Adolescenze distrutte.

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Christina Van Helsing
view post Posted on 10/4/2009, 11:47




SPOILER (click to view)
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Penso vi possa piacere.
A prescindere di ciò che pensate di me, leggetela.
A me scriverla ha fatto bene.

1-
“Ogni adolescenza è il fulcro dell’umanità. Da questa fascia di età si capisce il livello di superficialità che avrà una persona da adulta.”
Questo è ciò che pensò Andy, sdraiata nella sua nuova stanza. Belleville, New Jersey.
I suoi dovettero tresferirsi in questo posto praticamente dimenticato da Dio, da quando sua madre aveva perso il lavoro e aveva preferito una sala da biliardo a trovarne un altro.
-Andy vedrai, ricominceremo tutto da zero. Non sarà il massimo ma è il New Jersey ricordalo. Questo stato è una casa per me. E spero che lo sia anche per te un giorno. – suo padre era troppo ottimista, lei lo aveva sempre saputo; purtroppo era lei che non lo era affatto. Alzò lo sguardo rassegnato agli scatoloni ancora imballati, alla pila di nuovi libri scolastici che doveva ancora sfogliare, al telefono staccato che doveva ancora riattaccare.
Sedici anni. Ed era spenta, arrabbiata, Confusa.
------------------------------------------------------- Dall’altra parte della città -----------------------------------------

“Just sixteen, a pickup truck, out of money, out of luck.
I've got nowhere to call my own, hit the gas, and here I go….”

Gli Iron Maiden non sono certo una dose di relax, ma per un tipo come Gerard Way sono puro tranquillante, dopotutto per smaltire una bottiglia intera di Old Country ci vorrebbe questo ed altro.
Era sdraiato sul letto, una sagoma nera che si confondeva con la sua camera oscura, le persiane abbassate, i pipistrelli essiccati che lo guardavano con quegl’occhi apparentemente aperti.
Si anche questo era molto interessante vero Gerard?
Il ragazzo si sollevò, impacciato nella maglietta troppo larga, dopo un anno fatto di chili persi troppo in fretta.
“Gerard come sei dimagrito tesoro….Non vorrai stare male vero?”
No nonna. Il malessere per me è un altro. Ciò che mi rende veramente arrabbiato è questo. Il mondo. L’universo. L’aria.
I suoi occhi verdi iniettati di lamine dorate facevano fatica ad abituarsi alla luce del sole, quando lui regnava nell’oscurità.
Si stava per fare sera, ma non lo notava dalla sua finestra sbarrata, ma dall’orologio analogico che si trovava situato sotto a un’enorme poster del Rocky Horror Picture Show.
Il suo cuore cominciò ad accelerare di battiti. Il Giorno Dopo. Scuola. Compiti. Compagni. Banco in fondo all’aula. Solitudine.
Sospirò dolorosamente, come fa un soldato dopo essere stato ferito a morte. Si inginocchiò e sollevò un pezzo di parquet dove si trovava tutta la sua scorta di piacere.
Vodka, Limoncello, Jack Daniels (si ti amo piccolo Jack), Old Country, Hankey Bannister, Long John. E casse intere di birre, che rubava al porto. Quelle però le teneva dentro all’armadio, d’altronde sotto l’assa del parquet non c’era tanto spazio. Soprattutto perché c’erano le foto, tonnellate di foto.
Lei.
Quanto poteva amarla da uno a dieci? Come ci si poteva non innamorare di quei lunghi capelli biondi? Di quell’aria da angelo innocente?
Erano anni che lui la metteva al centro di tutto il suo mondo. Ed erano anni che lei continuava a non sapere nemmeno il suo nome.
Ma d'altronde in quella scuola chi mai si ricordava il suo nome? Lui era solamente il ragazzo che prima era Culo di Lardo (si esatto come il racconto di Gordie in uno dei capolavori racchiusi in Stagioni diverse ) quello che tutti amavano beffeggiare e picchiare. Quanti lividi, quanti disastri psichici, tutti per lui. Tutti per Gerard Arthur Way.
Scelse l’adorato Jack Daniels quella sera. Dormirà subito almeno, con una gentile botta in testa causata dall’alcol. Doveva far sparire la bottiglia vuota di Old Country ma l’avrebbe fatto l’indomani mattina prima di andare a scuola. Prima di morire di nuovo ogni giorno. Ormai aveva perso il conto delle sue morti. Rinasceva dopo il tramonto quando sceglieva di stare solo.
E questo per l’eternità.
Cominciò a bere, a bruciarsi la gola. Non si fermò nemmeno per respirare. Lasciò la bottiglia sul comodino quasi vuota. L’incoscienza, la sua carissima amica, lo stava per prendere e portare via.
Gerard chiuse le palpebre pallidissime e sospirò di nuovo.
Aveva compiuto diciassette anni quel giorno. Ed era un ragazzo alcolizzato, autodistruttivo.

