I was born to Love you

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SiliconTracks
view post Posted on 17/7/2009, 13:56




Il titolo è di una canzone dei Queen e non centra nulla con questa mia nuova ff. Spero
che vi interessi...


Odiavo e amavo quella cittadina dove vivevo (Cheyenne, Wyoming)
L’amavo perché era tranquilla e piena di natura. La odiavo, perché era tranquilla e piena di natura.
Lavoravo in una piccola libreria insieme a Susannah una vedova sui sessanta anni. I rapporti con lei erano molto strani poiché Susannah era molto all’antica, e io pensavo solo a divertirmi e a trovarmi qualche ragazzo ogni tanto.
“Tu vivi una vita sregolata!” mi diceva sempre affettuosamente. E in effetti aveva ragione. Vivevo in una piccola casa in affitto con il mio splendido labrador marrone Randolph. In realtà lui era l’unica compagnia che realmente avevo perché non uscivo con gli amici (non ne avevo).
Ora vi chiederete: perché questa sfigatella continua a rimanere in un paese simile? Risposta: bo. Probabilmente perché non ho abbastanza soldi per andarmene, o forse non so dove andarmene.

I miei genitori si trasferirono lo stesso giorno del mio diciottesimo compleanno a Dodge city in Kansas dai miei nonni e io non avevo alcuna voglia di seguirli. Così decisi di darmi da fare e pagare l’affitto mensile a Fred.

“Forza Randolph muoviti che faccio tardi al lavoro!!!” lo portavo sempre con me in libreria perché secondo la signora Susannah, faceva più scena.
Camminai tenendo al guinzaglio (anche se non ce n’era bisogno) il mio cucciolone e in dieci minuti arrivai al lavoro.
“Siamo un pochettino in riardo mia cara non trovi? Buongiorno Randolph” mi rimproverò Susannah.
“Scusami è che…”
“Niente scuse, adesso siediti che prima di aprire devo dirti una cosa importante.” Wow.
“Dimmi…”
“Tra due settimane di sabato, verrà un giovanotto a presentare il suo fumetto in questa libreria.”
“Qui???” le chiesi ridendo “A Cheyenne? Lo sa che non verrà nessuno a vedere la sua presentazione vero?”
“Brutta cretina!!! Certo che varrà qualcuno! Questo da quanto ho capito, è un famoso cantante di quelle band di sfigati che vogliono morire.” Non mi aveva mai chiamata brutta cretina.
“Ah, forse ho capito… Gerard Way…” dissi con poco entusiasmo.
“Esattamente. Quel pazzo che una volta è rosso, poi biondo platino, poi nero… Quello che compie atti omosessuali sopra il palco con quel drogatello di strada…”
“A quanto pare li conosci meglio di me Susannah…” risposi sorridendo.
“Conosco l’essenziale per dire che questo prima se ne va, meglio è.”
“E’ già qui?” chiesi
“Arriverà domani. Perché il signorino vuole seguire tutti i lavori che faremo in libreria per a sua presentazione…”
“Che testina di cazzo…” infatti non credevo fosse così. Da quello che avevo capito di lui anche guardando la tv, era uno che non gli fregava un cazzo di niente. Ma la tv d'altronde, mente sempre.
“E perché mi dici tutto questo?”
“Allora non hai capito Kezia che io me ne vado due settimane in Virginia per non vedere questo scempio.”
“Susannah non chiamarmi con questo mio orrendo nome che sai che lo odio. E poi mi spieghi come devo fare io a gestire tutto da sola?”
“Non so che dirti cara. Le valigie io le ho già preparate. Mi dispiace ma a quel Way io minimo minimo gli sputo in faccia.”
Sospirai con angoscia sapendo che tanto non avrebbe cambiato idea.
“Ciao Kezia… Mi fido di te. Mandalo via felice almeno non ci rompe. Ciao Randolph.”
E detto questo, uscì dalla sua libreria.
“Grandioso!” dissi. “Randolph da dove cominciamo?” il mio cagnone mi fissò, e poi si mise accovacciato nel suo tappeto in fondo al locale. “grazie mio caro, sei sempre di ottimo aiuto…”
Girai il cartello nella porta con scritto ‘Open’ e poi mi accovacciai nella poltrona a leggere un libro idiota.

