C'mon, come all, to this tragic affair..., la mia seconda ff!!

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chemical lady
view post Posted on 9/7/2008, 21:09




eccomi qui... spero che l'idea piaccia, a me non dispiace!!!
ditemi che ne pensate!!! :grrr:

Present:

Entro in casa cercando di fare poco rumore.
È un po’ tardi, almeno più del solito.
Apro la porta che scricchiola, scommetto che la mia piccola Madison e Kelly stiano già dormendo.
Mi tolgo le scarpe per fare meno rumore possibile e entro in bagno, per cambiarmi prima di andare in camera da letto.
Faccio piano, ma nonostante tutto prendo contro al comodino, facendo un gran casino.
Una testolina mora si alza dal cuscino, guardandomi un po’ disorientata.
“Mamma?”
“ssh… si amore sono io…” dico infilandomi sotto alle coperte e accarezzandole la testa.
“è tanto taldi?”
“si… adesso dormiamo amore, domani devi andare a scuola…”
Annuisce, stringendosi a me “mamma…”
“dimmi…”
“domani devo fale un compito pel la maestla ma non so come fallo…”
“cosa dei fare amore?”
“devo disegnale il mio papà…” una fitta al cuore, che fa male come un pugno nello stomaco “ma io non lo so come è il mio papà…” lo sapevo che prima o poi sarebbe successo ma… non me lo aspettavo così presto… “mamma… come è il mio papà?”
“adesso dormiamo… domani parlo con la tua maestra…”
“ma mamma…”
“Per favore Madison… adesso dormi…” vedo il suo faccino guardarmi contrariato mentre gli occhi verdi si riducono a fessure.
Tre anni, ha solo tre anni.
Sapevo che prima o poi me lo avrebbe chiesto ma non così presto dannazione…
La stringo a me, accarezzandole i capelli.
È troppo presto, tesoro mio…

Mattino, devo portare Maddy al nido e andare al lavoro.
E non ho dormito.
Un misto tra rimorso e paura mi attanagliavano lo stomaco.
“ciao bellissima!” Kelly, la mia coinquilina, appare alle mie spalle allegra come solo lei è alle sette di mattina.
“ciao a te…”
La vedo passarsi una mano fra i cortissimi capelli neri, mentre prende i cereali dal armadietto “allora come è andata ieri sera con Steven?”
“carino… ma non fa per me”
“ma dai! È l’ennesima volta che dici così! Ti ho presentato tutti i miei colleghi per dinci e nessuno fa per te!”
“non so se mi va di prendermi un impegno” le dico seria “infondo ho Maddy, un lavoro precario…”
“appunto” mi dice testarda “io ti presento uomini con un buon lavoro, e tu che fai? Ci dai un calcio! Steve era bene disposto verso Maddy?”
“ma si” replico io “ma non è questo il punto…”
“insomma trovi un ragazzo che non si fa problemi a stare con te, ragazza madre, e ci sputi sopra? Non puoi andare avanti sola per sempre…”
Mi volto a guardarla con un sorriso “ci sei tu no?”
“scusa bella rossa ma non sei il mio tipo… lo sai che mi piacciono le bionde” replica lei sedendosi al tavolo e iniziando a mangiare “ciao Briciola!” dice appena vede entrare Madison.
“ciao amore” dico io mettendole davanti il latte.
Lei mi guarda con astio.
Cazzo, è davvero testona come suo padre.
“che succede?” chiede Kelly passando lo sguardo da me lei.
“la mamma non mi dice come è il mio papà”
A Kelly va di traverso il caffe e tossicchiando cerca di darsi un contegno “ma angelo mio… forse c’è un motivo no?”
“si… la mamma è cattiva…”
Sbuffo “Madison magia che andiamo” ecco, divento fredda con una bambina di tre anni che di sola colpa ha di non sapere nulla.
Vivila questa innocenza piccola mia… un giorno potresti rimpiangerla…


Past:

