eryn entrò nella sala con Jamia “allora si va?” chiese eccitata, l’idea di vedere quel nuovo mondo l’allettava.
Gerard annuì mentre lei gli saltava al collo per baciarlo.
“allora vi lascio” disse Gerard guardandoli tutti “è stato bello finche è durato, mi sono trovato bene qui… mi è piaciuto un sacco…”
“infondo ci siete nato no?” chiese Ray perplesso.
Gerard si sbrigò a ritrattare “si certo, dopo essere tornato intendo… solo che ora voglio proprio tornare a casa…”
Tutti annuirono poi Frank si avvicinò “lo so che non è consono hai nostri consumi ma…” “vuoi un abbraccio Frank?” gli chiese Gerard ridacchiando.
Frank abbassò lo sguardo arrossendo “magari, se fosse possibile io…”
Gerard non se lo fece ripetere abbracciandolo.
Ci vediamo fra poco a casa, pensò nella sua testa, anche se sapeva che non era lo stesso Frank.
“ci sei Eryn?” gli chiese portandole un braccio attorno hai fianchi e lei gli sorrise per risposta.
I portoni del palazzo si aprirono di colpo, un uomo spinse con tutto il suo corpo per riuscire ad aprirli.
Tutti alzarono gli occhi per vedere chi fosse, ma non riconobbero la faccia, nascosta dal pesante cappuccio del mantello nero.
Fece dei passi in avanti, lenti e sofferti, come di chi è ferito prima di arrivare a pochi metri da loro.
Fra i presenti era calato il silenzio.
Una paio di mani sbucarono da sotto il mantello, rivelando anche una divisa rotta in più punti e mantida di sangue.
Una divisa uguale a quella di Gerard.
Su quel corpo c’erano diverse ferite, segni di una lotta o qualcosa di simile.
Con gesti veloce delle dita l’uomo sciolse i lacci del mantello, che cadde leggero a terra.
Tutti trattennero il respiro ritrovandosi quel volto davanti.
“G-Gerard?” chiamò Mikey guardandolo a occhi sgranati.
Eryn si portò una mano alla bocca, allontanando con uno spintone Gee.
Gee appunto rimase pietrificato, guardando impressionato l’uomo davanti a lui.
Se non fosse stato per i capelli biondo platino del altro avrebbe seriamente creduto di trovarsi davanti a uno specchio.
“cazzo…” disse guardandolo attentamente.
“e voi chi sareste?” domandò l’altro, penetrandolo con il suo sguardo severo.
“io… io sono Gerard” “Menzogna! Io sono Gerard!”
“Allora è vero” disse Ray voltandosi verso Gee “voi siete un impostore…”
“No che non lo sono!” si difese Gee “io sono chi dico di essere cazzo! Ray devi credermi” ma negli occhi di Ray leggeva solo delusione “dannazione, Frank!” anche Frank lo guardava con un misto di tristezza e amarezza, tanto da voltare il viso dalla parte opposta “Eryn…” disse prendendole la mani “Piccola diglielo chi sono io” Gee si ritrovò una lama a pochi centimetri dalla gola, mentre l’altro Gerard allungava la mano verso Eryn “venite amata mia…”
Lei rimase un attimo ferma, passando lo sguardo da un all’altro, poi titubante prese la mano del all’altro.
“Eryn io…” Gee fu costretto al silenzio dalla lama che veniva appena premuta contro la sua gola.
“non rivolgetele mai più la parola…” disse secco il biondo, guardandolo furente “e qualunque cose abbiate fatto con lei ingannandola e spacciandomi per me, la pagherete con il sangue… Frank, portatelo in una cella! E che venga punito! Al suo destino penserà domani ma un assaggio delle vostre doti di torturatore non gli nuocerà…”
Frank rimase fermo, fissando Gee con aria affranta.
“ve lo devo ripetere!?”
“No mio signore, sarà fatto…” disse Frank facendo un inchino e prendendo Gee per le spalla “avanti non mi obbligate a spezzarvi le braccia per portavi in cella…” gli sussurrò al orecchio.
Gee guardò Eryn “Perché non mi credi?”
Lei abbassò la mano di Gerard, che ancora brandiva la lama e disse con voce fredda e pacata “non so chi siate voi, ma pensavo di riconoscere il mio signore… ebbene mi sono sbagliata… comunque fra di noi non vi è stato nulla” disse guardandolo intensamente negli occhi “e non dovete pagare per nulla” poi si rivolse al altro Gerard “credetemi, non mi ha toccata con un dito…”
Il biondo annuì “vi credo…”
Frank spintonò Gerard, esortandolo a seguirlo e il moro lo fece.
Camminò a testa bassa fino alle celle, e li venne ammanettato al muro, dove prima vi era Mikey.
“Frank…”
“vi prego fate silenzio” disse serio Frank estraendo la frusta dalla cinta “e cercherò di lasciarvi alcuni segni senza esagerare…”
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