Verso le undici si presentò il primo cliente: Dean. Un uomo per bene, sulla settantina. Era l’avvocato più importante della cittadella e un uomo di grande cultura.
“Che cosa leggiamo oggi Signor White?”
“Buongiorno Kezia. Ti prego chiamami Dean. Vorrei dare un’occhiata in giro se non ti dispiace… Ciao Randolph.”
“La prego di scusarlo ma oggi non è molto socievole…” sorrise e cominciò a frugare tra i libri.
“Trovato.” Esclamò dopo un quarto d’ora.
“Dracula… Molto interessante signor White.”
“Bhè, sto leggendo parecchi libri su di lui. Mi ha sempre appassionato cara..”
Pagò e se ne andò nel suo ufficio in fondo alla strada. D’un tratto squillò il telefono.
Risposi.
“Sì pronto sono il ragazzo che presenterà il fumetto tra due settimane…”
“Oh signor Way mi dica…”
“Ahahahah!!! Signor Way!!!” che diavolo aveva da ridere??? Odioso…
“Voleva?” chiesi infastidita.
“Volevo avvertire che arriverò nel primo pomeriggio invece che domani…”
“Va bene. Tanto sa dove è la libreria no?”
“No. Mi venga a prendere alla stazione per favore. Non mi va di venire in macchina.”
E riattaccò. Ma che razza di cretino!!! Credeva che io avrei chiuso il negozio per andare a prendere lui e magari per fargli anche da facchino! No mi dispiace, col cavolo!

Pranzai a casa e alle due tornai al negozio per aprire. Non feci tempo ad entrare che il telefono cominciò a suonare.
“Sono Gerard. Sono arrivato. La aspetto.” E riattaccò immediatamente. Che razza di idiota!!! Ma col cazzo che sarei arrivata fin lì per farmi trattare come uno zerbino. Così affidai il compito a Cassius un ragazzo di tredici anni che dopo Randolph, era il mio unico amico.

“Randolph, caro mio, tu fai la vita comoda. In realtà non è semplice per niente. Se anche tu mi aiutassi qualche volta..” ero davvero patetica.
 
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Christina Van Helsing
view post Posted on 22/7/2009, 09:22




Questa mi piace tantissimo!
 
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SiliconTracks
view post Posted on 22/7/2009, 11:55




Grazie...

Passò mezz’ora e vidi sulla soglia della porta questo ragazzo tutto vestito di nero con gli occhiali da sole (preciso in pieno inverno) e i capelli leggermente lunghi. Dietro c’era Cassius che gli portava le valigie. Come immaginavo…
“Salve.” Disse quel soggetto odioso togliendosi gli occhiali e masticando a bocca aperta la sua schifosa gomma.
“Buongiorno. Ah, grazie Cassius, appoggia le valigie lì. Sono sicura che il signor Way chiamerà un taxi più tardi.” Il ragazzo fece come gli dissi e se ne andò.
“Non è come la immaginavo…”
“Ah davvero? E come mi immaginava signor Way?”
“Dalla voce, l’avevo scambiata per un’anziana signora… Invece… Capelli lunghissimi e neri, occhi verdi, fisico perfetto… Lei è davvero molto attraente.”
Che faccia tosta!!! Per una anziana signora???
“Sì certo… Allora… Che cosa vuole che faccia per lei?”
“Bhè non trova che la domanda sia un po’ piccante?” porco oltre odioso.
“Senta signor Way, mettiamo subito in chiaro una cosa… Io non sono una 14enne che lecca il culo al suo gruppo e che fa sogni perversi su di lei. Io lavoro in questa libreria e vorrei essere rispettata come prima cosa. Ora mi dica che diavolo vuole e poi si vada a cercare un bell’ Hotel a cinque stelle.”
“E’ tosta signorina… Cosa che la rende ancora più attraente… Bene, arriviamo al punto… Questo cartellone con la foto del mio fumetto vorrei che fosse appeso all’ingresso. E da domani possiamo cominciare a parlare di lavoro.”
“Come vuole.”
“Ehy ma che bel cane!!!”
“Sì chiama Randolph.”
“E lei signorina? Io sono stato molto scortese ma il non essersi presentata non le fa onore.”
Di quel tizio, adoravo solo come parlava.
“Kezia. Ma lei non mi chiami per nome. Se ne inventi uno… tipo… Kate o qualsiasi altro tranne Kezia. Lo odio.”
“Lei è molto aspra nel giudicarsi sa? Credo che la chiamerò Kezia. Sì, mi piace.”
Oddio, avrei voluto sbatterlo fuori da un momento all’altro.
“Bene, io ora tolgo il disturbo…”
“Ha un ombrello?”
“Per fare cosa?”
“Quando ha messo piede in questo negozio, ha cominciato a piovere di brutto.”
“Cazzo.” Che bel linguaggio il signorino…
Mi misi a sedere nella poltrona a leggere come per fargli capire che non volevo più essere disturbata. Ma lui rimase lì impalato tutto il fottuto pomeriggio fino alle sette, quando era ora di chiudere.
“Devo chiudere.”
“Non ha smesso di piovere le faccio notare.”
“E io che devo farle?”
“Come fa a tornare a casa?”
“A piedi!!! Non è la prima volta che passeggio sotto la pioggia invernale.” Il mio tono di voce stava diventando troppo sgarbato.
“Sarebbe così gentile di offrirmi un caffè?” mi chiese con la sua immancabile faccia tosta.
Che cosa gli avrei dovuto dire?
“Se vuole bagnarsi, faccia pure..” Misi il guinzaglio a Randolph e mi avviai sotto la pioggia ghiacciata seguita da quell’essere che trasportava faticosamente le sue valigie.
Durante il cammino Gerard iniziò a fare tutta una sorta di discorso su come sia bello qui, su quanto sia buono il caffè, e su quanto sia bella la pioggia.