__________________________________________________________________________________

Andy scese le scale praticamente tirate a lucido e andò in cucina, nella speranza di trovare qualcuno ad aspettarla per mangiare. Non c’era nessuno. Non c’era mai nessuno per lei. Da quando si era trasferita e doveva “ricominciare da zero” , si era trovata sempre sola.
Ma dopo quello che era successo cosa poteva aspettarsi?
“Andy perché non ci racconti che è successo? Quell’auto si è fermata … l’uomo è sceso ti ha preso per un braccio e che ti ha fatto?
Cosa cazzo vuoi che mi abbia fatto? Mi ha puntato addosso un coltello e gli ho dovuto dare tutta la borsa. Mi ha dato una coltellata superficiale allo sterno e mi ha lasciato in mezzo alla strada a sanguinare, pezzo di merda. E lo sai. Lo sai. Te l’ha detto quella falsa morta di mia madre. Non riesco più a relazionarmi con nessuno , come gli autistici capisci? Per questo che mi hanno mandato da te strizzacervelli neolaureato che non sei altro.”

Ne aveva passate decisamente troppe Andy. La morte della sua migliore amica, l’aggressione, gli psicologi.
Andò davanti alla dispensa riempita dalla donna di servizio, che riusciva a vedere più dei suoi genitori e aprì le ante in cedro. Chiuse gli occhi e prese tre vaschette di cibo in scatola. Volteggiò con grazia sardonica verso il frigorifero e tirò fuori di tutto e di più. Anche uova crude.
Ingoiò tutto senza nemmeno masticare, con voracità, senza sentire più nulla. Si morse la lingua più e più volte sentendo il sapore metallico del sangue.
Bulimica.Esatto, era bulimica.
Finito lo sfracello passarono i classici Dieci Secondi di irrealtà, dove lei si fingeva qualcun altro. Poi corse al bagno. Due dita rosicchiate e spellate si ficcarono a suo comando in gola e con un conato lei si liberò. Tutto gettato nel sorriso perverso del gabinetto mentre tutto il suo corpo si contraeva al ritmo del suo dolore,le lacrime uscivano ma lei continuava a vomitare a sentire tutto urlare i muscoli in fiamme. Poi lo scarico. La pesantezza, il corpo che cade tremando.
Andy Carter si addormentò tra le mattonelle linde del bagno che conosceva solo da tre giorni a cui aveva regalato la sua cena.

Edited by Christina Van Helsing - 10/4/2009, 20:50
 
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SiliconTracks
view post Posted on 10/4/2009, 11:51




Oh mio Dio!!! Debora è bellissima!!!!
 
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Christina Van Helsing
view post Posted on 10/4/2009, 11:52




Sono contenta che ti piaccia Bianca! Chissà se piacerà anche alle altre ragazze!
 
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SiliconTracks
view post Posted on 10/4/2009, 11:55




ma io scommetto di sì cara....
 
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Vampire Nemesi
view post Posted on 10/4/2009, 12:25




Sembra interessante *o*
Perdonami, ma credo che riusciròa dire qualcosa di più leggendo il seguito.
Povrini, però, che vita di merda, ma in fondo nella realtà ci sono anche cose simili.
Attendo il seguito *w*
 
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*Elfen*
view post Posted on 10/4/2009, 13:00




Davvero bella!!!*O*
Continua presto!
 