Ci sono momenti nella vita in cui credi che è arrivato il momento di strappare pagina e guardare avanti, perché semplicemente voltarla, quella fottuta pagina che chiami Presente, non basta.
Che dire di me?
Io ero una ragazza abbastanza normale. Dico abbastanza perché, a parere mio e perciò insindacabile, nessuno al mondo è davvero normale. La mia vita era costellata di giornate di una noia da fare invidia a Pascoli, e mi lamentavo sempre con i miei amici, con i miei genitori e con i miei fratelli…
A quattordici anni ero la più alta dei pigmei, in senso ironico ovviamente, capelli lunghi e neri, pece, occhi verdi, o marroni… un misto insomma.
La mia stranezza risiedeva nel ,mio modo di vedere le cose, e nel modo di comportarmi…
Soprattutto nei riguardi di qualcosa che per il resto del mondo sembrava mostruosa: la morte.
Si, esatto non avete capito male…
La morte per me era… affascinante. Edgar Allan Poe è diventato il mio guru a tal punto da addormentarmi ricordando le sue parole…
I vestiti neri o bianchi goth e i capelli rossi sono arrivati in seguito, verso i miei quindici anni.
Apparte questo però ero la classica teenager, senza altro per la testa che il mio basso e i miei disegni.
Ho sempre amato disegnare, una delle poche cose che mi sono sempre venute naturali.
Così a diciotto anni, dal nulla, decisi di andare in America.
Un posto vicino insomma…
I miei subito si opposero, ma io erano estati che lavoravo quindi avevo abbastanza soldi per provare.
I miei tentarono in ogni modo di dissuadermi, a partire dalle ammonizioni verbali della serie “se te ne vai non sei più mia figlia!” alle lecchinate più insulse come “non stai bene qui con mamma che ti cucina, ti stira e ti vuole tanto bene?”
Inutile, ero decisa e nulla mi avrebbe fermato, nemmeno un cataclisma.
E così, visto che indietro non sarei tornata, alla ceca organizzai tutto.
Il volo e un appartamentino minuscolo dove iniziare qualcosa.
Ma non era come me lo aspettavo…
Arrivata là, a New York per la precisione, mi accorsi che la vita non era affatto facile.
Lavoravo in un pub, dalle sette di sera alle quattro del mattino, e non era un gran posto, ci andavano in pochi e non gli affari erano scarsi.
I primi sei mesi me li ricordo come un continuo lottare per riuscire a tirare avanti…
Non ci arrivavo a fine mese, e facevo gli straordinari in un supermercato per riuscire a sopravvivere.
Non sarei tornata a casa per sentirmi dire ‘te lo avevamo detto!’ dai miei! No, non sarebbe successo!
Non lo avrei sopportato.
Avevo sempre avuto uno stupido orgoglio che mi impediva anche solo di pensare a tornare a casa…
Un giorno il mio capo mi disse che, a causa del poco lavoro e per tagliare le spese, mi avrebbe licenziato tenendo l’altra ragazza, la più brava.
Ecco, era la fine…
Forse gli feci pena, o forse si era affezionato almeno un po’, fatto sta che mi raccontò che un suo caro amico cercava una cameriera, in un locale nel Jersey.
Cambiare stato sembrava la mia sola possibilità di sopravvivenza.
Non era un gran lavoro ma almeno l’alloggio lo avrei avuto assicurato: avrei dormito nel appartamento sopra al locale.
Gli orari erano più pesanti, ma ne valeva la pena.
Accettai e andai in New Jersey.
In viaggio iniziai a chiedermi come fosse il posto…
Poi ebbi la risposta…
Ero in un paesello chiamato Kearny e il locale era molto frequentato visto che era stato costruito praticamente sulla interstatale 506, in un tratto tra il fiume e il verde della campagna.
Era a metà strada tra Newark, la città più grande nelle vicinanze e Belleville, altro paese che non avevo mai sentito nominare,.
Lo so, tutti questi nomi messi giù così non avevano senso, ma tutti i clienti fissi che avevamo venivano da questi posti, principalmente.
Gli altri erano solo di passaggio, che ordinavano birra e bicchieri all’acqua di rose cercando di palpare il culo della cameriera (se ero io, una vassoiata sulla testa non gliela levava nessuno).
Il padrone del locare, un certo Tom, era un uomo anziano, sulla sessantina, con una lunga coda di cavallo bianca e la sommità del capo completamente calva.
È stato con un padre per me, visto che ero la più piccola.
Non ero pratica del mestiere, e lui si era rivelato disponibile ad aiutarmi, prendendomi sotto la sua ala protettiva.
Infondo ero poco più che adolescente…
Le altre due cameriere, Caroline e Denise vivevano in appartamentini di fianco al mio, e devo ammettere che si respirava una bella aria.
Era bello, mi trovavo bene e non dovevo preoccuparmi di andare a vivere sotto un ponte del giorno alla notte.
Ok, non potevo comprarmi la roba firmata, ma stavo bene.
Era poi quello che cercavo in fondo…
Mi affezionai al New Jersey, alle persone calorose, al clima instabile e piovoso, al primo caffè della mattina, passato a guardare l’alba sorgere sopra al Hudson, che anche se era quasi sempre grigio, mi faceva sentire bene.
E poi davanti avevamo Jersey City, e vederla ,la notte prima di andare a letto tutta illuminata mi piaceva particolarmente.
Finalmente mi trovavo bene in un luogo.
Mi piaceva persino il lavoro!
Bene presto iniziai a saltare i miei turni di riposo, per aiutare le altre a preparare le colazioni.
E così, per i primi due mesi vissi solo in funzione di me stessa.
Poi con l’arrivo di settembre cambiò tutto.
L’estate era finita, e tutti tornavano a casa dalle vacanze per prepararsi a tornare al lavoro, e i turni iniziarono a farci leggermente più pesanti per il pranzo e la cena.
Comunque sia, non ho mai mollato.
Nemmeno quel giorno, che tutto sembrava andare male… e poi…
“senta lei” dissi rivolta a un cliente “non si può fumare qui dentro”
Lui mi guardò con un sorrisetto sulla faccia, spegnendo la sigaretta sul tavolo “ma va a fanculo, troia…” mi disse vicino.
Stavo per ribattere ma ci pensò Tom per me.
“avanti stronzo fuori!!! Vattene via di qui e se torni ti mando dietro il cane!”
Sospirai, sedendomi sulla sedia lasciata vuota dal tizio.
Tom mi appoggiò una mano sulla spalla “resisti bambina, ancora un’ora e chiudiamo per le tre del pomeriggio… stasera ti lascio la serata libera…”
“no” dissi con un sorriso “ce la faccio!” mi rialzai andando in cucina.
Era stata una mattinata da inferno, un cosa allucinante, ma mi ci sarei abituata.
Come a tutto…
Dopo pranzo mi dedicai a un salutare riposino, visto che la sera sarebbe stata difficile: era sabato, ovvero il giorno di massima affluenza.
Dopo essermi messa la divisa bianca da Gothic Lolita (è sempre stato fissato Tom con il look Goth, forse anche per questo gli piacevo tanto) e dopo aver raccolto i capelli rossi in due codini andai nella birreria con Tom, mentre Caroline e Denise si sarebbero occupate del ristorante.
Il locale era come sempre semibuio, non a caso si chiamava Dark Moon…
Inizia a sistemare i tavoli, mancava poco all’apertura, una mezz’oretta.
Sapevo che sarebbe stata una serata intensa, ma la cameriera nuova non s era ancora fatta vedere quindi mi dovevo arrangiare.
In poche ore il locale si riempì di odore di birra, sudore e fumo che si attaccava alla pelle per non lasciarla prima di una bella calda.
Ma non devo pensarci adesso.
Era presto, per pensare al bagno.
Mentre tornavo al bancone per le ordinazioni vidi Tom parlare allegramente con dei ragazzi al bancone.
Sette, per l’esattezza, ma non mi soffermai molto su di loro.
Erano clienti come altri, a prima vista.
Ma mi sbagliavo…
“Jessika!” mi chiamò e così mi avvicinai “fermati un attimo o cadrai svenuta”
“ma i clienti” dissi indicando dietro di me, ma lui mi prese il vassoio.
“si fottano per un attimo i clienti e guardo un po’ qui!”
Guardai i ragazzi davanti a me.
Erano uno diverso dall’altro.
Strani, questi tizi…
“loro sono i miei clienti migliori” mi disse, poi guardandomi con fare indagatore mi chiese “li conosci?”
Li guardai tutti in faccia, tranne uno che con un cappuccio sulla testa teneva la testa china.
“no, ma si rimedia” dissi allungando la mano verso il primo “Io sono Jessika…”
“Bob” mi disse lui cordiale “loro sono Frank, Ray, Mikey, Bryan, Worm e quello asociale laggiù è Gerard”
Solo al suono del suo nome alzò il capo, perforandomi con un paio di occhi di un verde devastante.
Mi sorrise, stringendomi la mano, poi tornò a dedicarsi alla sua suo birra.
Sembrava imbarazzato, quasi fuori posto…
Frank invece era l’anima della festa.
Aveva anche lui degli occhi molto belli, statura bassa, e i capelli più strani che avessi mai visto: biondo platino con il ciuffo e la cresta nera.
Mi soffermo ancora sugli occhi, perché erano di una bellezza unica.
Erano luminosi, pieni di vita.
Sembrava un ragazzino.
Mi affezionai a lui subito, era straordinariamente dolce, ma Gerard mi attraeva come una calamita.
Era… particolare, mi ritrovavo molto caratterialmente parlando…
Stessi con loro tutta la sera, eccetto per i momenti in cui dovevo servire i clienti.
Poi venne l’ora in cui i ragazzi decisero di tornare a casa.
“ci vediamo presto,tanto adesso abbiamo un sacco di tempo per venire qui!” mi disse Frank prima di rincorrere gli altri per andare via…
Sorrisi.
Un ragazzino…
“bimba, puliamo doma, adesso vai pure…” mi disse Tom “è stata una serata intensa…”
“ do una spazzata a terra o troveremo un esercito di topi e formiche ad aspettarci per colazione…”
“ok bimba allora a domani…” lo vidi allontanarsi stanco.
Iniziai a dare una prima pulita, e un mazzo di chiavi argentate mi capitarono fra le mani…
Chissà chi poteva averle perse…
Le appoggiai sul ripiano del bancone, convinta che sarebbero andate ad aggiungersi alle mille che tenevamo in una scatola di oggetti smarriti.
Ma mi sbagliavo…
Bussarono alla porta, freneticamente un paio di volte.
Così andai ad aprire…
Mi trovai di fronte uno dei ragazzi di prima, con un paio di grandi occhi verdi.
Quegli occhi verdi che tanto mi avevano colpita…
“ciao” mi disse imbarazzato arrossendo appena “Non è che a pulire ti sei ritrovata per i piedi un mazzo di chiavi?”
“è la tua sera fortunata…” gli dissi facendoli segno di seguirmi.
“Lo penso anche io… ho incontrato un angelo…”
Abbozzai un sorriso.
Non sono mai stata una di quelle ragazzine che arrossiscono nascondendosi, anzi… “ci stai provando?”
Era lui ad arrossire per entrambi…
“se è un si?” mi chiede timido.
“allora eccoti le chiavi… e torna a trovarmi” risposi con un sorriso incoraggiante.
Non era nel mio stile andare con il primo che passa… ma lui mi piaceva molto…
Era leggermente in carne, non molto, e aveva un viso bellissimo.
“ok… allora se torno ti trovo qui?” chiese quasi speranzoso.
“e dove vuoi che vada… emh…tu sei?” nel dimenticarmi i nomi ero un asso…
“Gerard…”

Present.