Arrivammo finalmente a casa. Aprii il portone.
“Randolph non ti venisse in mente di scrollarti qui.” Detto fatto.
“Randolph, sei una cane molto cattivo.” Lo ricoprii con un asciugamano e lo feci accovacciare davanti al camino.
“Che bella casa…”
“Andiamo, lei è abituato a molto più di questo…” risposi sorridendo per la prima volta nella giornata.
“Non è detta. Non creda che io ami vivere nel lusso.”
“Ma scommetto che lo fa.”
“In un certo senso sì. In questo mondo siamo tutti un po’ ipocriti.”
“Già… Se vuole asciugarsi il bagno è in fondo a destra.”
“Prima vada lei…”
“Io ne ho uno in camera…”
E per mezz’oretta ci dividemmo. Lo ritrovai seduto nel divano con i capelli che ancora erano umidi e con il pigiama.
“Che cosa ci fa con il pigiama?”
“Andiamo Kezia. Non vorrà mandarmi in cerca di un Hotel con questo tempaccio…” pure? Voleva pure dormire nella mia casa? Mi rassegnai.
“Lei piuttosto, ha ancora i capelli bagnati signorina. Non le farà male?”
“Ehm no. Mi sono data giusto un’asciugata con l’asciugamano. Adesso tanto mi metto davanti al fuoco.” Risposi.
Mi sistemai nel tappeto accanto a Randolph e tirai fuori una sigaretta.
“Ne vuole una?” chiesi
“Le mie saranno fradice. Grazie mille.” E l’accese.
“Mi è sembrato di notare che lei adesso non porta il reggiseno…” ma che ero vittima di un maniaco? Come cavolo si permetteva?
“Che diavolo le può interessare?”
“Il fatto che lei tenga tutto così in mostra con una maglietta aderente bianca e per di più con i capelli bagnati che lasciano trasparire il suo seno, dimostra che è una molto aperta signorina. E questo mi piace.”
“Non ci posso credere signor Way!!! Lei ha lasciato ogni forma di educazione nel treno a quanto posso vedere!!! Di solito di sera prima di andare a letto, lo tolgo il reggiseno sì. Ma lei non deve di certo farmelo notare. Per me ormai è una cosa normale. Un’abitudine.”
“Certo. E comunque io sono sempre stato così quindi nel treno non ho mai lasciato niente. Sono una testa di cazzo e mi piace esserlo. Amo le donne e mi piace farlo vedere. Amo l’arte e faccio di tutto per ottenere quello che voglio. E spesso mi creda, ci riesco.”
Spense la sigaretta e alzandosi disse: “E’ ora che vada a dormire. La mia stanza?” ‘la mia stanza?’ non avevo parole.
“Di sopra la seconda stanza alla sua destra.”
Sorrise e se ne andò.
 
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Christina Van Helsing
view post Posted on 1/8/2009, 09:32




Oddio è bellissima<3
DICO FORUM SIETE MORTO??
COMMENTATE QUESTA FAN FICTION INVECE DI FARE SOGNI EROTICI SU QUALCHE CLASSICA FRERARD DEL CAVOLO -.-''''
 
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°Binca_romancer°
view post Posted on 1/8/2009, 13:52




:wow: ben detto Deb! :sbuv:
mi piace tanto, zizi.. Continuaaaaa
 
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SiliconTracks
view post Posted on 2/8/2009, 10:13




Grazie mille!!! Ecco il seguito....



