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Penso vi possa piacere.
A prescindere di ciò che pensate di me, leggetela.
A me scriverla ha fatto bene.
1-
“Ogni adolescenza è il fulcro dell’umanità. Da questa fascia di età si capisce il livello di superficialità che avrà una persona da adulta.”Questo è ciò che pensò Andy, sdraiata nella sua nuova stanza. Belleville, New Jersey.
I suoi dovettero tresferirsi in questo posto praticamente dimenticato da Dio, da quando sua madre aveva perso il lavoro e aveva preferito una sala da biliardo a trovarne un altro.
-Andy vedrai, ricominceremo tutto da zero. Non sarà il massimo ma è il New Jersey ricordalo. Questo stato è una casa per me. E spero che lo sia anche per te un giorno. – suo padre era troppo ottimista, lei lo aveva sempre saputo; purtroppo era lei che non lo era affatto. Alzò lo sguardo rassegnato agli scatoloni ancora imballati, alla pila di nuovi libri scolastici che doveva ancora sfogliare, al telefono staccato che doveva ancora riattaccare.
Sedici anni. Ed era spenta, arrabbiata, Confusa.
------------------------------------------------------- Dall’altra parte della città -----------------------------------------
“Just sixteen, a pickup truck, out of money, out of luck.
I've got nowhere to call my own, hit the gas, and here I go….”Gli Iron Maiden non sono certo una dose di relax, ma per un tipo come Gerard Way sono puro tranquillante, dopotutto per smaltire una bottiglia intera di Old Country ci vorrebbe questo ed altro.
Era sdraiato sul letto, una sagoma nera che si confondeva con la sua camera oscura, le persiane abbassate, i pipistrelli essiccati che lo guardavano con quegl’occhi apparentemente aperti.
Si anche questo era molto interessante vero Gerard?
Il ragazzo si sollevò, impacciato nella maglietta troppo larga, dopo un anno fatto di chili persi troppo in fretta.
“Gerard come sei dimagrito tesoro….Non vorrai stare male vero?”No nonna. Il malessere per me è un altro. Ciò che mi rende veramente arrabbiato è questo. Il mondo. L’universo. L’aria. I suoi occhi verdi iniettati di lamine dorate facevano fatica ad abituarsi alla luce del sole, quando lui regnava nell’oscurità.
Si stava per fare sera, ma non lo notava dalla sua finestra sbarrata, ma dall’orologio analogico che si trovava situato sotto a un’enorme poster del Rocky Horror Picture Show.
Il suo cuore cominciò ad accelerare di battiti. Il Giorno Dopo. Scuola. Compiti. Compagni. Banco in fondo all’aula. Solitudine.
Sospirò dolorosamente, come fa un soldato dopo essere stato ferito a morte. Si inginocchiò e sollevò un pezzo di parquet dove si trovava tutta la sua scorta di piacere.
Vodka, Limoncello, Jack Daniels (
si ti amo piccolo Jack), Old Country, Hankey Bannister, Long John. E casse intere di birre, che rubava al porto. Quelle però le teneva dentro all’armadio, d’altronde sotto l’assa del parquet non c’era tanto spazio. Soprattutto perché c’erano le foto, tonnellate di foto.
Lei.
Quanto poteva amarla da uno a dieci? Come ci si poteva non innamorare di quei lunghi capelli biondi? Di quell’aria da angelo innocente?
Erano anni che lui la metteva al centro di tutto il suo mondo. Ed erano anni che lei continuava a non sapere nemmeno il suo nome.
Ma d'altronde in quella scuola chi mai si ricordava il suo nome? Lui era solamente il ragazzo che prima era Culo di Lardo (si esatto come il racconto di
Gordie in uno dei capolavori racchiusi in
Stagioni diverse ) quello che tutti amavano beffeggiare e picchiare. Quanti lividi, quanti disastri psichici, tutti per lui. Tutti per Gerard Arthur Way.
Scelse l’adorato Jack Daniels quella sera. Dormirà subito almeno, con una gentile botta in testa causata dall’alcol. Doveva far sparire la bottiglia vuota di Old Country ma l’avrebbe fatto l’indomani mattina prima di andare a scuola. Prima di morire di nuovo ogni giorno. Ormai aveva perso il conto delle sue morti. Rinasceva dopo il tramonto quando
sceglieva di stare solo.
E questo per l’eternità.
Cominciò a bere, a bruciarsi la gola. Non si fermò nemmeno per respirare. Lasciò la bottiglia sul comodino quasi vuota. L’incoscienza, la sua carissima amica, lo stava per prendere e portare via.
Gerard chiuse le palpebre pallidissime e sospirò di nuovo.
Aveva compiuto diciassette anni quel giorno. Ed era un ragazzo alcolizzato, autodistruttivo.
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Andy scese le scale praticamente tirate a lucido e andò in cucina, nella speranza di trovare qualcuno ad aspettarla per mangiare. Non c’era nessuno. Non c’era mai nessuno per lei. Da quando si era trasferita e doveva “ricominciare da zero” , si era trovata sempre sola.
Ma dopo quello che era successo cosa poteva aspettarsi?
“Andy perché non ci racconti che è successo? Quell’auto si è fermata … l’uomo è sceso ti ha preso per un braccio e che ti ha fatto?
Cosa cazzo vuoi che mi abbia fatto? Mi ha puntato addosso un coltello e gli ho dovuto dare tutta la borsa. Mi ha dato una coltellata superficiale allo sterno e mi ha lasciato in mezzo alla strada a sanguinare, pezzo di merda. E lo sai. Lo sai. Te l’ha detto quella falsa morta di mia madre. Non riesco più a relazionarmi con nessuno , come gli autistici capisci? Per questo che mi hanno mandato da te strizzacervelli neolaureato che non sei altro.”Ne aveva passate decisamente troppe Andy. La morte della sua migliore amica, l’aggressione, gli psicologi.
Andò davanti alla dispensa riempita dalla donna di servizio, che riusciva a vedere più dei suoi genitori e aprì le ante in cedro. Chiuse gli occhi e prese tre vaschette di cibo in scatola. Volteggiò con grazia sardonica verso il frigorifero e tirò fuori di tutto e di più. Anche uova crude.
Ingoiò tutto senza nemmeno masticare, con voracità, senza sentire più nulla. Si morse la lingua più e più volte sentendo il sapore metallico del sangue.
Bulimica.Esatto, era bulimica.
Finito lo sfracello passarono i classici Dieci Secondi di irrealtà, dove lei si fingeva qualcun altro. Poi corse al bagno. Due dita rosicchiate e spellate si ficcarono a suo comando in gola e con un conato lei si liberò. Tutto gettato nel sorriso perverso del gabinetto mentre tutto il suo corpo si contraeva al ritmo del suo dolore,le lacrime uscivano ma lei continuava a vomitare a sentire tutto urlare i muscoli in fiamme. Poi lo scarico. La pesantezza, il corpo che cade tremando.
Andy Carter si addormentò tra le mattonelle linde del bagno che conosceva solo da tre giorni a cui aveva regalato la sua cena.
Edited by Christina Van Helsing - 10/4/2009, 20:50