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†°lady_chem°†
view post Posted on 10/4/2009, 14:13




Bella e ,senza offesa per le altre scrittrici...finalmente una ff dove non sia tutto "rose e fiori"
 
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Christina Van Helsing
view post Posted on 10/4/2009, 14:30




Il preside Mc Craft non aveva molto in simpatia la sua scolaresca, ma non lo aveva mai dato a vedere.
Storpiavano il suo nome in mille modi, e lui aveva sempre finto di non accorgersene (poi stava agli alunni vedere se davvero era un bravo attore), e nessuno di loro aveva mai colpito veramente nel profondo il suo animo di adulto costruito, a parte un certo Gerard Way che adesso fingeva di essere un ombra e una ragazza che si presentò un insolito e freddo lunedì di aprile. Era nuova ma aveva qualcosa di diverso da tutti gli alunni nuovi a cui doveva dare il benvenuto nel suo ufficio.
Quando era entrata con quel suo passo strano,tra l’insicuro e l’impertinente l’aveva colpito il fatto che non c’erano genitori ad accompagnarla cosa strana, visto che sia il padre e la madre vogliono presenziare a un colloquio col preside. E poi quell’aria strana….
- Salve signorina Carter. Io sono il preside Mc Craft.-
La ragazza si sedette davanti a lui e gli strinse la mano senza dire niente. E Mc Craft potè osservarla meglio. Non era magra ma nemmeno grassa, non era alta ne bassa. Aveva capelli ne chiari ne scuri. I Suoi occhi erano iniettati di sangue e marrone chiaro. Nel suo aspetto fisico non c’era niente di particolare ma, ciò che ruotava attorno a lei sembrava anormale. Non sapeva spiegarlo, e nemmeno a distanza di anni poteva rendere una spiegazione migliore.
Provò a fare conversazione con quella ragazza più volte durante la seduta di benvenuto, ma non riuscì a cavarle quasi nulla. Il suo animo di psicologo scelse di non indagare sul fatto che i suoi genitori non erano presenti con lei il suo primo giorno di scuola, in fondo poteva non essere così importante.
-Quindi non mi resta che lasciarti andare e augurarti buon anno scolastico.-
Lei non parlò ne sorrise. Prese il foglio con il suo orario e se ne andò senza far rumore.
Andy continuò a camminare, apparentemente tranquilla verso il piano dove doveva situarsi la sua classe.
In realtà tutto quel bianco e quei mattoni rossi di cui era fatta la scuola la metteva tremendamente a disagio. Sembrava una bara bianca da cui non si poteva uscire.
Sentì delle contrazioni allo stomaco..la sua voglia di vomitare l’anima era cominciata, ma per una volta nella sua vita cercò di tenere a bada l’istinto, e questo le provocò un enorme carico di malessere.
E in quel momento lo vide.
Non lo dimenticherà mai.
Un ragazzo di una altezza considerevole camminava con sguardo spento per il corridoio. Anche a distanza potè vedere i lineamenti del suo volto contratti, come perennemente all’erta.
Le sue spalle ampie erano quasi intimidatorie e i suoi occhi grandi incutevano timore. Vestiva in modo semplice ma con qualcosa di antico in se lasciando trasparire un fisico magro, ma nel suo assurdamente perfetto. Giocava con la cinghia della sua cartella, i corti capelli castano chiarissimo catturavano tutta la luce ingannevole del freddo mattino.
Un ragazzo dall’aspetto così vampirico e tremendamente… cattivo.
Andy sentì un brivido gelido lungo la schiena e si avvicinò a lui cercando di non tremare
-Scusa…posso chiederti una informazione?-
Lui puntò i suoi ardenti occhi marrone scuro addosso a lei senza dire nulla.
-Dov’è il terzo C?-
Il ragazzo la guardò ancora sfoderando un sorriso amaro e indicò l’ultima porta del corridoio.
Aveva una cicatrice che prendeva il mignolo fino al polso. Lei ne aveva una simile sullo sterno, quando quel mentecatto la ferì.
-Grazie. – sillabò lei mentre sentiva tutto dentro sciogliersi e ricomporsi in un ciclo perfetto.
Lui fece una espressione strana chinò il capo e si voltò.
Vide il ragazzo andarsene con passo calmo, molto meno forzato del suo.
Mentre cercava di placare un tremito tutto nuovo cercò di boccheggiare e le uscì fuori questa frase:- sono…innamorata?-
____________________________________ nel 3 C______________________