Il mattino seguente mi svegliò Way in persona.
“Lei si è addormentata nel tappeto con il cane.”
Disse ridendo e ancora in pigiama.
“Cavoli…” farfugliai io toccandomi la testa che mi stava scoppiando.
“Su avanti, si alzi. Sono le sette.”
“Io apro tra due ore!!”
“Sì ma l’ho svegliata perché da quanto ho potuto vedere, stava facendo un incubo.”
Mi alzai contro voglia e andai in cucina. “Che cosa vuole per colazione?”
“Mi basta una tazzona di caffè.” Rispose.
Lo stesso presi io.
“Posso farle una domanda?”
“Me la farebbe comunque signor Way…”
“Ma lei mangia?” oh mio Dio quello che dovevo sentire!!!
“Mangio quando ho fame e se mi va.”
“Lei mi sembra davvero magrissima.”
“Per me è un complimento. Finisca il suo caffè che devo prepararmi.”
Suonò il campanello.
“Cazzo! Non si può stare in pace!!!”
“La signorina è nervosetta eh…” ridacchiò Gerard.
Andai ad aprire e con immensa sorpresa ma neanche troppa, mi trovai davanti Fred.
“Salve signor Fred…”
“Salve un corno!!! Sei indietro con l’affitto di due mesi! Scadeva ieri l’ultima rata!!! Kezia non puoi comportarti così…”
“Signor Fred la prego…”
“No Kezia. Hai tempo domani per pagarmi i due mesi. Sennò ti butto fuori con il tuo cane… Vedo che poi la compagnia di un uomo non ti manca…” disse fissando Gerard.
Chiusi la porta incazzata.
“E adesso sono fottuta. Fanculo!”
“Problemi con l’affitto a quanto pare…”
“Già… Fred è un pezzo di merda! Che palle. Randolph, preparati a andare a vivere in mezzo ai ponti.”
“Io una soluzione l’avrei.” Disse improvvisamente. “Le pago tutti e due i mesi io a patto che lei mi farà rimanere qui in questa casa queste due settimane e a patto che sia disposta a ricominciare da capo con me.”
“Non accetto carità da nessuno.”
“E’ come se pago un hotel dopo tutto. Forza Kezia. Lo so che non vorrebbe essere sbattuta fuori e che adora questa casa.”
Per un attimo ci pensai ma poi… “Va bene, ci sto.”
“Allora siamo d’accordo. Da adesso, io sono Gerard e non ‘il signor Way’ “
“Va bene, diamoci del tu.”

Apprezzai molto quello che fece per me. Non accettavo facilmente qualsiasi favore da altri ma quella volta, ne aveva davvero bisogno.
“Adesso prepariamoci che tra poco devo aprire.”
Misi un paio di jeans, una maglietta a maniche corte con una felpa sopra, il cappotto, le scarpe e poi fui pronta per uscire. “Coraggio Randolph, andiamo”
Gerard ci seguì e appena arrivati si sedette sul divano come fosse a casa sua.
“Allora? Da dove cominciamo?” chiese.
“Scegli come prima cosa l’angolo della libreria che ti piace di più per presentare il libro e autografarlo.”
“Ehm, vediamo… Vicino a Randolph…”
“Ehm, okay… allora direi di cominciare ad allestirlo…”
In due ore avevamo messo il tavolo, gli striscioni e diverse copie del fumetto nel tavolo. Fu un lavoro davvero pesante.. Poi arrivò una cliente.
“Salve signora Scarlett. Suo marito sta bene?”
“Bene Kezia bene. Dov’è Susannah?”
“Se ne è andata in Virginia. Tornerà tra due settimane.”
“Ho sentito dire che un certo ragazzo strano presenterà una specie di fumetto… Ci sarà molto macello in città…”
“Bhè il ragazzo è lui.. signora Scarlett, le presento Gerard Way.”
“Ah..” rispose facendo una smorfia.
“Bene, sono venuta a comprare un ricettario molto famoso…”
“Ah sì… Glie lo prendo subito. So di che cosa parla.”
“Bravissima Kezia. E’ proprio quello! Grazie mille, alla prossima…”
Uscì pagando e senza prendere il resto.
“Non sono bene accetto qui immagino…”
“Temo di no… Per noi, squilibri l’ordine naturale delle cose.”
E ci facemmo una bella risata.
“Posso farti una domanda?” chiesi.
“Certo Kezia.”
“E’ bastato un giorno per allestire tutto. Perché sei venuto due settimane prima?”
“…Bhè, forse avevo bisogno di prendere aria da tutto. Questa non è una cittadella tranquilla, ma molto meglio di quella in cui sono abituato a vivere io…”
“Capisco. Ma adesso che farai il resto del tempo?”
“Porterò a passeggio Randolph, ti aiuterò, ti farò la spesa, ma soprattutto ti romperò le palle.” Sorrisi.