Usciamo di casa.
Oggi piove un po’, così sollevo il cappuccio a Madison, ha appena passato una bella febbre e non mi va che si ammali ancora…
“andiamo forza” dico sistemandola dietro nel seggiolone.
Salgo davanti e metto in moto.
Passo lungo la spiaggia, c’è meno gente rispetto al centro.
Amo San Diego, è stata una serie di fortunati eventi a portarmi qui, e ci sto davvero bene.
Anche se lasciare il New Jersey è stata dura, la ho lasciato un pezzo di anima…
Non lavoravo più da Tom, quando ho levato le tende ma quelli sono posti a cui ti affezioni, in cui ti senti a casa, anche se il luogo in cui sei nato è dall’altra parte del Atlantico…
Guardo Maddy dallo specchietto, e lei ricambia lo sguardo torva.
È davvero testona, la mia piccina!
“cosa c’è adesso, amore?”
“Lo sai!” mi dice scocciata “Pelchè non mi dici ploplio niente mamma?”
Sospiro… qualcosa posso anche diglielo senza esagerare “il tuo papà abita tanto lontano…”
Mi guarda interessante “e poi? Come è fatto?”
Sospiro di nuovo, non è che mi dispiaccia ricordarlo… solo... fa male… “é… alto, ha i capelli neri e gli occhi verdi…”
“e come si chiama?”
Questo non so se posso dirglielo… “siamo arrivati” dico parcheggiando davanti alla scuola materna.
“Ma non mi hai detto come si chiama il mio papà!”
“si chiama Gerard!”
Mi guarda stupita, poi storce il naso “te lo sei inventato mamma!”
“Non è vero!”
“si… è troppo blutto come nome pel essele velo… sembla da nonno!”
E io che faccio?
Scoppio a ridere prendendola in braccio.
Non ci avevo mai pensato ma è vero…
“ciao Jessika” mi saluta Nicole, la maestra “ciao anche a te, Madison, avanti vai dentro! C’è i pennarelli e le tempere pronte per disegnare…”
“ti dovrei parlare del compito di oggi” dico mentre do un bacio a Maddy e la lascio entrare.
“dimmi tutto…”
“ecco… Maddy non ha mai visto suo padre e…”
“oh” mi guarda sgranando un attimo gli occhi “capisco…”
No, non è vero… non capisci, ma non mi aspettavo il contrario…
“non c’è problema Jessika, le faremo fare qualcosa di diverso”
Annuisco ringraziando e me ne vado.
Che razza di umiliazione, Cristo santo…
Prendo subito le sigarette, ho bisogno di non pensare per un attimo e rilassarmi…
Lo sapevo quando ero in cinta che sarebbe stata dura, crescere Maddy da sola, ma adesso me ne sto accorgendo…


cercherò di aggionare più in fretta possibile, tanto ormai è tutta pronta!!
grazie in anticipo a Gothic Lady89 che si è offerta di leggerla (ci siamo messe d'accordo prima!!)
posso sapere il tuo nome?
preferisco parlare con i nomi che con i nick!
 
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justagirl
view post Posted on 9/7/2008, 23:50




......non ho parole.....l'inizio mi ha fatto proprio commuovere....è dolcissima la piccola....^.^
la vedo proprio bella questa...complimenti...
e aggiorna prestissimoooo!!!!!
sono curiosaaaa
 
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chemical lady
view post Posted on 9/7/2008, 23:53




cerco di fare come fai tu, ovvero aggiornarla tutte le sere! sl che dv anche studiare... ho due materie sotto, e fare le prove della band...
ma ci riuscirò!!
si si!!
ade vado a nanna, ci vediamo domani per l'aggiornamentp!!!
 
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justagirl
view post Posted on 9/7/2008, 23:55




sicuroooo!!!!! non vedo l'ora!!!^.^
eh...anche io ho due materie sotto....ma per studiare ho tempo.....mi ci metterò ad agosto....^.^
in bocca al lupo comunque....e bravissima meglio di sempre!!!!!
 
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GothicLady89
view post Posted on 10/7/2008, 13:19




Ma è semplicemente spettacolare!! Già mi ha preso!!! Brava brava aggorna sempre mi raccomando!!! A proposito io sono Greta piacere.. Sì sono d'accordo.. Parlare per nick è un po' troppo formale.. Cmq neppure io so il tuo nome!!!!!!! XDXDXD..
 
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chemical lady
view post Posted on 10/7/2008, 22:21




ciao sono tornata con l'aggiornamento!!
io comunque mi chiamo Jessika piacereee Greta!!!!
Cara Just a Girl (che hai pure cambiato il nick...)
tu come ti chiami??
mi sembra di essere tornata alle elementari.,..
adesso vi lascio alla storia!
speri vi piaccia!!



Capitolo due:


Past:

Ero abituata a vivere alla giornata, a trattare ogni sera come se fosse uguale alla precedente e alla successiva.
Per le cameriere non esistono i weekend, eccetto per il fatto che si intensifica la clientela, e tanto meno le feste.
Da quella sera di inizio settembre però tutto era cambiato.
Ormai vivevo per vederlo… aspettavo con ansia il giovedì e il sabato sera, quando veniva nel locale, e ero felicissima quando veniva senza previsione.
Parlavamo tanto, di tutto, e bene presto mi chiese di uscire.
Inutile dire che Tom mi diede tutta la serata libera… sembra abbastanza contento del fatto che ci frequentassimo.
Con lui c’erano sempre anche Frank e Ray, avvolte anche Mikey.
Sapevo che Bob era tornato a casa, a Chicago.
Perché erano in pausa dal tour.
Inutile che vi stia a spiegare il loro mestiere: erano musicisti, la mia tentazione.
Era bello passare le serate con loro, anche perché, passato il primo periodo tutto iniziava a farsi più calmo, meno clienti e soprattutto meno casino.
Poi, un martedì Gerard arrivò, incredibilmente da solo.
“ciao”
Mi voltai sorpresa sorridendogli “guarda chi si vede! Come stai?”
“benissimo, tu?”
“come sempre… il solito?” chiesi mentre lui si sedeva al bancone.
“si grazie…”
Gli passai la solita birra, sedendomi poi vicino a lui.
E poi, come sempre giù a parlare.
Arrivano presto le quattro, e quindi la chiusura.
“ora devo chiudere finalmente” dissi levandomi il grembiule.
Non ricevetti risposta così mi voltai verso di lui.
Mi guardava in modo strano, stralunato “senti…” disse poi “ti va di fare un giro?”
“Ma Gerard… è tardi!”
“stiamo qui fuori! Non preoccuparti non ho cattive intenzioni”
Risi, guardandolo in faccia ispirava tutto tranne che cattive intenzioni con quei grandi occhi verdi e con quel viso pieno.
Era troppo carino, per permettersi di fare il minaccioso…
Mi prese per mano, mentre camminavamo vicini.
Ci avvicinammo al pontile, che dava sul fiume.
“non mi sembravi uno di animo romantico” ammisi guardando verso Jersey City.
Lui per risposta si voltò verso di me, prendendomi il viso fra le mani e spostandomi i capelli dal viso “io sono molto romantico… dovresti leggere le mie canzoni…”
“sei modesto eh?”
“e non solo…” annullò la distanza fra le nostre labbra, attirandomi a se.
E quello fu il primo di una lunga serie di baci…