La professoressa Camp insegnava letteratura inglese, ma aveva deciso di far sentire quel giorno alla classe un passo in madrelingua italiano di un bellissimo capolavoro chiamato Divina Commedia, per poi tradurlo in inglese. Riguardava Paolo e Francesca e pensava che sarebbe piaciuto ai più. Era una brava donna che amava il suo lavoro, anche se a volte la psicologia già pronta che preferivano adottare gli adolescenti nei confronti del mondo glielo rendeva molto difficile. Ragazzi troppo insicuri che seguivano le persone che brillavano di luce riflessa, ecco cosa pensava.
Mentre tirava fuori il registro qualcuno bussò.
-Avanti.- disse con calma.
Una ragazza rossa come un peperone dall’agitazione entrò timidamente nell’aula.
-Sei la nuova arrivata?- la accolse la professoressa con un caldo sorriso.
Lei annuì ancora più rossa.
Qualche beota cominciò a ridacchiare.
-Mi chiamo Andy Carter – balbettò Andy sentendosi svenire.
Come odiava la scuola…come odiava presentarsi alla gente…come odiava sentire che qualcuno la stava fissando….
-ANDY CARTER? CHE NOME ARRAPANTE!- urlò un ragazzo con decisamente troppe lentiggini in fondo all’aula.
- Rosselli vattene fuori – esclamò la professoressa senza preamboli, facendo sparire il ridicolo istrione fuori dall’aula.
Andy si girò intorno cercando un posto libero e lo trovò in fondo all’aula.
La persona seduta al posto vuoto la sconvolse e non seppe nemmeno perché.
I suoi capelli castano scuro erano in contrasto con la pelle diafana e gli occhi verdissimi. Era completamente vestito di nero proprio come lei e non l’aveva degnata di uno sguardo.
Completamente concentrato in ciò che stava facendo su un foglio sembrava che non l’avesse nemmeno notata.
Sotto pressione per il fatto di essersi presentata e dover chiedere di nuovo qualcosa a qualcuno Andy tossicchiò e chiese con una vocina :- Posso?-
_________________________________Gerard Way __________________________________

-Posso?-
Gerard aveva sentito solo come rumore di fondo che la professoressa stava tenendo una breve conversazione con una ragazza che doveva essere nuova. Ma si era completamente dimenticato che l’unico posto libero era vicino a lui.
La trafisse senza volerlo con uno sguardo ostile, che quando si accorse di averlo fatto non poté pentirsene perché anche lei ricambiò l’occhiataccia con interesse. Quindi senza aspettarsi risposta si sedette in malo modo vicino a lui e fissò la professoressa con insistenza in modo da non guardarlo.
Gerard arrabbiato un po’ con se stesso un po’ con la ragazza accanto a lei, e imbarazzato dal fatto che aveva un calore umano vicino a lui continuò a lavorare sul suo foglio come se la faccenda non lo disturbasse.

___________________________ Andy Carter___________________________________
Andy sentì le lacrime che stavano per uscire, ma decise di reprimerle per orgoglio personale. Era entrata da dieci minuti e già veniva odiata. Evidentemente non era fatta per essere amata. Ma pensò al ragazzo di prima e un calore bellissimo la travolse cullandola, tranquillizzandola.
-Ragazzi oggi avevo in mente di leggervi prima in madrelingua da un ragazzo italiano del quarto poi tradotto con la traduzione del mio libro di testo un pezzo di un famoso artista italiano di nome Dante Alighieri, che scrisse la Divina Commedia. Vi invito a riflettere su ciò che leggeremo tra poco perché sono versi di una profondità impressionante. -
Qualcuno bussò alla porta e la professoressa corse ad aprire. Andy trattenne il fiato.
Era lui, l’angelo e il diavolo al tempo stesso, col suo passo perfetto e calmo. Tutta la classe parve trattenere il fiato e qualche ragazza arrossì ma non tanto per interesse sentimentale, ma perché quel ragazzo riusciva ad incutere un timore assurdo, che pareva aleggiare per l’aula come un gas nervino e solo una persona pareva non accorgersi di tutto questo. Il ragazzo dagli occhi verdi, che continuava imperterrito a lavorare su quel foglio maledetto.
-Mi ha chiamato professoressa?- chiese l’angelo con una voce profonda e sovrannaturale, dallo strano accento europeo. Guardò Andy per un secondo e lei non si sentì nemmeno in grado di sostenere quel secondo. Si sentiva gelare.
Gerard guardò il ragazzo per un secondo poi continuò a lavorare sul foglio.
-Si Andrew. Ragazzi lui è Andrew Ross, ha i genitori del Jersey ma è cresciuto per un po’ di tempo in Italia. Ci leggerà questo pezzo in madrelingua .-
Andrew sorrise, un sorriso che non scioglieva il suo sguardo tetro e prese con delicatezza la Divina Commedia che la professoressa gli porgeva.
Si schiarì la voce e cominciò a leggere.

“ Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.”


Quando la professoressa ringraziò Andrew e cominciò a spiegare alla classe cosa volesse dire quel passo Andy cominciò a batterle il cuore fortissimo. Lei non conosceva l’italiano, ma la poesia con cui Andrew lesse quel pezzo la ipnotizzò fortissimo.
-Ciò che ci spiega in questo passo è la distruzione di un amore profondo che nemmeno l’inferno riesce a sciogliere…-
Senza rendersene conto Andy cominciò a piangere dalla commozione.
Il ragazzo vicino a lei continuò a fare ciò che faceva da un’ora e più ma, Andy lo notò subito la sua mano tremava incontrollata.
E mentre Andrew usciva dalla porta Andy si sentì morire e chiuse gli occhi pensando a seguirlo con l’anima ovunque stesse andando.
E questo però non lenì il dolore che provava. Dolore di un amore che, lo sentiva, non avrebbe portato nulla di buono.

Edited by Christina Van Helsing - 12/5/2009, 19:52
 
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Vampire Nemesi
view post Posted on 10/4/2009, 14:49




CITAZIONE (†°lady_chem°† @ 10/4/2009, 15:13)
Bella e ,senza offesa per le altre scrittrici...finalmente una ff dove non sia tutto "rose e fiori"

Io invce ne ho ltte sempre dove tutto va male xD
 
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Christina Van Helsing
view post Posted on 10/4/2009, 14:50




Beh questa invece penso sia proprio distruttiva x°°DD
ho un animo molto pessimistico xD
 
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Vampire Nemesi
view post Posted on 10/4/2009, 15:03




In effetti... xD
Comunque davvero interessante, e questo Andrew ha colpito anche me *-*
Contiua, por favor ^^
 
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*Elfen*
view post Posted on 10/4/2009, 15:36




CITAZIONE (Vampire Nemesi @ 10/4/2009, 15:49)
CITAZIONE (†°lady_chem°† @ 10/4/2009, 15:13)
Bella e ,senza offesa per le altre scrittrici...finalmente una ff dove non sia tutto "rose e fiori"

Io invce ne ho ltte sempre dove tutto va male xD

Anche io x°D

Mi piace davvero molto come scrivi!!!E la storia si fa sempre più interessante *-*
 
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†°lady_chem°†
view post Posted on 10/4/2009, 15:55




CITAZIONE
Io invce ne ho ltte sempre dove tutto va male xD

se ti riferisci a quelle che stanno in questo forum bè si alcune volte va male ma poi si aggiusta tutto...sono belle si per carità ma ci vuole anche qualcosa di diverso..spero che questa ff sia quella che aspettavo...
 
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Vampire Nemesi
view post Posted on 10/4/2009, 16:18




No, dicevo in generale, non solo in questo forum ^^
Comunque, che vadano bene o male, inevitabilmente diventano tutte la stessa cosa... Però questa comincia con un certo fascino *o*
 
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SiliconTracks
view post Posted on 10/4/2009, 18:36




cavoli Debora... sapevo che scrivevi bene... ma la descrizione delle emozioni e dei personaggi, sono degne di un dio...
(ha senso la mia frase? se non ha senso ditemelo per favore... sennò crescerò con la consapevolezza di dire una cosa sensata e in realtà non lo è.)
 
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56 replies since 10/4/2009, 11:47   511 views
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