 
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Christina Van Helsing
view post Posted on 3/8/2009, 08:26




AWWWW *_*
 
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°Binca_romancer°
view post Posted on 3/8/2009, 17:09




e si fa interessante.... continua!
 
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SiliconTracks
view post Posted on 4/8/2009, 23:07




Grazie mille ragazze... ecco il seguito... ditemi se è di vostro gradimento... :)

La giornata passò molto velocemente. Vennero molti clienti e tornò di nuovo anche l’avvocato White che cerava un libro per la sua nipotina. Andò tutto molto bene. Susannah chiamò per sentire come procedevano gli affari. Evitai di dirle che Gerard alloggiava a casa mia sennò con lei avevo proprio chiuso. Poi finalmente, a casa.

“Che cosa vuoi da cena Gerard?”
“Ehm, non so… Per me va bene tutto…”
“Devi sapere che il mio ‘che cosa vuoi da cena?’ era solo per fare scena. Odio cucinare, ma soprattutto non so farlo. Quindi ordiniamoci una pizza. Poi ci faremo due birre e lo stomaco è pieno.”
“Sei una ragazza molto sincera Kezia.”
“Già. Mi capita solo con te. Non capisco come mai… Bhè… Vado a chiamare.”
Ci accomodammo nel tappeto e dopo un quarto d’ora arrivò la pizza.
“Ehm, Gerard, devo rivelarti una cosa… Io non ho mai mangiato a tavola. Io faccio tutto in questo tappeto davanti al fuoco. Ci dormo ci mangio… Lo so che faccio schifo ma è così… Comunque se vuoi, tu puoi mangiare a tavola eh…”
“Sei davvero bizzarra.” Disse accovacciandosi a terra e aprendo il cartone.
Mangiammo senza fiatare. Io mi scolai due birre. Lui tre. Poi ci fumammo 5 sigarette per uno.
“Il povero Randolph deve sopportare molte cose odiose di me… Ma in fin dei conti, è l’unico vero amico che ho… E io lo adoro…”
“Che tipo di cose odiose?”
“Ad esempio quando lascio i miei vestiti nel suo angolo, o quando lascio le birre per terra, oppure quando gli fumo addosso o peggio ancora, quando lo uso come cuscino.”
“Sarebbe bello avere un cane..”
“Non ne hai?”
“No… Non riesco a badare nemmeno a me steso, figurati se riuscirei a allevare un animale.”
Risi. “La tua vita sentimentale come va?” mi chiese bevendo un sorso.
“Bhè, non è molto equilibrata. Io non credo nelle storie d’amore che durano una vita e tutti contenti. Io sono convinta che gli uomini servono alle donne e che le donne servono agli uomini solo per fare sesso qualche sera. E’ brutto ma è così. Forse sono rimasta delusa troppe volte dagli uomini…”
“Quindi tu ti fai i ragazzi così… uno diverso a settimana per una sera.”
“Detto così sembra mostruoso. Ma sì, il concetto è quello. E invece te Gerard?”
“Io… bhè… non so… Per il momento non ci penso nemmeno all’amore. Sono solo.”
“Capisco… Bene, vogliamo dormire?”
“Perché non passiamo la notte a bere?”
“Questa è una domanda che non mi va mai fatta. Io accetto subito ma domani al lavoro per me, sarà davvero difficile...”
“E che ti frega?” chiese lui dandomi una gomitata di incoraggiamento.
“E va bene.” Tirai fuori diverse bottiglie di alcolici quali rum, vodka, Martini, vino… e altro… Bevemmo di tutto e poi cominciammo a ballare come due pazzi senza sapere dove mettevamo i piedi.
“Sto sentendo davvero caldo…” dissi ridendo.
“E allora spogliati no?”
Il mattino seguente suonò il campanello. Mi resi conto di essere avvolta da un lenzuolo che chissà come era finito lì ma soprattutto, ero nuda. Intorno a me, c’erano bottiglie ovunque. Mi coprii con il lenzuolo e aprii.
“I soldi.” Era Fred. “Ma che diavolo è successo qui dentro? Un’altra trombatina Kezia? Devi smetterla di ridurmi la casa così!”
“Sì sì certo… ecco i tuoi soldi Fred.” E gli chiusi in faccia. La testa mi faceva malissimo.
“Buongiorno.” Era Gerard con in mano del caffè e un lenzuolo avvolto alla vita.
“Ciao…”
“Sarà meglio che anche te prenda un caffè.”
“sì hai ragione… Ma che diavolo è successo stanotte?”
“Come non ti ricordi???”
“Se te lo chiedo vorrà dire che no, non me lo ricordo.”
“E’ stata una notte bellissima. Tutto sesso e alcol.”
“Sesso????????”
“Già. Ma come davvero non ti ricordi? Ti sei divertita tantissimo!!!”
“Oh cazzo…” dissi pigiandomi le tempie e sedendomi.
“Cazzo è vero.”
“Bhè allora? Qualcosa non va?”
“E me lo chiedi???!!!! Sei un cretino!!!! Non dovevi farmi bere!!!”
“Non negare che ti sei divertita da matti. Eh dai Kezia… Dopotutto è quello che fai sempre con ragazzi diversi… Non era il tuo stile di vita?”
“Va al diavolo! Qui è diverso!!! Tu sei Gerard Way capisci?”
“Dovresti esserne onorata!!!”
“Vaffanculo. Io mi vado a vestire.”
Arrivai al negozio con un quarto d’ora di ritardo. E all’ingresso c’era già qualcuno che aspettava.
“Kezia lo sapevo che non mi dovevo fidare di te!!!”
“Susannah, ma che ci fai qui?”


