Non ho idee per il titolo3, (non è un continuo delle altre)

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SiliconTracks
view post Posted on 12/9/2009, 10:47 by: SiliconTracks




Ecco il continuo.


Poco dopo il cellulare di Uma squillò. Era Bryan. Doveva rispondergli per forza, non avrebbe potuto fare altro.
“Che c’è?”
“Oggi alle quattro, ai giardini. Cinquanta dollari. O una trombata… Sennò ti ammazzo, e sai che lo faccio.”
E adesso dove avrebbe trovato tutti quei soldi? Aspettò che Mikey e Gerard uscissero di casa e poi cominciò a cercare in ogni angolo delle stanze. Erano le tre e venti adesso. “Merda.” Pensava.
Poi le venne un’intuizione: la camera di Gerard. Lui teneva sempre dei soldi nello scaffale vicino al letto. Non si sarebbe accorto. Erano secoli che non ci guardava. Presa dal panico, andò in camera del fratello e di cento dollari che c’erano, ne prese ottanta per prendersi anche un’altra pasticca. Poi si diresse velocemente ai giardini senza farsi notare dai più pettegoli della zona e finalmente incontrò Bryan. Gli diede i soldi e poi tornò immediatamente a casa pregando in tutte le lingue del mondo che Gerard fosse ubriaco come al solito al ritorno e che non avesse più pensato ai suoi cento dollari.
Erano le nove di sera e poco prima Uma era uscita per passeggiare. Al suo ritorno trovò solo Gerard seduto nella sedia.
“Ciao bella sorellina.”
Uma lo guardò sconcertata. Non capiva che cosa gli fosse preso. Tuttavia non gli rispose.
“Fammi vedere i tuoi occhi…” le ordinò il fratello. La ragazza si stava spaventando. Lui puzzava d’alcol da morire e sicuramente voleva punirla per la storia del bagno adesso che Mikey non c’era.
“Ecco, come immaginavo. Credevo che gli ottanta dollari che mi hai fottuto li avessi usati per una buona causa che ne so… Pagare un Killer per ucciderti… invece credo che tu… li abbia spesi per le pasticche… non è vero… Uma?”
La sorella cominciò ad indietreggiare. Lui aveva uno sguardo minaccioso.
“Gerard…” non fece in tempo a dire altro che il ragazzo piombò su di lei massacrandole il viso. La picchiò per un minuto buono e alla fine… “Ah… che bello!!! Adesso mi sento soddisfatto… E’ incredibile picchiare una persona a sangue. E’ la cosa più eccitante di questo mondo specialmente se quella persona, è quella puttana di tua sorella.” Uma aveva il labbro inferiore distrutto e il naso perdeva sangue. Non riuscendo nemmeno ad aprire gli occhi, se ne andò in camera sua.
“Adesso fatti una doccia prima che gli altri tornino. E poi te ne andrai in camera dicendo che non hai fame. Se ti vedessero mi darebbero gravi colpe sai? Fatti questa cazzo di doccia.” Uma in lacrime ubbidì.
Andò in bagno e accese l’acqua della vasca. Poi cominciò a spogliarsi ammirandosi allo specchio. Adorava il suo seno. In realtà adorava i seni delle donne. A volte si preoccupava per questo, ma trovava nei seni una forma d’arte migliore di tutte.
Poi prese del disinfettante e se lo passò sulle ferite gemendo dal dolore. Le lacrime scorrevano veloci senza che nemmeno lei se ne accorgesse. Ma la cosa che la colpì di più, erano i suo capelli dorati tinti del suo sangue. Faceva uno strano effetto.
Si immerse nella vasca bollente anche se era estate e si moriva dal caldo. Subito il sangue si mischiò con l’acqua rendendola di un arancio sbiadito. Adesso era calma. L’acqua aveva un potentissimo effetto su di lei. Forse perché le faceva credere di essere i un mondo pulito, limpido e tremendamente calmo.
Uscì dalla vasca e si mise le mutande pulite ancora immersa nei suoi sogni. Ma il tutto venne interrotto da Gerard che piombò in bagno con una bottiglia di birra su una mano e del ghiaccio nell’altra.
“Oh wow…”
“Gerard… Esci…” disse coprendosi con l’asciugamano il seno.
“Diventerai una grande figa da grande… “ rispose barcollando e fissando l’asciugamano.
“Che cazzo vuoi??”
“Tieni. Mettici del ghiaccio. Se si gonfia mamma si accorge e poi… poi io finisco in mezzo alla merda. Vai in camera tua dopo… dopo esserti vestita… e fingi di non aver fame. Se solo vengo a sapere che hai detto a qualcuno che ti ho picchiata, ti cavo gli occhi con uno stecchino.” E ridendo tornò in salotto a bere come un deficiente alla sola età di diciotto anni.
All’improvviso rientrò Mikey e Uma filò immediatamente in camera prima che potesse vederla.
“Uma!!!” la porta si chiuse.
“Ma nemmeno saluta?”
“Sai com’è Mikey… una fottuta tossica di merda… Non ti ci confondere nemmeno.”
“Gerard, perché la odi così tanto?”
“Io odio tutti Mikey, anche te se non lo sai. È il mio modo normale di stare con le persone.”
“…Mamma quando torna?”
“Che cazzo vuoi che ne sappia? Adesso ho una partita da vedere se non ti dispiace.”
La madre rientrò dopo mezz’ora e tutti e tre cenarono dopo che Gerard avvertì gli altri che Uma non aveva fame.
 
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