Grazie mille ragazze... ecco il seguito... ditemi se è di vostro gradimento...
La giornata passò molto velocemente. Vennero molti clienti e tornò di nuovo anche l’avvocato White che cerava un libro per la sua nipotina. Andò tutto molto bene. Susannah chiamò per sentire come procedevano gli affari. Evitai di dirle che Gerard alloggiava a casa mia sennò con lei avevo proprio chiuso. Poi finalmente, a casa.
“Che cosa vuoi da cena Gerard?”
“Ehm, non so… Per me va bene tutto…”
“Devi sapere che il mio ‘che cosa vuoi da cena?’ era solo per fare scena. Odio cucinare, ma soprattutto non so farlo. Quindi ordiniamoci una pizza. Poi ci faremo due birre e lo stomaco è pieno.”
“Sei una ragazza molto sincera Kezia.”
“Già. Mi capita solo con te. Non capisco come mai… Bhè… Vado a chiamare.”
Ci accomodammo nel tappeto e dopo un quarto d’ora arrivò la pizza.
“Ehm, Gerard, devo rivelarti una cosa… Io non ho mai mangiato a tavola. Io faccio tutto in questo tappeto davanti al fuoco. Ci dormo ci mangio… Lo so che faccio schifo ma è così… Comunque se vuoi, tu puoi mangiare a tavola eh…”
“Sei davvero bizzarra.” Disse accovacciandosi a terra e aprendo il cartone.
Mangiammo senza fiatare. Io mi scolai due birre. Lui tre. Poi ci fumammo 5 sigarette per uno.
“Il povero Randolph deve sopportare molte cose odiose di me… Ma in fin dei conti, è l’unico vero amico che ho… E io lo adoro…”
“Che tipo di cose odiose?”
“Ad esempio quando lascio i miei vestiti nel suo angolo, o quando lascio le birre per terra, oppure quando gli fumo addosso o peggio ancora, quando lo uso come cuscino.”
“Sarebbe bello avere un cane..”
“Non ne hai?”
“No… Non riesco a badare nemmeno a me steso, figurati se riuscirei a allevare un animale.”
Risi. “La tua vita sentimentale come va?” mi chiese bevendo un sorso.
“Bhè, non è molto equilibrata. Io non credo nelle storie d’amore che durano una vita e tutti contenti. Io sono convinta che gli uomini servono alle donne e che le donne servono agli uomini solo per fare sesso qualche sera. E’ brutto ma è così. Forse sono rimasta delusa troppe volte dagli uomini…”
“Quindi tu ti fai i ragazzi così… uno diverso a settimana per una sera.”
“Detto così sembra mostruoso. Ma sì, il concetto è quello. E invece te Gerard?”
“Io… bhè… non so… Per il momento non ci penso nemmeno all’amore. Sono solo.”
“Capisco… Bene, vogliamo dormire?”
“Perché non passiamo la notte a bere?”
“Questa è una domanda che non mi va mai fatta. Io accetto subito ma domani al lavoro per me, sarà davvero difficile...”
“E che ti frega?” chiese lui dandomi una gomitata di incoraggiamento.
“E va bene.” Tirai fuori diverse bottiglie di alcolici quali rum, vodka, Martini, vino… e altro… Bevemmo di tutto e poi cominciammo a ballare come due pazzi senza sapere dove mettevamo i piedi.
“Sto sentendo davvero caldo…” dissi ridendo.
“E allora spogliati no?”
Il mattino seguente suonò il campanello. Mi resi conto di essere avvolta da un lenzuolo che chissà come era finito lì ma soprattutto, ero nuda. Intorno a me, c’erano bottiglie ovunque. Mi coprii con il lenzuolo e aprii.
“I soldi.” Era Fred. “Ma che diavolo è successo qui dentro? Un’altra trombatina Kezia? Devi smetterla di ridurmi la casa così!”
“Sì sì certo… ecco i tuoi soldi Fred.” E gli chiusi in faccia. La testa mi faceva malissimo.
“Buongiorno.” Era Gerard con in mano del caffè e un lenzuolo avvolto alla vita.
“Ciao…”
“Sarà meglio che anche te prenda un caffè.”
“sì hai ragione… Ma che diavolo è successo stanotte?”
“Come non ti ricordi???”
“Se te lo chiedo vorrà dire che no, non me lo ricordo.”
“E’ stata una notte bellissima. Tutto sesso e alcol.”
“Sesso????????”
“Già. Ma come davvero non ti ricordi? Ti sei divertita tantissimo!!!”
“Oh cazzo…” dissi pigiandomi le tempie e sedendomi.
“Cazzo è vero.”
“Bhè allora? Qualcosa non va?”
“E me lo chiedi???!!!! Sei un cretino!!!! Non dovevi farmi bere!!!”
“Non negare che ti sei divertita da matti. Eh dai Kezia… Dopotutto è quello che fai sempre con ragazzi diversi… Non era il tuo stile di vita?”
“Va al diavolo! Qui è diverso!!! Tu sei Gerard Way capisci?”
“Dovresti esserne onorata!!!”
“Vaffanculo. Io mi vado a vestire.”
Arrivai al negozio con un quarto d’ora di ritardo. E all’ingresso c’era già qualcuno che aspettava.
“Kezia lo sapevo che non mi dovevo fidare di te!!!”
“Susannah, ma che ci fai qui?”