 
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°Binca_romancer°
view post Posted on 5/8/2009, 20:34




di mio gradimento sicuro! :muah:
 
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Christina Van Helsing
view post Posted on 7/8/2009, 19:48




SSIIIIII *_*
 
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SiliconTracks
view post Posted on 7/8/2009, 23:06




Ecco il seguito mie carissime lettrici...

“Sono venuta a vedere che diavolo stavi combinando. Guardati… Occhiaie fino ai piedi, puzzi di alcol e sicuramente stanotte hai fatto sesso… Kezia hai una vita sregolata e sei un’immatura!!! Per questo, due giorni di sospensione dal lavoro.”
“Avanti Susannah!!!”
“No, è ora che ti metti in riga ragazzina.”
Tornai a casa e Gerard era ancora lì.
“Ti stavo raggiungendo al negozio.”
“Non ce n’è bisogno. Sono stata sospesa e adesso vorrei dormire.”
“Come vuoi…”

Mi risvegliai alle tre del pomeriggio.
“Oh, devo andare!”
“Dove?”
“Vado da Cassius. Tutti i venerdì abbiamo appuntamento al bar. Adesso vado… Fai il bravo mister Way…”

“Ci hai messo più del solito” disse il ragazzo tredicenne quando arrivai.
“Scusami Cassius. Ma quello Way mi da diversi problemi…”
“Allora raccontami…”
“No Cassius credimi…”
“Avete fatto sesso. Me l’immaginavo.” E poi scoppiò in una forte risata.
“Io non ci trovo nulla da ridere!! Se qui lo viene a sapere qualcuno, sono in mezzo alla merda…”
“Finiresti solo su tutti i giornali.”
“Sei molto rassicurante Cassius.”
“Lo so… Ho lasciato Kassy.”
“E per quale motivo?”
“Faceva cose poco carine a tutti i ragazzi di Cheyenne. E io ero l’unico coglione a non saperlo.”
“Mi dispiace Cassius.”
“A me no. Come hai detto tu, l’amore vero e eterno non esiste.”
“Non prendermi come un esempio Cassius.” Accesi una sigaretta.
“Ne vuoi una?”
“io non fumo!”
“Non dire cazzate Cassius ti ho visto con Bryan l’altro ieri al parco. Dai che qui non ti vede nessuno.”
“Vorrei tanto avere una mamma come te Kezia.” E si accese la sigaretta.
“Non dirlo nemmeno per scherzo.”
“Lui ti piace?”
“Lui Gerard?”
“Già… Ti piace vero? E’ un pezzo di merda come te e un grandissimo bastardo. E questo a te piace…”
“Non dire cazzate..”
“Kezia, lo sai che a me non puoi mentire vero? Avevamo fatto un patto mi sembra.”
“Sì okay mi piace… Ma che ci posso fare? Lui è uno importante e io sono una merda. Non posso pretendere che si accorga di me.”
“Se avete fatto sesso…”
“Colpa del rum e di altre merdate…”
“Capisco. Bhè, io me ne vado da Bryan, stammi bene Kezia…”
“Cassius…”
“Sì?” gli lanciai il pacchetto delle mie sigarette.
“Io le ricomprerò.”
“Grazie Kezia.” E se ne andò. “Allora Randolph? Noi che facciamo?”
Pagai il thè di Cassius e la mia birra e mi avviai verso casa.
“Cazzo ricomincia a piovere porca puttana!!! Che tempo del cazzo. Randolph, preparati a doverti bagnare.” E camminai tranquillamente sotto l’acqua. D’un tratto vidi Gerard venire dalla mia parte.
“Kezia!! Prendi questo ombrello forza!” e me ne lanciò uno.
“Che diavolo ci fai qui?”
“Sono venuto a portarti l’ombrello mi sembra ovvio.”
“Grazie.”
Tornammo a casa in dieci minuti.
“Credo che stavolta mi prenderà una febbre o qualcosa perché sto davvero morendo congelata.”
“Coraggio spogliati. Io intanto vado a prepararti la vasca per fare il bagno. Ne hai bisogno.” Mi piazzai davanti al camino insieme a Randolph. “Caro Randolph, mi sa che stavolta ci becchiamo qualcosa tutti e due… Vieni qui che ti asciugo.”
“La vasca è… è pronta…”
“Perché balbetti?”
“Bhè… Non credevo che saresti rimasta così…”
“Senza reggiseno? Andiamo Gerard sono un paio di tette. E io sono una puttana. Lo so… Scusami…”
“No Kezia io non volevo dire che mi ero scandalizzato… Tranquilla… Ormai… Tanto le avevo già viste quindi…”