Present:

“ciao bella rossa!”
Mi volto verso Kelly, che entra con il suo bel vestito elegante e firmato.
Io la conosco come la sgangherata punk casinista, ma per molti e l’avvocato Evans, e vederla tornare dal lavoro ancora vestita così mi sconvolge.
“come è andata al lavoro baby?”
“sono venuta a casa a mangiare”le dico “poi torno al negozio…”
“Io oggi non devo fare nulla, ci penso io a Madison se vuoi…”
“ok, si annoia sempre in negozio”
“ok, allora la porto a prende un gelato poi veniamo a casa!”
La guardo riconoscente “grazie Key, non sai che piacere mi fai”
“figurati baby, mi diverto”
Kelly è sempre stata la mia baby sitter di fiducia, se no, non saprei a chi lasciarla la mia piccola Madison…
“allora io vado a aprire il negozio” dico prendendo la giacca “ciao Key!”
“ciao bella rossa! Ci vediamo stasera!”
Prendo le chiavi della mia mini e esco.
Lavoro in un negozio di vestiti, niente di impegnativo, ovviamente, ma che mi dava la possibilità di tirare avanti e di non far mancare mai nulla a Madison.
Cosa per me importantissima.
Sarò tutto, ma non una cattiva madre.
Nessuno può dire che sono una cattiva madre.
Perché, semplicemente, non è vero.
Tengo tantissimo a Maddy, ormai è lei tutta la mia vita, la mia sola certezza…
Mi distraggo troppo, pensando a queste cose e non mi accorgo che il semaforo davanti a me è diventato rosso.
Inchido e una macchina mi urta.
Fantastico!
La giornata era partita davvero di merda, e non poteva che peggiorare!
Accosto, per vedere i danni.
Bhè, niente praticamente… grazie a dio.
Dalla macchina esce un uomo biondo, terrificantemente biondo, con gli occhiali da sole e la giacca scura.
Ma chi è? Una spia?
“sta bene?”
E con solo due parole lo riconosco.
E il mondo si ferma.
Gerard…
“scusi? Sta bene?”
“s-si” dico dandogli le spalle, appena mi disincanto.
Non voglio che lui mi riconosca…
Ma che cazzo ci fa qui, dannazione?
Sono scappata per tre anni, e adesso me lo trovo davanti…
Che tempismo…
Si toglie gli occhiali, fissandomi un po’ preoccupato con i suoi bellissimi occhi chiari “sicura?”
“si certo… lei sta bene?” dico, senza voltarmi e fingendomi indaffarata a guardare la macchina.
“si sto alla grande…” il suo sguardo indugia un attimo su di me, lo sento sulla schiena “ma… ci conosciamo?”
“no!” dico troppo in fretta.
“ma…” mi appoggia una mano sulla spalla “devo fare una richiesta scritta per guardarti il viso?”
Sospiro, voltandomi.
Spero, spero che si sia scordato di me, che non mi riconosca…
Spero che mi abbia cancellato dalla mente e dal cuore, come io non sono riuscita a fare…
Lo vedo un attimo confuso, poi il suo sguardo indugia per un attimo sul tatuaggio che ho sul collo, e poi esplora i miei occhi.
E anche lui capisce chi si trova davanti.
Il tempo si ferma, mentre vedo il suo viso passare da una espressione all’altra… stupore e rancore, gioia e sofferenza.
“Je…”
“ciao Gerard…”
Mi guarda con rimprovero, mentre io non posso fare a meno di abbassare lo sguardo.
Senza dubbio sono io dalla parte del torto.
Io, sono scappata come una ladre nel cuore della notte non lasciando altro che una lettera e sempre io ho deciso di tenere per me un segreto…
Un segreto troppo potente, ma anche incredibilmente triste.
Sin da quando il dottore mi ha detto di Maddy ho avuto la certezza che l’avrei tenuta…
Come ho sempre avuto la certezza di non voler rovinare la vita di Gerard Way, star emergente.
Così ho preso su tutte le mie cose a piangendo sono scappata.
Senza una destinazione.
Ho cambiato molti stati il primo anno di vita di Maddy, poi ho conosciuto Kelly, che mi ha presa con se definitivamente.
Ha accettato di vivere con me e Maddy.
Ci ha prese con se, e speravo in modo definitivo.
E adesso?
Bhè, che dire di adesso?
Questo silenzio è avvilente e mi fa male alle orecchie…
“cosa ci fai in California?” chiedo per spezzare questa orribile situazione…
“potrei farti la stessa domanda” replica lui, freddo e distaccato.
“bhè io qui ci vivo…”
“ah, capisco, è qui che sei scappata tre anni fa… brava, ti sei scelta un posto sul mare che tanto adoravi…”
Abbasso il viso.
Non posso dirgli niente, ha totalmente ragione…
“fai bene ad odiarmi… adesso vado… io…” sono abbastanza confusa, non so che fare.
Faccio per andare in macchina ma lui mi afferra per il braccio, sopra al gomito stringendo appena.
Mi guarda con quello sguardo distaccato.
Fa male, essere guardati così.
Quanto tempo è passato da quando mi guardavi con occhi dolci e innamorati?
Tre anni…
Fa male, essere trattenuti così.
Quanto tempo è passato da quando le tue mani mi accarezzavano sensualmente il corpo?
Tre anni…
“pensi di scappare ancora?”
“No” dico guardandolo in faccia “Ma che altro posso fare?”
Adesso è il suo turno di abbassare lo sguardo “potremo parlarne…”
“e dirci cosa?”
“tutto quello che vorrai… ma ti prego non scappare ancora….”
Nemmeno credo alle sue parole.
Non è più arrabbiato.
Ma triste, malinconico se vogliamo…
“ok…” mi dimentico del negozio, mi dimentico di tutto.
Il suo tocco si fa più delicato, non stringe più…
Ma nemmeno mi lascia.
“stasera… so che qui c’è un ristorante molto buono… ci vediamo davanti al Luxe alle nove?”
Lo guardo negli occhi.
No, non voglio ripartire da zero.
Non posso rischiare che tu venga a sapere di Madison.
“va bene… ci sarò”
“non scappi?” chiede abbozzando un sorriso.
“No… non scappo…”