Che discorso stupido! Mi alzai e andai in bagno. Dopo mezz’ora uscii dalla vasca e mi infilai le mutande e una vecchia tuta ben felpata. I capelli li lasciai asciugare dal calore del fuoco del camino.




 
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SiliconTracks
view post Posted on 15/8/2009, 23:10




Continuo

“Sento freddo.”
“Secondo me hai la febbre Kezia.” Me la fece misurare a tutti i costi e scoprii di avere 38 e mezzo.
“Cazzo! Kezia, chiamo un dottore io… io non so che cosa devo fare se sale la febbre cazzo…”
“Gerard calmati… Ti chiedo solo un favore. Sullo scaffale sotto a quello del caffè, c’è della tachipirina. Portamela. E poi aiutami a stendermi nel divano.”
Fece tutto quello che gli chiesi e poi, si mise accanto a me.
“Se mi stai così vicino, ti becchi la febbre.”
“No tranquilla. Voglio che adesso cerchi di dormire…”
Mi accarezzò la fronte e dopo due minuti, stavo dormendo. Poi feci un incubo. Ero dentro una stanza piena di libri che gocciavano un liquido nero che io nel sogno, sapevo che era sangue. Poi intorno a me ad un tratto, viene fuori Susannah e comincia a urlarmi per quello che le ho fatto. Io gli dico che non volevo ma lei continua a non capire così decido di prendere un libro e spaccargli il cranio. Una volta uccisa vedo Gerard che mi raggiunge con un vecchio rasoio da barbiere che mi dice ‘adesso tu devi morire’
“Kezia!!! Kezia svegliati!!!” mi svegliai improvvisamente con Gerard che mi chiamava. Ero tutta sudata e terribilmente spaventata.
“Ho fatto un incubo Gerard… Mio Dio… Io ho ucciso…”
“Era solo un brutto sogno Kezia. Prendi un’altra tachipirina forza.”
“Non ci riesco… Non posso muovermi… Sono debole…”
“Avanti non fare la stupida…”
“No Gerard… Io non voglio prendere quella medicina.” Poi cominciai a socchiudere gli occhi e a farfugliare cose senza senso.
“Cazzo stai delirando! Chiamo un’ambulanza.”
Ambulanza che arrivò in dieci minuti. Gerard decise di venire all’ospedale con me.
All’interno dell’ambulanza c’erano degli infermieri che mi dicevano che non dovevo dormire.
“Signorina cerchi di non chiudere gli occhi va bene? Deve parlarmi di tutto quello che vuole… Come si chiama?”
Non risposi.
“Signorina deve parlare forza. Deve stare sveglia. Adesso non può dormire finchè non l’avremo curata… Alziamola dal lettino…” Gerard era molto preoccupato. E così anche gli infermieri che cercavano di aiutarmi. Ricordo solo che un infermiere mi stava facendo camminare quando chiusi gli occhi per poi risvegliarmi in una camera di ospedale.
“Da quanto sono qui?”
“Due giorni. Non ho capito un cavolo di quello che ti sia successo. Solo che avevi la febbre molto alta. Poi ti sei addormentata e ecco che oggi ti risvegli. Come ti senti?”
“Meglio Gerard. Molto meglio.”
“L’infermiere dice che oggi possono dimetterti ma che devi stare una settimana in assoluto riposo”
“Che diavolo ci fanno tutti quei giornalisti lì fuori?”
“Qualcuno ha detto loro che sono qui con te. E ecco che subito ne approfittano.”
Tornai a casa lo stesso pomeriggio. Appena entrai, Randolph mi saltò addosso.
“Ehy buono Randolph! Adesso la tua padrona deve riposare.” Dissi ridendo
Gerard mi prese in braccio e mi portò fino alla camera. “Adesso tu starai tutta la settimana in questo letto senza muoverti. Il resto, faccio tutto io. Vado a prenderti il termometro, l’acqua e la tachipirina.”
Era diventato molto dolce ultimamente. Era un uomo imprevedibile. Pieno di sorprese. All’inizio mi sembrava un porco senza cervello e un presuntuoso di merda. Ma invece, le persone non si conoscono mai abbastanza.
Ritornò subito “Ti dispiace se sto qui con te?”
“No Gerard. Ah, grazie di tutto. Se non c’eri tu, a quest’ora ero morta.”
“Non ringraziarmi Kezia. Adesso pensa a riposare.” Ma non riuscii a dormire. “Randolph!!!” chiamai. Il cagnone arrivò subito e si mise in fondo al letto a dormire con me. “Adesso credo che mi prenderà sonno.” Dissi.

Mi addormentai. Mi svegliai solo un’ora dopo quindi alle sei. Vicino a me c’era Gerard oltre Randolph. “Sei stato tutto il tempo qui?”
“Sei buffa quando dormi.”
“Buffa? Sì lo so. Non sei il primo che me lo dice. Sai che quella notte mi sono divertita davvero?"
“Anche io…” sospirò.
“Dai vammi a preparare qualcosa per cena su…” e così fece. Dopo aver cenato, fumai una sigaretta.
“Gerard, mettiti sotto alle coperte con me. Stanotte voglio che dormi qui.” Indugiò un istante ma poi accettò.
“Stringimi… Sento freddo…”
“Vuoi farlo?”
“Non sai quanto…”

Il mattino seguente non mi sentivo molto bene. Mi svegliai molto presto e corsi in bagno a vomitare. Non pensate male, era solo una fottutissima influenza. Randolph mi seguì in bagno ed era sicuramente preoccupato per me. Sono sempre stata convinta che lui capisse ogni cosa di me, di quello che succedeva nel mondo o di quello che le persone provavano. “Eh caro Randolph, solo una fottuta influenza. Ci mancava solo questa eh? Sarà meglio che telefoni a Susannah per dirle che ancora non posso tornare al lavoro.”
“Con chi stai parlando?”
“Scusa Gerard, non volevo svegliarti. Mi sono beccata l’influenza.”
“Hai vomitato?”
“Sì… E’ una cosa che odio.”
“Dai allora vieni a riposarti.” Saltai nel lettone come una bambina che sveglia i suoi genitori la mattina del Natale impaziente di aprire i regali.
“Allora… che cosa hai in programma di fare caro Gerard?”
“Io? Starò tutto il giornata a casa a controllare che tu non fai la furba alzandoti dal letto. Ricordi? Totale riposo per una settimana.”
Sorrisi.
“Non devi rimanere qui solo per me Gerard. Io me la cavo benissimo. Non voglio esserti di impiccio.”
“Stai scherzando? Vado a chiamare Susannah e gli spiego tutta la situazione. Tu ora prova a dormire.”
 
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°Binca_romancer°
view post Posted on 16/8/2009, 12:38




Grazie per avermi fatto distrarre con questa ff...ne avevo bisogno. Inoltre è stupenda!
 
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SiliconTracks
view post Posted on 16/8/2009, 13:40




non stai bene? che è successo? comunque grazie mille..
 
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15 replies since 17/7/2009, 13:56   165 views
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