Kelly mi guarda, a bocca aperta.
“s-stai… stai s-scherzando vero JeJe?”
Butto la giacca sulla poltrona “ti sembra la faccia di una che scherza? Al lavoro o preso anche una strigliata per essere arrivata tardi… poi con la scusa del incidente la signora O’Connor si è un po’ ammorbidita…”
Ancora a bocca aperta mi segue con lo sguardo mentre mi siedo sul divano e mi levo le scarpe.
“e ci vai a cena?”
“ho scelta?”
Sospira “bhè… puoi non andarci”
“no ci vado” ribatto io “gli dimostrerò che io non scappo… almeno, non sempre…”
“però ti vedo poco convinta”
E chi sarebbe convinto?
Cazzo si parla di Gee, il mio Gee… che oggi ho rivisto dopo tanto tempo.
E so di non averlo dimenticato…
“io lo amo ancora Kelly” lei mi guarda.
Non è sorpresa.
“Ma non puoi tornarci insieme…”
Lo so cazzo…
Se venisse a sapere di Maddy io…
Io non me lo perdonerei mai…
“pensa quando stasera ti chiederà il motivo per cui te ne sei andata… tu che gli risponderai?”
“non lo so!” le urlo in faccia “smettila di farmi pressioni cazzo non mi aiuti!”
Lei mi guarda spaesata.
Non si aspettava una reazione del genere.
Anche io sono sconvolta per il modo in cui ho reagito.
Non è da me perdere il controllo della situazione.
È così, ho un bisogno quasi maniacale di avere tutto sotto controllo.
È la mia natura…
Devo sentirmi sempre padrona della circostanza che sto vivendo, o mi perdo.
“devo iniziare a prepararmi” dico alzandomi e andando in camera.
Dentro ci trovo Maddy, sul letto che colora mentre guarda i cartoni.
“ciao amore” dico sorridendole e baciandole i capelli “cosa fai?”
“disegno un cavallino”
“davvero? Wao come sei brava… ascolta stasera la mamma esce…”
Mi guarda male “ancola mamma? Non stai più a casa con me…”
“lo so ma stasera è importante”
Ma che dico?
Quello che penso, per la prima volta sono sincera con me stessa e con la mia bambina.
“sai che ti dico? Se non mi tieni il muso ti do una foto del tuo papà!”
Ok, sono uscita di testa…
Lei mi guarda allargando gli occhi “davvelo?”
“si… solo… la devi tenere sul comodino…”
Lei annuisce, visibilmente eccitata.
Sospiro, mentre vado a prendere la foto…
Ne ho poche, ma una la adoro particolarmente….
Siamo io e Gee, non so quando non me lo ricordo, seduti su un muretto.
Dietro di noi Atlantic City brilla di luce sua.
Ah certo… è stato dopo un concerto…
La prendo, da dentro una scatola, e la guardo un attimo.
Questo è un ragazzo, mentre oggi ho decisamente incontrato un uomo…
“ecco a te” dico passandogliela.
Lei la guarda attentamente, stringendola fra le mani paffutelle, poi mi guarda confusa “questo è il mio papà?”
Annuisco.
“quanto anni ha?”
“ventinove” dico dopo un calcolo veloce.
“è tanto glande…”
Rido “certo che è grande!”
“è bello…”
Lo so che è bello per la miseria…
Adesso però devo iniziare a prepararmi…
A presto… Gee…

Past:

“quindi domani parti per il tour….”
Era quasi novembre, e i ragazzi dovevano ricominciare a lavorare.
Lui mi guardò triste.
“si… scusa se Gee non è qui…”
“fa lo stesso Frank so che è davvero impegnato con i preparativi…”
Solo che faceva male, sapere che non sarebbe riuscito a salutarmi, forse.
Frank aveva detto che non se ne andava senza avermi salutato.
Ma non ci credevo…
Era così impegnato, non aveva il tempo nemmeno per respirare.
E io ero egoista, perché lo volevo solo per me.
“fa lo stesso, davvero, smettila di guardarmi così?”
“è che sei così triste… e mi dispiace…”
“Ora devo chiudere… spero di vederti presto!” dissi, cercando di sembrare allegra.
Ma non lo ero.
Per niente.
“ciao Jess” disse dandomi un bacino sulla guancia “quando torno devo presentarti Jamia, assolutamente!”
Sorrisi, doveva amarla davvero quella ragazza…
Quella ragazza così fottutamente fortunata, ad avere uno come Frank.
E che sarebbe andata in tour con loro…
Avrei dato un braccio per andare anche io…
Stavo spegnendo le luci quando un bussare incessante mi fece correre alla porta.
Sapevo già chi era, o almeno lo speravo.
Senza aggiungere altro, un uragano dai capelli neri si attacco con prepotenza alle mie labbra, senza lasciarle.
E ci ritrovammo a fare l’amore li, sul pavimento del locale.
Alla fine, stanchi, affannati ma felice, ci baciammo.
Lui mi guardo intensamente, mentre spostavo una ciocca ribelle dal suo bel viso.
“Jess… io non posso passare due mesi e mezzo senza di te…”
“a chi lo dici Gee… mi mancherai…”
Lui si fece serio “voglio dire… cazzo, vieni con me…”
Incredula, mi misi a sedere “Ma Gerard… il lavoro… Tom… non posso venire così…”
“ci parlo io con Tom! Ti prego, vieni, penserò io a te, non ho bisogno di altro… e nemmeno tu ne avrai bisogno… ti prego Jess…”
Mi morsi il labbro…
Perché no infondo?
Era sempre stato un mio sogno, avere una band e andare per il mondo…
“non lo so…”
Mi sentivo in colpa per Tom…
Lasciarlo così senza un aiuto dopo tutto quello che aveva fatto per me…
Gerard avvicinò le labbra al mio orecchio “ti prego… non posso stare senza di te…”
“d’accordo… ma devo parlare con Tom prima”
Lui mi bacio, felice.
Si, sarebbe stato divertente…


 
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justagirl
view post Posted on 10/7/2008, 23:56




waaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
io mi sono troppo emozionata leggendo queste righeeeee.....ti prego postaaaaaaaaa
mamma che bellooooo mi son proprio fatta l'immagine di loro due...cariiii e la piccola.....buuuhhuuuuuuu che bella sta storiaaaaaa
fantasticaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!


ah comunque mi chiamo Monika....ma chiamatemi tranquillamente mony....^.^
 
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GothicLady89
view post Posted on 11/7/2008, 12:43




Mamma mia ragazzi che bella storia!!! Che ingegno che hai ragazza!!! Mi sto entusiasmanso sempre di più..Sono completametamente euforica!!! Bellissima davvero non vedo l'ora del seguito........Cmq piacere Jessicaaaaaaa!!!!
 
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chemical lady
view post Posted on 12/7/2008, 22:20




eccomi!! piacerem mio care Grè e Mony!!
ieri sera concerto dei tokio hotel... introdotto da una esibizione dei lost... oddio... stavo vomitanto e soffocando allo stesso tempo...
stavo soffomitando...
eccovi l'aggiornamento!!


Capitolo tre:

Present:


“gonna?” mi chiede Kelly sulla porta.
“Perché no?”
Ecco, ci siamo già scordate della discussione, noi siamo fatte così…
“insomma, se ti metti quella gonna e quel top sembra che vai li per sedurlo!”
“si ma andiamo in un locale dove non posso andarci con la mia maglietta sbiadita degli Slipknot!”
“e mettiti un paio di jeans e una camicia…”
Giusto, ne elegantissimo ne sfacciatissimo…
Mi preparo, poi vado in bagno a fare capelli e trucco.
Di solito ci metto poco ma stasera metto una cura particolare.
Cosa voglio dimostrare a Gerard?
O forse lo voglio dimostrare a me...
Poso la spazzola, guardando i miei capelli che cadono lisci sulle spalle.
Rosso fuoco.
Non ho mai cambiato il colore in tutti questi anni, cosa che ha aiutato Gerard a riconoscermi credo…
“mamma sei davvero bella” mi dice Maddy mentre entro in camera per prendere le scarpe.
“grazie amore… stasera a letto presto eh?”
“tanto Kelly mi fa gualdale i caltoni plima di dolmire….”
Sorrido, è una peste certe volte “ci vediamo dopo amore” dico dandole un bacio sui capelli mentre lei torna a dedicarsi alla tv e ai suoi disegni.
Diventerà un’artista, proprio come il suo papà…
Chiudo la porta andando da Kelly, che se ne sta stravaccata sul divano.
“io vado”
“vedere” dice alzandosi a sedere “carina… e smettila di fare la suora e sbottona un po’ quella camicia!”
La guardo storta “prima mi hai fatta cambiare perché ero volgare, e adesso sono una suora?”
“sei troppo seria adesso…” mi dice ovvia.
Tolgo il primo bottone dall’asola “va bene adesso?”
“ancora uno no?”
Eseguo “adesso?”
“Perfetto” mi dice alzando il pollice “perché prendi la borsa? Non paga lui?”
“Kelly!”
Sorride “cazzo, sei ingenua forte vero?”
“No, sei tu che sei troppo furba…”
“buon divertimento, adesso vai o fai tardi”
Annuisco, prendendo la giacca.
Appena sono fuori dalla porta prendo un respiro, e mi incammino verso la macchina, parcheggiata nel vialetto qui fuori.
In macchina non posso far altro che chiedermi cosa sto facendo.
E se tornassi indietro?
Sarebbe la cosa giusta, non so perché ci vado.
“tutto questo non ha senso” dico a me stessa mentre parcheggio vicino al Luxe.
Mi incammino, accompagnata dal ticchettio dei tacchi.
Mi incammino, accompagnata dal rumore dei miei pensieri confusi.
Oddio, sto vivendo un folle sogno onirico o sbaglio?
Entro, nel locale più in della città.
E un cameriere mi viene incontro sorridendo “buonasera signorina, ha una prenotazione?”
“credo di si…” dico io insicura “Way… Gerard Way….”
Lui fa un goffo inchino “ma certo mi segue miss… il signor Way si è raccomandato un tavolo sul oceano”
Sorrido, solo Gerard poteva fare una cosa del genere.
Sa quanto amo la spiaggia, soprattutto di notte…
Lo sa anche troppo bene…
Mi fa sedere al tavolo, spostandomi la sedia da vero signore.
“Il signor Way sarà qui a momenti miss…”
“grazie mille” rispondo mentre lui mi verso del vino, poi con un altra riverenza se ne va.
Non è un luogo da Gee questo…
Conoscendo il vero Gee mi avrebbe portato in un pub a mangiare un hot dog o una pizza accompagnando il tutto con una birra…
Ma come ho già detto, ormai Gerard non è più un ragazzino…

Past:

Gerard mi guardò mentre appoggio le valigie.
Primo albergo del primo tour che feci con i ragazzi…
Sorrisi, abbracciandolo e baciandolo.
Alla fine Tom mi ha dato le ferie.
Due mesi di ferie… non pagate ok ma quando sarei torna il mio posto sarà li ad aspettarmi.
La sera andammo a bere un paio di birre e li mi accorsi, per la prima volta, del problema di Gerard.
Beveva, troppo avvolte, eccedeva in alcolici anche pesanti, rispetto alla birra.
Davo la colpa allo stress del tour, all’eccessive ore di lavoro ininterrotte e mi dicevo “devo pur tirarsi su in qualche modo”
Ma perché allora Mikes, Ray, Bob e Frank non facevano così?
Cosa aveva Gerard di diverso?
Sono arrivata alla conclusione che non fosse abbastanza forte rispetto agli altri.
Allora dovevo trovare il modo di aiutarlo.
Ma più io ci provavo, più lui cadeva giù…

“che stai facendo?”
Erano passate solo tre settimane di tour, e io non ce la facevo già più.
Vederlo farsi del male così mi faceva malissimo…
Perché ormai dovevo ammetterlo a me stessa “mi ero follemente innamorata di lui… ma proprio tanto…
“faccio le valige no?”
Lui mi guardò stordito dai fumi del alcool, ma ormai cosciente.
“che cazzo… perché?”
Mi alza da inginocchio davanti alla valigia e lo guardai“perché sono stanca di vederti sempre ubriaco”
Lui si sollevò sui gomiti, osservandomi stranito.
“quindi te ne vai?”
“ovvio” feci per sollevare la valigia ma lui si alzò e mi afferrò per il braccio, stringendo “ahia Gerard lasciami mi fai male!”
“No! Non ti lascio! Tu non te ne vai hai capito!”
“Cazzo Gerard guardati sei patetico! Sei vestito così da tre giorni! Puzzi terribilmente di alcool, oltre che di sudore! Sei solo un perdente!”
Lui abbassò lo sguardo, togliendo la mano dal mio braccio.
Forse avevo esagerato, ma ero così frustrata…
Non ce la facevo più…
“Gerard… se non ti fai aiutare io prendo quella porta e me ne vado, per sempre…”
“come posso fare per farmi aiutare?”
“per prima cosa devi smettere di bere, so che è difficile, ma devi smettere… del tutto… non devo più portarti di peso in camera hai capito?”
Lui annuisce “io…”
“siamo tutti preoccupati, soprattutto Mikey e Frank… smettila finche sei in tempo”
“ok”
Lo guardai scettica “Ok?”
“si… ok”
“Gerard non è un fottutissimo gioco io voglio che tu capisca che”Non mi fece finire la frase, imponendo le sue labbra sulle mie.
“ho detto ok… basta Jess…”
Peccato che per lui non fu mai basta, almeno non del tutto.
Beveva meno, ma quando esagerava più di una volta una festa si trasformava in un viaggio in ospedale…

Present:

Ritardo.
Una parola che Gerard conosce molto bene.
È in ritardo.
Ovvio, lui è così, distratto.
Ma arriva e non mi preoccupo.
Infatti, vedo una testa biondo platino, fare capolino sulla porta e guardarsi attorno.
E poi mi vede.
Sorriso imbarazzato, passo veloce come da copione.
Come sempre.
“ciao” mi dice colpevole “scusa per il ritardo io…”
“non importa” gli dico cercando di sorridere sicura “ so che sei una persona molto impegnata”
“sai… sto preparando dei video e sono un po’… incasinato”
Si siede davanti a me, allungando la mano verso le bottiglie.
Verso il vino suppongo… e invece no, prende l’acqua.
Lui sorride, forse al mio volto sorpreso “e tu non fossi scappata così presto non ti saresti persa la mia disintossicazione” mi spiega pratico “è stato un periodo un po’ infelice ma alla fine ne sono uscito con buoni effetti”
Buoni davvero, adesso a un fisico da modello, è dimagrito davvero molto…
“hai fatto la cosa giusta Gerard…”
Sorride ancora guardandomi negli occhi “e tu invece? Sei cambiata… non hai più quel viso da bambina che avevi prima…”
“bhè… contando che io avevo diciotto anni e tu ventisette… tutto cambia… e poi parli proprio tu, mr biondo?”
Ride, passandosi una mano fra i capelli chiari “una delle mie follie…”
Una delle molte, ma che ti rendono speciale…
Ma lo tengo per me…
“allora, mi parli di te o no?” insiste bevendo l’acqua.
“io? Bhè lavoro qui… in un negozio in centro… vivo sul mare con una pazza e con…” calma, devo stare attenta a quello che dico “con la consapevolezza che difficilmente starei meglio…”
Lui mi guarda mentre un velo di tristezza cala sui suoi occhi “ti sei sistemata per bene vero?”
“si…” annuisco prendendo in mano il menù.
“e… hai qualcuno?”
Alzo il viso.
È la mia occasione per dirgli che sono impegnata e che non ho bisogno di lui…
Ora o mai più.
“no”
Cazzo!
Alza gli occhi dal menù mentre sul suo viso si increspa un sorriso “allora… potremo… riprendere a frequentarci… magari?”
“Gerard io….” Mi porto una mano alla fronte “Non hai pensato che se sono scappata c’è un motivo?”
Ecco, sto peggiorando sempre più la situazione.
“Ok” dice lui iniziando a scaldarsi “parliamo di questo! Perché te ne sei andata come una stronza nel cuore della notte senza dire un cazzo?”
Lo sapevo.
“Gerard… è difficile da spiegare”
“Non preoccuparti, ho tutta la notte per ascoltare altre bugie” mi dice sistemandosi comodo contro lo schienale della sedia.
“io non ti ho mai mentito”
“si invece!” si incazza, come non lo mai visto contro di me “cazzo la sera prima che tu prendessi i tuoi fottuti vestiti e te ne andassi mi hai detto che mi amavi, e ci saresti stata per sempre… poi mi sveglio e bum! Tu non ci sei!! Non sai quanto ti ho cercata! Ho pagato uno che ti trovasse, ma dopo il Vermont, Illinois e il North Carolina ti ha perso… e qui mi chiedo: da che cosa scappavi?”
Sarà la brutta aria che tira o il mio bisogno di ossigeno…
Mi alzo, e faccio per andarmene…
“brava!! Scappa!! Fai come hai sempre fatto!! Scegli la via più comoda!”
“la via più comoda…” sussurrò mentre una lacrima mi solca il viso “cosa dovrei dire di te? Te che ti ubriacavi tutte le sere, per non affrontare le brutte cose della vita? Eh? Tu che la via più comoda l’hai sempre imboccata? Non sei la persona adatta per farmi delle paternali Gerard Way!”
Ok è ufficiale, sono arrabbiata.
E anche se tutto il locale ci guarda non mi importa minimamente…
È l’ultimo dei miei problemi…
“non cercare di sviare e rispondi alla mia domanda!” mi dice con rabbia.
“bene!!” mi avvicino a lui con collera “sono rimasta incinta e non volevo che mio figlio vivesse in un mondo di merda, con un padre alcolizzato e un bus tour come casa!!”
Guardo il suo viso cambiare espressione, e per un attimo penso che possa svenire da un momento all’altro.
Poi si siede, fissando per terra.
“ecco, ti piace la verità Gerard?” chiedo a bassa voce, consapevole di avere fatto una enorme stronzata.
Adesso via.
Adesso che alla rabbia si è sostituito un sapore amaro in bocca devo andare via.
Prendo la borsa e mi incammino verso la macchina.
Ci arrivo e ci entro, scoppiando a piangere.
Ecco, ne ho fatta una delle mie.
Scommetto che dopo questa dovrò andarmene ancora…
Metto in moto e faccio per andarmene ma Gerard si mette davanti alla macchina “cazzo vuoi farti ammazzare cretino!?”
Striscia verso la portiera del passeggero e si siede accanto a me ancora stordito.
“facciamo un giro” dico visto che se ne sta zitto.
“ok” mi dice abbassando lo sguardo.
E inizia un lungo e ansioso giro in auto, vicino alla spiaggia… lungo a dir poco mi sembrano ore che guido…
“Gee… se non hai nulla da dire io andrei a letto…”
“avrei molto da dire, ma non so da dove iniziare…” apre finalmente bocca, facendo uscire suoni fiochi.
“fai con calma…” gli dico parcheggiando.
Davanti a noi, l’oceano.
Sarebbe una scena da bacio, ma stasera non ce ne saranno…
“quindi… tu sei rimasti incinta?”
“si… guarda Gee…” dico voltandomi verso di lui “ti ho mai chiesto nulla? No, io e Maddy continueremo a vivere come abbiamo vissuto fino ad adesso e… Gee?”
Ha alzato gli occhi su di me, e è sbiancato “quindi… tu… hai tenuto… hai partorito e…”
Ok, non metterti a ridere… trattieni Jessika…
“è ovvio Gerard!”
“quindi io ho un figlio che non ho mai visto?”
“figlia…”
Sbuffa, togliendosi il sudore dalla fronte.
“e adesso?”
“adesso ti riporto al parcheggio, prendi la tua macchina e fingi di non avermi mai visto…”
Aspetto la risposta mentre metto in moto, mi aspetto un no, io devo prendermi le mie responsabilità…
“si… è la cosa giusta da fare forse…” sussurra a bassa voce.
A posto.
La mia vita non è destinata a migliorare…
Mai.
Ma forse, è meglio così…



allora? che ve ne pare?
 
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~ Dark Helena
view post Posted on 13/7/2008, 11:00




Bellissimoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!
e meno male che non doveva dirglielo XD
Continua, continua!
Ho letto tutto di un sorso e mi piace un sacco l'idea!
Brava *clap clap clap*
 
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GothicLady89
view post Posted on 13/7/2008, 12:36




Ma cavolo è stupendo!!! Adoro soprattutto il parallelismo tra i due piani temporali!!! 6 fenomenale!!! Devo dire una cosa''Complimenti Gerard Way!!! Continua a fuggire dalle tue responsabilità e a fregartene dei sentimenti degli altri!!!'' (Scusa era un piccolo sfogo!!!)...Cmq mi intriga questa versione di GeeBiondoBastardo... è proprio forte direi.. Azzeccato!!! Conitua,eh?? Mi raccomando!!! Non far aspettare le tue Fans!!!!!
 
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justagirl
view post Posted on 13/7/2008, 22:35




noooooooooooooooooooooH
non può fare cosììììììììì
oh god daiiiiii aggiornaaaaa....già anche io adoro questi due tempi paralleli.....è una figata.....
ma daiiiii aggiorna che voglio sapereeeee!!!!!!!!!
bravaaaa!!!
 
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chemical lady
view post Posted on 16/7/2008, 00:02




scusate il ritardo ma non ho avuto molto tempo e infatti ho scritto poco... mi rifarò promesso!!!
grazie a Mony (amò continuo presto anche l'altra promesso!) Grè e anche Dark Helena (nome?)
spero vi piaccia!!!
ecco a voi!


Capitolo quattro:


Past:

“ciao Jess!”
Mi volto trovandomi a pochi passi da me Frank, che con un sorrisone mi fissa.
Ma il sorriso se ne va, alla vista delle mie lacrime…
“ma… è successo qualcosa?”
“no…” provo a negare io, ma con Frank non si può mentire… lui capisce “ho solo paura…”
Lui non capisce.
“per Gee”
Ora si, ha capito.
“ehy, troveremo insieme una situazione… giuro…”
Mi disse facendosi una croce sul cuore e facendomi ridere appena.
Frank è sempre stato il mio migliore amico, o almeno il primo ragazzo che si sia imposto nella mia vita facendomi sorridere anche nei momenti in cui tutto andava a rotoli.
I ragazzi ci scherzavano sempre, dicendo che eravamo anime gemelle.
E forse era verso, persino io dovevo ammettere che se non avessi avuto Gee, e se Frank non avesse avuto quel mito di Jamia, allora mi sarei fatta un pensierino o due sul caro chitarrista.
Ma presi così, potevamo essere solo amici.
Amici intimi, ma amici.
Era da Frank che correvo appena stavo male.
Era da Frank che chiedevo asilo politico quando litigavo con Gerard.
Perché lui sapeva tutto di me, forse qualcosa che io stessa ignoravo.
Leggeva nella sicurezza che ostentavo e vedeva quanto in realtà fossi fragile.
È per questo che lui sapeva precisamente il motivo per cui me ne andai…
Ma questa è una storia che vi racconterò poi…

Present:

Kelly scuote la testa “e quindi adesso, lui sa di Maddy?” annuisco “e non farà un cazzo?”
Sono costretta ad annuire ancora.
“ma perché gli uomini sono tutti fottutamente uguali? Io non lo so, ma di che ha paura? Infondo è anche colpa sua no?”
“Maddy non è una colpa scaricabile!” la ammonisco io, pulendo i piatti del pranzo.
“ok, però scusa… non ti aiuterà minimamente?”
“io non lo voglio il suo aiuto, stiamo bene così…” non mi risponde, così mi volto a guardarla.
Lei è a bocca aperta “ma ti sei rincretinita?”
“io?”
“si tu! Per prima cosa dovresti pensare a Madison!”
“guarda che io penso sempre a Maddy!”
“no tu pensi a te! Al tuo orgoglio!” La guardo offesa “e non guardami così! Lo sai che è vero! Secondo te, oggettivamente, Maddy lo vorrebbe conoscere suo padre? Non rispondere! Pensa!”
Abbasso lo sguardo, cazzo se lo vorrebbe da quando le ho dato la foto non parla di altro…
“e sempre secondo te… non sarebbe un vantaggio per voi?” la guardo senza capire bene… ma forse so dove para… “soprattutto economicamente…”
“non gli chiederò MAI dei soldi!”
“certo che sei cretina Jess… io vado…”
“perfetto, a stasera!”
“ciao!”

Solo le sette ormai, ovvero chiusura!
È stata una giornata impegnativa, non nel senso che ho lavorato tanto…
Ma nel senso che non riesco più a dimenticarmi le parole, i gesti di Gerard….
Tutto è amalgamato perfettamente con un senso di scompenso interiore…
Uff che brutta cosa…
“mamma io plendo i cololi!” Maddy prende la sua scatolina e va nel retrobottega.
Fortuna che oggi è calma, almeno, ci sono giorni che faccio fatica a tenerla…
La porta si apre, facendo tintinnare il campanellino appeso li sopra.
Mancano dieci minuti alla chiusura e qualcuno arriva ora!
Il solito!
Vedo entrare una coppia per mano, lui è alto e magro, con i capelli neri corti.
Indossa un paio di occhiali da sole scuri.
Lei è alta circa come lui, ha lunghi capelli neri e un paio di bellissimi occhi azzurri.
Si avvicina al bancone “salve… dovrei fare un regalo…”
Annuisco con un sorriso “certo, per chi?”
“una ragazza… è il suo compleanno e… bhè abbiamo aspettato proprio l’ultimo minuto!”
“non c’è problema, la aiuto io se vuole!”
E così passo un quarto d’ora a scherzare con questa ragazza, simpatica devo dire, mentre il suo ragazzo si aggira come un corvo fra gli scaffali.
Dove è che ho già visto questo profilo?
“allora vada per questa” mi dice la mora “quanto è?”
“questa? Sedici dollari, non è una gran marca”
“Perfetto… Mikey, sei venuto qui solo per pagare no?”
Al suono di questo nome alzo il viso, scontrando un paio di occhi verdi.
Dannati occhi verdi, inizio a detestarli.
Si è alzato gli occhiali da sole, e adesso sta estraendo il portafogli.
Poi mi guarda, e rimane fermo con il portafogli in mano.
Lui mi fissa serio, io lo fisso per poco prima di abbassare lo sguardo.
La mora passa lo sguardo da me a lui senza capire “vi conoscete?”
“ciao Mikey” dico io, con il sorriso più falso delle storia.
“ciao Jessika… ma… che diavolo ci fai qui?”
“Jessika?” chiede la mora “quella Jessika?” Mikey annuisce.
“e per cosa sono ricordata?” chiedo aspettandomi una rispostaccia.
Ma lo vedo sorridere appena “bhè, hai battuto Ray a Guitar Hero, sei riuscita a far mangiare un hamburger a Frank e…” si ferma un attimo “hai spezzato il cuore di mio fratello…”
Lo sapevo.
Che mi aspettavo uno zuccherino?
“nonostante tutto però mi sei mancata” mi dice scompigliandomi i capelli.
“anche tu mi sei mancato… tanto anche… e gli occhiali a fondo di bottiglia? I capelli biondicci che ero costretta a piastrarti tre volte al giorno?”
“tutto andato! Nuovo look!” mi dice contento “anche gli occhiali”
“sono contenta di questa rimpatriata, ma potresti presentarmi!” dice lei ironica.
“scusa mi ero dimenticato che tu fossi qui” dice Mikey ricambiando il sarcasmo e abbracciandola per le spalle “lei è Alicia”
“La tua ragazza?” domando incuriosita.
Mikey con una ragazza mi sembra fantascienza…
“no… mia moglie”
“ah”
Ecco, ora so che non sono sveglia ma a letto che dormo “Piacere” mi dice allungando la mano che stringo.
“piacere mio”
“allora vivi qui?”
“eh si” dico facendo il pacchettino “e me la cavo bene sai?”
“vivi sola?”
“quasi…” dico io.
“amore?”
“Molto male… e poi può dirtelo tuo fratello…”
Mikey mi guarda sorpreso “mio fratello? Vi siete incontrati?”
“diciamo scontrati…”
“non mi ha detto nulla” mi dice realmente sorpreso, poi si gratta il capo “oggi era un po’ strano, ma pensavo che fosse il tempo… sai come è lunatico…”
“non è cambiato nemmeno un pochino?”
“No, apparte il fatto che è più rompipalle che mai…”
Rido, il loro rapporto è stupendo, ma avvolte sono gatto e topo…
“il biondo e il moro” dico divertita “siete sempre uno l’opposto del altro”
“Il magro e il grasso” risponde il piccolo Way, assumendo un viso malvagio.
“come sei stronzo amore” gli dice Alicia scuotendo la testa poi mi guarda “sai… aveva ragione Gee…”
“cioè?” chiedo incuriosita.
“sei davvero bella…”
Ecco, adesso divento tutta rossa e mi vengono i rimorsi!!!
Dannato Gerard!
“adesso dobbiamo andare” dice Mikey “spero di rivederti presto…”
“anche io… ciao…”
Escono con un sorriso.
Forte questa Alicia, se lo tiene stretto Mikey.
E fa bene…
È un ragazzo speciale…
“mamma, chi ela quel signole?”
“quello? Era tuo zio Micheal…”
Mi guarda sorpresa “Io ho uno zio?”
“si… è il fratello del tuo papà…”
Lei va alla porta per guardarlo mentre si allontana “potevi dilmelo pelò!” mi dice scocciata.
“La prossima volta che passa te lo presento giuro!”
Tanto figurati se Gerard non glielo dice….
E figurati se questi qui spariscono dalla mia vita…
Impossibile…
È destino…




ebbene che ne dite?
 
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justagirl
view post Posted on 16/7/2008, 00:26




nooooooo non puoi lasciarmi con fiato in sospeso cosììììììììììììì
oddio è sempre più commoventeeee
continua prestoooo
e geeee datti una cazzo di scrollataaa!!!
brava tesoro sei un mitooooo
 
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~ Dark Helena
view post Posted on 16/7/2008, 11:16




bravaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
io adoro la bimba *-*
zio Mikey ahahahahah il grasso e il magro ahahaha che cattivo!
e Gerard dorme XD
cmq chiamami Helena, tutti mi chiamano così e io mi faccio chiamare così^^
continuaaaaa =)
 
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210 replies since 9/7/2008, 21:09   1642 views
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